Alexei Popyrin, modello mirabile di costruzione tennistica

Alexei Popyrin: australiano, 19 anni, 152 ATP (148 nuove classifiche)
Sviluppo Potenziale: 50% (in gran parte da sviluppare, possibile top in età più matura)

E’ un predestinato, Alexei Popyrin, non ci sono dubbi. Un ragazzo che fa il professionista da quando aveva 10 anni, ha due genitori sportivi con grande mentalità positiva, possiede un fisico esplosivo, fondamentali davvero buoni, va sistemato solo l’atteggiamento in campo ed entrerà presto in top ten. Sarà uno di quei tennisti che stabilmente starà tra i primi del mondo, e probabilmente toccherà anche la vetta di numero 1 del mondo, giocandoselo con Auger-Aliassime, e i già consacrati Zverev e Tsitsipas o le possibili sorprese come  Michael Mmoh. Esempio mirabile di miscuglio di culture ottenuto attraverso viaggi ed esperienze in Paesi differenti, come leggerete nella sua storia. Potrebbe salire di qualche posizione fin da subito, anche se questa stagione dovrebbe essere quella della consacrazione a livello Challenger, quindi forse entrata in top 100 e non molto di più.

La Scheda
Alto quasi due metri (il sito ATP scrive 196 cm, ma nell’ultimo anno è cresciuto ancora e si vede ad occhio nudo) con ottanta chili di peso, Alexei Popyrin è una macchina sparavincenti di servizio e diritto che somiglia molto al suo idolo Del Potro, rispetto al quale però secondo me ha qualità superiori negli spostamenti perché meno pesante e anche perché lavora professionalmente sul footwork dalla preadolescenza. E’ l’esempio secondo me più tangibile della costruzione totale di un atleta da zero, il modello più mirabile di come si deve condurre un bambino con potenzialità al massimo del livello possibile di prestazione. Il servizio è stato impostato così bene che era perfetto sin da under 12 vinceva in giro per il mondo e incontrava Piatti a Bordighera, il nostro Coach che piano piano gli ha migliorato anche il rovescio rendendolo un fattore, e implementato il diritto che è il suo colpo naturale. Con lo sviluppo fisico che lo ha portato a servire da un’altezza così alta è diventato ingiocabile quando gli entra la prima di servizio e ha lavorato anche molto bene sulle variazioni. Proprio Piatti ebbe a dire che l’aspetto di variare il gioco e renderlo un po’ più imprevedibile avrebbe potuto fare la differenza tra una carriera comunque eccezionale a cui sarebbe comunque giunto e una invece leggendaria a cui può ambire. Può giocare bene su tutte le superfici come dimostra la vittoria del Roland Garros juniores del 2017, anche se ovviamente sarà il cemento outdoor il suo giardino incantato. L’aspetto mentale è ancora il suo limite, perché in campo di fronte alle difficoltà gli capita di perdere un po’ di fiducia e tende a disunirsi quando l’avversario sembra trovare soluzioni contro il suo gioco. Un tennista che risponda bene, per dire, lo rende più nervoso e Alexei a volte cerca subito il vincente su palle magari che avrebbero bisogno solo di essere rigiocate con pazienza. Ha 19 anni però il ragazzo.

Popyrin da bambino con Piatti a Bordighera
Le Dichiarazioni
“Giro il mondo da una vita ormai. E mi piace. Adoro conoscere nuove culture, mi sento cittadino del mondo. Parlo russo, inglese, spagnolo fluentemente, e ho imparato anche l’italiano. La vittoria al Roland Garros Junior non mi ha cambiato la vita perché il mio obiettivo è diventare il numero uno del mondo a livello ATP, e la carriera da Juniores è solo una tappa. Il passaggio nei Pro è stato faticoso perché devi stare in condizione tutte le settimane e davvero ogni partita è una lotta serrata. La mia posizione attuale mi soddisfa pienamente al momento, l’ingresso in top 100 non è lontano e può essere considerato il mio target di metà 2019. Per poi entrare in top 50 alla fine dell’anno e giocarmi le mie carte al Next Gen. Conosco i miei limiti ed ho imparato ad accettarli, anche se a volte in campo se la partita non va come dico io tendo ad innervosirmi, è qualcosa che voglio risolvere e su cui sto lavorando. La differenza tra i grandi giocatori e i fenomeni sta tutta lì. Non esiste una superficie preferita per me, è un limite mentale che non voglio mettermi, se voglio essere il numero uno devo vincere su tutte.”


