I tennisti migliori di Challenger e Futures nel 2018 e le prospettive

Circuito Challenger 2018.
Il prossimo anno cambierà tutto. Con le nuove classifiche introdotte dall’ATP che danno punti importanti solo a chi fa risultato nei Challenger (e qualcosa per i finalisti degli ITF 25mila dollari), i tornei Challenger sono stati frequentati assiduamente da ogni categoria di tennisti. Da quelli già in top 100 per puntellare la classifica e guadagnarsi l’accesso agli Slam che garantiscono circa 100mila euro l’anno, passando ai classici giocatori che girano Challenger abitualmente spingendo da sotto, finendo con quelli che hanno provato a guadagnarsi uno spazio al sole. Le nuove classifiche definite dal “Transition Tour” lasceranno solo circa 700 giocatori professionisti con almeno un punto ATP, e questo produrrà una vera e propria rivoluzione nelle abitudini e nelle scelte dei ragazzi che ambiscono a guadagnare nel tennis. Per questo la stagione appena finita è stata importante per un numero enorme di tennisti.
Prostejov in Cekia e Braunschweig in Germania sono stati forse i Challenger più amati dai tennisti, insieme al nostro Città di Caltanissetta e all’AON Open Challenger di Genova, e concorreranno al titolo di miglior Challenger del mondo. In Asia i tornei sono diventati sempre più ricchi e dispensatori di punti, in realtà sbilanciando un po’ la classifica ATP in favore ai tennisti che frequentano l’oriente. Del resto l’asse economico tennistico si sta spostando verso quei territori con una spinta enorme di Cina, India, Sud Corea, Giappone. Solo il Giappone possiede il grande campione, Kei Nishikori, ma le altre nazioni si stanno attrezzando importando tecnici europei e americani. Quando la Cina avrà il campione maschile, dopo LI NA nel femminile, il mercato vivrà un vero e proprio boom.
L’Australia e gli Usa sono le nazioni con il numero maggiore di titoli vinti nel singolare, 17 titoli, al terzo posto noi azzurri con 14 successi.
Veniamo ai migliori 20 tennisti che si sono evidenziati nei Challenger, i migliori 3 azzurri, e i 5 emergenti che pensiamo possano fare grandi cose nel 2019.


1- Reilly Opelka, statunitense, 21 anni, 100 ATP
Tre titoli Challenger importanti, Bordeaux su terra, Knoxville e Champaign su veloce indoor, 9 piazzamenti almeno in semifinale, la stagione dell’altissimo americano è stata esaltante. Alto ben 211 centimetri si propone come un vero siluro con potente motore proiettato nel tennis che conta. Prevedibile una carriera tra la top 10 e la top 30, alla Isner, cui assomiglia per caratteristiche fisiche e tecniche. Servizio e diritto i suoi marchi di fabbrica, con i quali si conquista la maggior parte dei punti. Atteso già allo Slam australiano come protagonista, è agli US Open e nei tornei americani che può spiccare il volo.
2- Jordan Thompson, australiano, 24 anni, 72 ATP
E’ il tennista che ha fatto meglio come piazzamenti nei tornei Challenger con ben 12 piazzamenti almeno in semifinale e 3 successi tutti su Hard (Chennai, Traralgon, Canberra). Da ormai 3 anni orbita intorno alla top 100 ATP il che gli permette di spesarsi tutta l’attività ed andare ampiamente in attivo grazie ai tabelloni degli Slam che offrono garantiti almeno 120mila$. Combattente, amante della lotta e dello scambio, il che lo rende adatto ad ogni superficie, credo che Thompson confermerà la classifica ottenuta e potrebbe fare anche qualcosina di più.
3- Guido Andreozzi, argentino, 27 anni, 79 ATP
Ben 4 Challenger vinti per l’argentino, tutti tuttavia su terra battuta che resta la sua superficie feticcio, nonostante non abbia solo caratteristiche da lottatore e potrebbe fare bene anche sul cemento. Ha un giovo abbastanza piatto e gli piace spingere col diritto. Servizio e rovescio a due mani sono solidi ma non fruttano punti diretti. Sarà difficile fare di più di questa classifica entro la top 100, che significa già molto per l’argentino che sgomita da anni sotto la fatidica soglia che garantisce l’accesso agli Slam. A Parigi può passare qualche turno.
4- Prajnesh Gunneswaran, indiano, 29 anni, 107 ATP
L’indiano per molti anni, almeno fino ai 25, non ha puntato sul suo tennis provando anche a studiare e a costruirsi un piano B. Pian piano finalmente ha trovato la sua dimensione e in questa stagione ha spopolato, vincendo 3 Challenger e giungendo anche alla finale nell’ultima settimana dei tornei a Pune. Nel 2018 ha un parziale di 29 vittorie e 17 sconfitte davvero entusiasmante. Tuttavia pur ormai vicino alla top 100, sarei sorpreso di vederlo nei tabelloni degli Slam molte volte nei prossimi anni. Può sorprendere sull’erba di Wimbledon che gli piace molto. E’ un mancino con un servizio non potente ma preciso.


