Il tennis vichingo di Casper Ruud

Casper Ruud: norvegese, 19 anni, 136 ATP
Sviluppo Potenziale: (60% del potenziale, manca di continuità ma la tecnica c’è)

Il norvegese diciannovenne è esploso nel 2016 vincendo due titoli Futures e il Challenger di Siviglia ed entrando velocemente in top 250 ATP a soli diciassette anni dopo essere stato alla fine del 2015 numero 1 del mondo a livello Juniores. Questo lascia già capire che il tennista entrerà di sicuro prima o poi in top 100, e secondo me farà una carriera notevole. Non so quanto sia papabile per la top ten, senza dubbio non è ancora maturo sotto tutti i punti di vista, sia fisico sia psicologico. Dovendo azzardare immagino che la top 20/30 sia alla sua portata e nel breve periodo sarà ancora lì a battagliare nei Challenger con risultati migliori di adesso, con qualche puntata nei tornei superiori. Finora meglio su terra, non mi sembra adattissimo all’erba, ma staremo a vedere.
La Scheda
183 cm di altezza per 78 chili, è ben strutturato e si muove bene in campo dal punto di vista atletico. Il suo staff è composto da papà Christian, ex numero 39 del mondo nel 1995, che sostanzialmente è al timone del gruppo e fa da Head Coach, poi da Pedro Rico (ex allenatore di Bautista Agut) ad Alicante con il preparatore Fernandez e uno sparring che si chiama Joachim Bjerke ed è un ex tennista professionista giovanissimo praticamente coetaneo di Casper. L’obiettivo è quello di migliorare tutte le skills del ragazzo, in particolare la sua capacità di lettura del punto, oltre a tutte le caratteristiche tecniche. Il diritto viaggia già bene con una importante rotazione, il servizio è solido ma deve migliorare le variazioni, il rovescio ancora non di livello ATP, è il suo lato debole. Lo gioca a due mani ma ancora lo sente poco. Al volo gli piace giocare ma è rivedibile, più che altro perché i suoi schemi non prevedono attacchi con discese a rete. In realtà secondo me può crescere molto anche sul piano della continuità prestazionale e sulla velocità negli spostamenti visto che non è pesantissimo.

Christian e Casper Ruud
Le Dichiarazioni.
“Con mio padre ho un rapporto straordinario e se sono un tennista lo devo a lui. Alcune volte nello sport non è così scontato. Siamo entrambi molto competitivi e vogliamo sempre vincere, lavoriamo per questo. Ai norvegesi fa piacere vedere un loro giovane che emerge in uno sport. Nella mio Paese una persona su due è iscritta ad una federazione sportiva e lo sport è molto praticato. Abbiamo Martin Odegaard nel calcio che è una stella, e Svindal che è uno dei migliori sciatori del mondo. Ed ora iniziano anche ad apprezzare il tennis prima grazie a mio padre che è stato numero 39 al mondo, e adesso anche un po’ grazie a me. Per la federazione tennistica è una grande cosa. Ciò che è mancata a molti talenti norvegesi prima di me è stata forse la motivazione, ma in me è profondissima. Non amavo rivedermi in tv ma adesso riprendiamo ogni match e lo riguardiamo con mio padre: ora vedo in me stesso un body language migliore, e sento di avere più fiducia. Nel 2019 faremo per lo più Challenger per entrare nei top 100 poi proveremo a far qualcosa di buono negli Slam.”


La storia
Casper Ruud nasce a Baerum, vicino Oslo, il 22 dicembre 1998 e da bambino pratica diversi sport come nella tradizione scandinava. Il papà Christian, ex giocatore professionista, lo invoglia a giocare a tennis e lui dagli 11 anni preferisce competere solo in questo sport, diventando subito fortissimo e vincendo i campionati nazionali norvegesi a soli 15 anni. Casper ha la fortuna fin da piccolo che il papà cominci a collaborare con Oivind Sorvald, il direttore tecnico della federazione svedese e che quindi lo faccia allenare con ragazzi e ragazze lanciatissimi verso il tennis di alta performance. Il segreto della sua crescita esponenziale, dice il papà, è che fin da subito le esercitazioni non hanno toccato temi tattici ma solo tecnici per la stabilizzazione del colpo. L’obiettivo era chiaro: se Casper avesse vinto perché più bravo a colpire palle avrebbero continuato, ma non avrebbero mai ceduto alla tentazione di limitarsi a buttare la palla dall’altra parte, che tutto sommato era nella tradizione norvegese. La famiglia ad un certo punto, intorno ai sedici anni di età, ha investito nel futuro del ragazzo vendendo addirittura la casa di Baerum per pagare il trasferimento di Casper in Spagna, precisamente ad Alicante alla corte di Pedro Rico, dove effettivamente il giovane si è fatto uomo e campione. Finora per spese di trasferta, allenamenti, e vita tra Spagna e Norvegia la famiglia Ruud ha speso più di 2 milioni di euro in 6/7 anni, e l’investimento non tarderà a dare i suoi frutti. Ora viaggia solo con papà Christian, che lo segue in tutto e per tutto mentre la mamma si occupa delle due figlie minori. Pedro Rico non può seguirlo in giro per dedicarsi alla sua Academy. Casper Ruud ha chiuso il 2016 al numero 231 ATP, il 2017 al numero 141 e attualmente è 136 con un best ranking di 108 circa un anno fa. Le due migliori prestazioni stagionali sono state a Braga e Francavilla dove ha conquistato due finali nei due Challenger. Se diventerà più continuo la top 100 è fattibile, anche se non scontata nell’immediato.
Alessandro Zijno