La Storia
Alexei Popyrin è nato a Sidney il 5 agosto 1999. Suo papà Alex è emigrato dalla Russia in Australia negli anni 90 insieme alla moglie Elena, ex campionessa di Basket. La famiglia è benestante ma non ricca e con altri 3 figli che richiedono energie e denaro. Per questo la capacità di papà Alex di trovare soldi per portare in giro il piccolo Alexey è stata spesso un mistero, ancora irrisolto per altro per la ritrosità del genitore russo di parlare degli introiti della famiglia. Quando Alexei aveva solo 7 anni la famiglia si è trasferita a Dubai e il ragazzino si è allenato con Zeeshan Ali, ex numero 126 del mondo, che all’epoca viveva nel paese arabo ed ora ha aperto una prestigiosa accademia a Bangalore per ricchi indiani. Zeeshan Ali comprese subito il grosso talento di Popyrin e convinse la mamma a impegnarlo di più nel tennis. Infatti Alexei aveva così tanta attitudine per lo sport che eccelleva anche nel calcio, e le numerose Academy calcistiche che in quegli anni già pullulavano in Dubai cominciavano a litigarselo. L’amicizia che legava il coach indiano a Jim Courier portò ad uno dei più bei ricordi di Alexei bambino, che si ritrovò a palleggiare con il campione americano davanti a migliaia di spettatori nello stadio di Dubai. Terminata l’esperienza in terra araba per la famiglia Popyrin continua l’Odissea e si ritrova alla IMG Academy di Bradenton, per poi trasferirsi ancora e finire ad Alicante in Spagna. Il papà è sempre il deus ex machina del campioncino australiano di origine russa, decide il percorso e si gode gli eventi. La leggenda narra che fosse costretto a fare vari lavori per mantenere le speranze del figliolo, un po’ come il padre di Sharapova, ma più ragionevolmente gli sponsor davano una buona mano e lui era bravo ad ottenere sconti. Le malelingue parlano di qualche debito lasciato in giro ma conferme non paiono essercene. Tornato per un breve periodo in Australia, le peregrinazioni di Popyrin lo portano dal nostro Riccardo Piatti dove resta per un paio d’anni, dal 2011 al 2013 e papà Alex è rimasto in contatto con il coach italico che ritiene uno dei migliori del mondo. Ora è approdato in quella che viene considerata la migliore Accademia del mondo, la Mouratoglou Tennis Academy, presso Nizza, in un contesto meraviglioso che può vantare una struttura d’avanguardia, sebbene a mio modesto parere e nonostante una stima enorme per il coach francese, non serva per forza qualcosa del genere per emergere. Qui il vantaggio per Alexei, a sentire il padre, sta nel fatto di poter scegliere degli sparring che frequentano il circuito e ogni giorno quasi uno diverso, tanti sono i giocatori che lo frequentano. Popyrin ha vinto il Roland Garros Juniores nel 2017, e nello stesso anno ha conquistato il primo Futures, su terra rossa polacca. In questa stagione ha vinto il torneo di Jinan, in Cina, partendo dalle qualificazioni, senza battere chissà che campioni ma dimostrando poi in tutta la stagione di essere pronto per passare dai Challenger all’ATP. Ha qualche punto in scadenza, non tantissimi, ma comunque i primi mesi dell’anno potrebbero essere destinati più ad una ricerca tecnica e tattica, con obiettivi di classifica più a lungo termine.
Alessandro Zijno