5- Christian Garin, cileno, 22 anni, 85 ATP
E’ quinto nella nostra come risultati perché ha giocato dei Challenger tattici, che han dato meno punti ma tante vittorie e fiducia tanto da entrare in top 100 per la felicità di mamma Claudia, originaria della liguria. Ha vinto 3 Challenger in questa sua fortunata stagione e ha dimostrato soprattutto di avere un livello pazzesco. Se Opelka sarà la sorpresa della stagione su cemento, Garin sarà la risposta sulla terra. Non mi stupirei di un risultato clamoroso al Roland Garros. La crescita in classifica per “El Tanque de Iquique” sarà certa, dotato come è di un diritto atomico da far invidia a Nadal, e con un fisico spaziale con cui copre perfettamente il campo. Un vero toro da tenere d’occhio. Il Coach argentino Andres Schneiter può essere ottimista.
6- Vasek Pospisil, canadese, 28 anni, 70 ATP
Tennista che è stato anche numero 25 del mondo, poi è un po’ calato uscendo addirittura dalla top 100 e in questa stagione ha provato un rilancio parzialmente riuscito con 2 Challenger vinto, entrambi indoor hard. Servizio potente e gioco d’attacco le sue caratteristiche. Sicuramente con un buon sorteggio potrebbe fare bene già agli Aus Open, primo slam della stagione. Tennista da tenere d’occhio per il 2019, senza fare chissàche potrebbe salire qualche posizione in classifica avvicinando la top 50.
7- Bradley Klahn, statunitense, 28 anni, 76 ATP
2 Challenger importanti vinti sul cemento, Gatineau e Houston, gli valgono il piazzamento in classifica e la crescita in classifica. Tennista che spesso si esalta in una settimana per poi eclissarsi per qualche periodo. Il mancino californiano era sceso molto in classifica nel 2016 a causa di un infortunio, lo scorso anno è tornato in auge e nel 2019 darà l’assalto al suo best ranking piazzato al numero 63 ATP. Può farcela? Probabilmente sì, con i punti che prenderà solo nei tornei del continente americano o in Asia. Poche le chance nei tornei europei.
8- Hugo Dellien, boliviano, 25 anni, 118 ATP
Frequentatore dei tornei italici in questa stagione ha vinto Vicenza ed altri due tornei su terra battuta americana, Savannah e Sarasota. Arrivato in top 100 pochi mesi fa, è subito uscito dalla classifica che conta per limiti che ancora ha sui campi veloci. I Challenger su terra sembrano il suo habitat naturale. Del resto giocando solo su terra da Junior è diventato numero 2 del mondo. Il fisico c’è, la gambe sono esplosive e il suo Coach Eduardo Medica ha lavorato molto sul ragazzo per renderlo più consapevole dei suoi mezzi.


9- Jaume Munar, spagnolo, 21 anni, 81 ATP
Ha vinto due Challenger in questa stagione di livello altissimo, tra i più importanti, quello di Prostejov e quello di Caltanissetta. Il “figlio” di Rafa Nadal si allena nell’Accademia maiorchina del più forte giocatore di sempre su terra battuta. Ora la sua programmazione sarà basata su tornei ATP e prevedo nel 2020 la sua ascesa a livelli altissimi, è un giocatore senza dubbio da top ten. Destrimane con rovescio a due mani, ha un servizio efficace e un diritto devastante. Il suo Coach Bartolomeu Salva Vidal vuole che il suo pupillo cominci a mettere i piedi dentro al campo più spesso per comandare ancora di più il gioco. Fenomeno da tenere d’occhi sempre.
10- Pedro Sousa, portoghese, 30 anni, 104 ATP
Anche il portoghese di Lisboa ha vinto due Challenger in stagione, entrambi su terra battuta, una superficie su cui si trova bene, anche se è positivo anche sulle altre. E’ un tennista davvero difficile da affrontare, gioca piatto, colpisce bene da entrambi i lati e è un ottimo difensore. Non ha molti punti deboli ed è abituato a girare molti tornei e giocare tante partite. La top 100 è alla sua portata entro la primavera 2019.
11- Jason Kubler, australiano, 25 anni, 114 ATP
Il tennista più sfortunato degli ultimi anni. Definito un fenomeno fin da Junior, numero 1 al mondo a livello Juniores nel 2010, ha subito un numero incredibile di infortuni ad entrambe le ginocchia per problemi congeniti e solo nel 2018 è riuscito a giocare una stagione intera. Per anni ha potuto solo calcare campi in terra, evitando il cemento che forse è la sua superficie preferita. Quest’anno 2 Challenger vinti e gli Australian Open che potrebbero diventare il trampolino di lancio definitivo. Futuro top player se la sfortuna lo lascerà stare.

12- Alex De Minaur, australiano, 19 anni, 31 ATP
Il tennista Next Gen, già formidabile anche a livello ATP, è decisamente un talento già sbocciato e ormai consacrato. Possiede una classifica invidiabile alla sua età, occhio però perché pur avendo un futuro garantito, ad inizio 2019 difende subito tantissimi punti ottenuto lo scorso anno a Brisbane e Sidney. Potrebbe tornare anche a disputare qualche Challenger, a quel punto però da sicuro favorito visto il suo altissimo livello. La posizione numero 12 in questa speciale classifica ottenuta principalmente con la conquista del challenger di Nottingham su erba più la finale di Surbiton sempre sul verde.
13- Marcel Granollers, spagnolo, 32 anni, 97 ATP
Top 100 da una dozzina d’anni, ex numero 19 del mondo in singolare e 4 in doppio, lo spagnolo nel 2018 ha vinto i due Challenger di Bangkok risalendo in classifica nel singolare dopo un 2017 deludente sul piano dei risultati. In realtà Marcel Granollers è attualmente numero 25 nella specialità di doppio, alla quale si dedica con impegno ed ha vinto anche il Master1000 di Parigi Bercy in coppia con Ram. Indecifrabile il suo futuro.
14- Hugo Humbert, francese, 20 anni, 84 ATP (fuori dalla top 100 con le nuove classifiche)
Il ventenne di Metz è una delle rivelazioni di questa stagione, ha vinto 3 Challenger ed entrato ben 6 volte almeno in semifinale. Ex numero 18 delle classifiche mondiali giovanili, il francese a mio parere non ha ancora le skills per poter migliorare di tanto la sua classifica, non oltre la top 70 probabilmente. Nulla è escluso per il futuro, la tecnica c’è tutta, da migliorare la risposta e il servizio, anche se i progressi appaiono evidenti. Anche sul piano mentale che era un suo punto debole da ragazzino ora sembra evoluto. All’ultimo Challenger della stagione ad Andria l’ha decisamente dimostrato.

15- Hubert Hurkacz, polacco, 21 anni, 87 ATP

Destinato ad un futuro da top 50, il polacco gioca molto bene su tutte le superfici. Alto quasi 2 metri e con un fisico longilineo, si muove comunque molto bene in campo. La combinazione servizio-diritto gli ha regalato quest’anno il suo best ranking al numero 79 e due Challenger vinti, Poznan su terra e Brest indoor hard.
16- Lloyd Harris, sudafricano, 21 anni, 112 ATP
Ha vinto 2 Challenger nel 2018 (Lexington e Stockton, entrambi su hard), confermando i grossi progressi dei due anni precedenti. E’ ancora un po’ uno sparatutto, va molto forte quando è in fiducia e il suo servizio funziona. Schema servizio e diritto il preferito. E’ ancora indietro quando si tratta di modulare le energie e gestire i match sul piano dell’intensità agonistica. Crescerà, si immagina qualche bella vittoria e non più di una top 50 in futuro.
17- Juan Ignacio Londero, argentino, 25 anni, 120 ATP
Vincitore di 2 Challenger in questo 2018 che gli ha fruttato 40 vittorie a fronte di sole 18 sconfitte. Ha vinto a Mexico City e Marburg, buon diritto e mano discreta, paradossalmente non è un fenomeno in difesa. Da un paio d’anni è diventato un professionista più attento ai dettagli e condivide il coach, Andres Schneiter, con Christian Garin.


18- Michael Mmoh, statunitense, 20 anni, 103 ATP
Un futuro top ten si potrebbe azzardare, un fenomeno da molti punti di vista. Due Challenger vinti per l’americano colored, a Columbus e a Tiburon. Uno strapotere fisico pià un servizio all’altezza de migliori, il tutto condito da gambe che gli garantiscono una ottima difesa e una capacità estrema di rimanere concentrato a lungo nella stessa gara ead anche nello stesso torneo. Insomma uno che non è nei top 100 solo per una programmazione ambiziosa con pochi Challenger e tanti ATP.
19- Daniel Evans, 28 anni, britannico, 198 ATP
Non dimentichiamoci che Dan è stato top 50 prima di vedersi interrompere la carriera da uno stop per uso di cocaina. Rientrato ad Aprile scorso dalla squalifica ha vinto il Challenger di Vancouver e a mio parere può rientrare nel tennis di alto livello perché le caratteristiche e le qualità ci sono. Ha dichiarato di aver chiuso con la cocaina e qualche scalpo eccellente può portarselo a casa, in particolare su erba o veloce.
20- Yannick Hanfmann, tedesco, 27 anni, 157 ATP
Anche per il tedesco due successi a livello Challenger con le vittorie di Shymkent e Braunschweig entrambe su terra battuta. Laureatosi in relazioni internazionali alla University of South California negli Usa, è in realtà più giovane e meno “usato” della età anagrafica: doti di concentrazione e capacità di lotta sono le sue qualità ben note nel circuito, con un forte servizio e un rovescio solido. E’ stato numero 99 a Luglio 2018, faticherà a rientrare in top 100, e non può ambire a molto di più.

Gli Azzurri
1- Thomas Fabbiano, 29 anni, 102 ATP
La stagione dell’azzurro di Grottaglie, è impreziosita dalla conquista del terzo turno di Wimbledon partendo dalle qualificazioni battuto solo da Tsitsipas ma è stata rinforzata dall’essere il miglior italiano in giro per i Challenger con la vittoria a Ningbo e ottimi piazzamenti. Il suo livello è questo, e come classifica può senza dubbio ritornare forse al suo best ranking alla posizione 70 ATP perché da qui ad Aprile non ha nulla da difendere.
2- Luca Vanni, 33 anni, 161 ATP
Il punto più alto è stata la vittoria a Samarkand, ma la stagione è stata comunque positiva rientrando in una posizione in classifica che gli garantisce l’entrata nei main draw di qualsiasi Challenger. Semifinale ad Orleans e a Segovia e la finale di Glasgow hanno segnato il suo ritorno ad un livello per lui consueto. Nulla praticamente da difendere per un po’, come Fabbiano può crescere ancora nel breve.
3- Lorenzo Sonego, 23 anni, 108 ATP
La migliore stagione per l’allievo di Gipo Arbino, che ha toccato il best ranking al numero 86 ATP e ha conquistato il prestigioso Challenger di Genova. Semifinale a Firenze e Bergamo e soprattutto qualificazione a 3 Slam su quattro (sebbene aiutato dalla fortuna e ripescato come LL in due). Dalla sua Lorenzo ha una carica agonistica incredibile, e un livello che riesce a tenere costante, come ha dimostrato in questa stagione. Ora si tratta di confermare anche nel 2019, magari aggiungendo qualche scalpo eccellente e qualche picco in alto.
Tra gli altri azzurri Lorenzi e Berrettini si sono distinti ma mentre il primo sembra ormai inesorabilmente a fine carriera, il secondo appare in rampa di lancio e per me raggiungerà la top 50 e la manterrà perché equilibrato e dotato, e seguito da Vincenzo Santopadre con l’ausilio di Umberto Rianna, due Coach fenomenali. Baldi e Quinzi hanno fatto miglioramenti graduali ma costanti e si stanno proponendo come outsider, Napolitano ha avuto un anno di stasi e Mager sembra riconquistato a certi livelli. Aspettiamo sempre Edoardo Eremin il cui talento è inestimabile e se starà bene fisicamente rientrerà ad altissimi livelli. Anche Donati e Caruso si sono distinti e lotteranno per provare ad entrare nella fatidica top 100. Insomma abbiamo così tanto talenti in orbita di lancio che si può tranquillamente affermare che il movimento azzurro maschile è di gran lunga il migliore degli ultimi 30 anni.

Gli emergenti.
I prossimi tennisti presentati sono ragazzi che davvero si stanno affacciando ora nel panorama del tennis di altissima performance, e che vale la pena tenere d’occhio.


1- Miomir Kecmanovic, serbo, 19 anni, 132 ATP
Vittoria a Shenzhen e poi qualche buon piazzamento per l’ex numero 1 del mondo a livello Juniores come la finale di Liuzhou e la semifinale di Ningbo e Shanghai nel finale di stagione. La stagione è stata continua ed incoraggiante, ora manca a Miomir l’acuto in un torneo ATP che credo possa arrivare proprio nel 2019, che sarà un anno importante per confermare la posizione a ridosso della top 100 e magari fare irruzione negli slam.
2- Casper Ruud, norvegese, 19 anni, 113 ATP
Anche lui come Kecmanovic è stato il più forte giocatore mondiale da Juniores e appare come un tennista che già sta mostrando doti non comuni che potrebbero portarlo nel giro di qualche stagione anche in top 20. Ruud ha un diritto che viaggia già bene con una importante rotazione, e il servizio è solido in attesa di renderlo ancora migliore con variazioni nuove. Il lato più debole è sul rovescio.
3- Felix Auger Aliassime, canadese, 18 anni, 109 ATP
Stagione in cui il canadese ha provato una ambiziosa programmazione con molti tornei ATP, dove ha ovviamente raccolto meno del meritato sul piano dei punti. Ha comunque vinto due Challenger, Lyon e Tashkent, su due superfici diverse, terra e cemento. L’entrata nella top 100 è rinviata solo di qualche mese, per Marzo riuscirà com ogni probabilità e po sarà una rincorsa continua ai primi posti. Non so dire quando, ma Auger Aliassime sarà il numero uno del mondo.


4- Corentin Moutet, francese, 19 anni, 148 ATP
Conquistato Istanbul dopo che nel 2017 aveva vinto Brest, per il francese si apre un 2019 che può essere una rampa di lancio. Il tennista è davvero unico nel panorama internazionale con un gioco brillante, di tocco, con una mano educatissima, ha variazioni fantastiche e viene anche a rete a prendersi il punto. Uno che farò divertire e che potrebbe avare un futuro da solido top 50.
5- Rudolf Molleker, tedesco, 18 anni, 197 ATP
Di fatto al suo best ranking il fenomeno tedesco ha fatto semifinale a Stettino e Meerbusch e soprattutto ha vinto l’importante Challenger di Heilbronn. Nessun dubbio di grande carriera per il giovanissimo tedesco, al quale manca davvero poco per diventare il crack che in patria aspettano da un po’ di tempo.
Da citare senza dubbio gli spagnoli Davidovich Fokina e Nikola Kuhn, il russo Safiullin e l’australiano Popyrin, l’olandese Sels e il mio preferito Zizou Bergs, 18 anni belga.

Il futuro del mondo Challenger
Come cambiano Ranking, Challenger e Futures da gennaio 2019 con il Transition Tour
Una rivoluzione, questa dell’ITF Transition Tour, che scatterà dal 2019, voluta dalla Federazione Internazionale per limitare il numero di giocatori Pro a circa 750 uomini e altrettante donne. Il punto è che si è trovata forse una strada troppo contorta per un obiettivo nobile ma velleitario: permettere a tutti i tennisti professionisti di vivere decentemente con l’attività agonistica internazionale. E per ottenere questo obiettivo era necessario diminuire il numero dei Pro. Fino ad oggi solo i primi 100 maschi e le prime 100 femmine possono dire di guadagnare bene; chi galleggia tra i 100 e i 200 del ranking può permettersi solo qualche viaggio in più e forse un accompagnatore, rispetto a chi sta addirittura fuori dai 200 che fa una fatica tremenda a finanziarsi l’attività. Tutti quelli che non riescono ad entrare assiduamente nei tabelloni almeno dei tornei 250ATP si tengono a galla attraverso gli Open e i campionati a squadre come serie A o Bundesliga. Questo stato di cose fa sì che il ricambio ad alto livello sia difficile: ecco spiegato il motivo di tanti 30enni in Top 100 oltre all’ovvio fattore di allenamenti sempre più scientifici che aumentano naturalmente i limiti di età per essere competitivi. Un Leo Mayer, l’argentino, che è numero 51 ATP può permettersi di investire su se stesso (coach, fisio, strutture di allenamento, viaggi) molto di più del tunisino Moez Echargui, 421 del mondo, grintosissimo e molto motivato ma privo di risorse economiche che lo mettano alla pari degli altri. Per ovviare a tutto ciò si è pensato di cambiare le strutture dei tornei professionistici creando ex novo un Tour secondario, appunto l’ITF Transition Tour, destinato a fare da cuscinetto tra il circuito PRO vero e proprio e quello Junior. Non è da sottovalutare la scelta della Federazione Internazionale di riservare dei posti ai migliori Juniores iscritti nei tabelloni principali dei tornei professionistici con questa riforma. Un innovazione senza dubbio gradita agli addetti ai lavori e ai giocatori in particolar modo è quella di disputare tutti i tornei in 7 giorni, in modo da evitare anche sovrapposizioni tra le fasi finali di un torneo e le quali di quello successivo. Quindi tutti i tornei da lunedì a domenica, e con ospitalità garantita a tutti nei Challenger. Meno gradita (ma conseguente a ciò che detto sopra) è la scelta cervellotica di avere un tabellone di qualificazione dei Challenger di soli 4 giocatori (con due qualificati poi nel main draw, che sarà di 48 giocatori).

L’impressione è che alla fine della fiera si sia fatto un favore a chi è già più avanti nel ranking, “cambiando tutto per non cambiare niente” come ne “Il gattopardo”. Ciò che si sussurra tra i campi dei Futures e Challenger è che i Top Players siano più tutelati e i giocatori che vogliano emergere incontreranno ancora maggiori difficoltà, se già non ce ne fossero abbastanza. Le Federazioni nazionali avranno ancora maggiore potere per due motivi: innanzitutto un numero maggiore di Wild Card nei Challenger che diventano 5 nel tabellone principale (più 1 nelle quali che con una sola gara da giocare dà statisticamente il 50% di possibilità di entrare nel main) regala alle Federazioni Nazionali un controllo ancora superiore. Entrare nei tabelloni principali dei Challenger ovviamente diventa fondamentale per trovare soldi e punti ATP. In più i posti riservati (nei 15mila$) ai migliori Junior in classifica di categoria alla fine vanno a vantaggio di quei ragazzi che hanno maggiori possibilità economiche, o per la famiglia, o per gli aiuti federali che gestiranno ancora più da vicino i migliori prospetti giovanili. Immaginando una settimana tipo con 3 Challenger (i rumors dicono che aumenteranno) chi è fuori dai 300 ATP faticherà ad entrare nel main draw.

PUNTI e RANKING
Andiamo adesso nel dettaglio dei Punti e dei Ranking.
Daranno punti ATP solo i tornei dello Slam, i Master1000, i 500 e i 250 ATP, e i Challenger (ma non le quali dei challenger stessi). I Futures 25mila$ daranno punti ai finalisti (e ai semifinalisti per quelli con ospitalità) solo nel 2019. Tutti i punti ottenuti nel 2018 saranno così convertiti (vediamo la tabella).


Tutti gli altri punti ATP ottenuti saranno convertiti e traslati nel Ranking ITF del Transition (ITF Entry Point).
Decisiva è anche la composizione dei tabelloni che come possiamo osservare diventa più complessa essendoci 2 classifiche (più il ranking Juniores).
Challenger: Main Draw 48 giocatori. 37 Accesso Diretto (DA) in base alla classifica ATP (e in seconda analisi ITF Ranking); 4 riservati ai migliori iscritti dell’ITF Entry Point.; 2 qualificati (i 4 ammessi alle quali sono 1 Wild Card e i 3 migliori esclusi dell’ITF Entry Point); 5 Wild Card per il main draw.

ITF 25mila$: Main draw da 32 giocatori. 17 diretti, 5 ITF Entry Point, 4 WC, 6 qualificati (tabellone da 24 con 4 WC)

ITF 15mila$: Main draw da 32 giocatori. 17 diretti, 5 Junior Ranking, 4 WC, 6 qualificati (tabellone da 24 con 4 WC).

Nei Futures da 25mila$ e 15mila$ non potranno giocare top 100 ATP, mentre i classificati tra la posizione 101 e 150 potranno entrare solo come Wild Card.
Tabella punti.
Conteranno i migliori 18 tornei per le classifiche ATP
Conteranno I migliori 14 tornei per le classifiche ITF

FUTURES
I dieci giocatori giovani che si sono messi più in evidenza nel circuito secondo me sono

1) Zizou Bergs, belga, 19 anni, 386 ATP, best ranking
E’ il sosia di Shapovalov, gli somiglia davvero tanto esteticamente. Come tennis siamo ancora indietro ovviamente rispetto al canadese ma il talento c’è. Destrimane con rovescio a due mani la stagione di Zizou è stata entusiasmante con due tornei vinti su due superfici diverse e le prime apparizioni challenger discrete. Da puntare per il futuro.
2) Jelle Sels, olandese, 23 anni, 260 ATP, best ranking
L’olandese ha vinto tre titoli in stagione e ha dimostrato che ora si sente maturo e pronto allo sbarco nel tennis che conta. E’ solo da un paio d’anni che ha deciso di provarci davvero con il tennis ed appare pronto alla svolta. Molti in Olanda non credono in lui, non è appariscente ma il suo modo di lavorare e il suo tipo di tennis solido e completo mi fanno essere ottimista.
3) Nino Serdarusic, croato, 21 anni, 222 ATP, best ranking 192
Tre titoli vinti anche per lui, poi il tentativo riuscito di giocare bene a livelli più alti. Il prossimo anno lo vedremo ancora più in alto in classifica e non escluderei un trionfo anche in qualche prestigioso torneo del circuito Challenger.
4) Mate Valkusz, ungherese, 20 anni, 242 ATP, best ranking
Ben 5 tornei vinti, davvero un tennista che può esplodere da un momento all’altro, anche se finora le migliori prestazioni le ha ottenute su terra battuta. Prossimo anno sicuro protagonista dei Challenger italiani in particolare, visto che adora il nostro paese.
5) Roman Safiullin, russo, 21 anni, 246 ATP, best ranking 242
Anche per il russo 5 tornei vinti, da Junior appariva come un vero crack. Ci sta mettendo un po’ di tempo in più del previsto ma sta evolvendo in particolare sul piano mentale.
6) Yibing Wu, cinese, 19 anni, 356 ATP, best ranking 299
Classifica falsata dall’aver provato a livelli altissimi per il giovane cinese che sembra il migliore della covata in oriente. A me appare già pronto, almeno a livello tecnico e di impegno a 360 gradi. Potrebbe stupire.
7) Jack Draper, GBR, 16 anni, 421 ATP, best ranking
Alzi la mano chi conosce questo tennista giovanissimo che sta facendo parlare di sé in Gran Bretagna per la precocità e la maturità dimostrata. Ben tre tornei vinti in questa stagione che è la sua prima a livello professikonistico!!!!
8) Aitan McHugh, GBR, 18 anni, 497 ATP, best ranking
Altro prodotto britannico, scozzese per la precisione, che nell’ultimo scorcio di stagione ha sbancato due volte il Kuwait vincendo due tornei.
9) Thiago Seybolt Wild, brasiliano, 532 ATP, best ranking 406
Ex numero 8 del mondo a livello Juniores è un tennista del Paranà di cui in patria si dice un gran bene. Ha vinto un torneo su terra in Brasile ed è già il secondo in carriera.
10)Jack Findel-Hawkins, GBR, 24 anni, 635 ATP, best ranking
E’ solo perché si è dedicato principalmente agli studi che il britannico non è esploso prima. Semplicemente questa è la sua primissima stagione da pro, certo a 24 anni appare un po’ tardi ma può recuperare presto. Non ha ancora vinto titoli ma lo farà presto.

Alessandro Zijno