ATP Challenger 2019, Week 5 : Momento magico per Giustino: il lavoro con Gianluca Carbone paga, finalista a Launceston

Cleveland, OH, USA (CH Tour 90, Indoor Hard): [Q] M. Cressy (Usa) b. M. Torpegaard (Den) 6-7 7-6 6-3
Dopo una lunga attesa, il tennis professionistico è ritornato in Cleveland. Ed erano ben 34 anni che la città americana aspettava. Il tennis è in continua espansione nello stato dell’Ohio e questo giustifica il grosso impegno economico e di energie umane speso per tale evento. Con 24 campi da tennis è stato il Cleveland Racquet Club ad ospitare l’atteso torneo che è stato vinto a sorpresa dallo statunitense Maxime Cressy, di nazionalità francese solo fino ad un anno fa. 21 anni, studente all’Università della California, Cressy proviene da una ricca famiglia francese residente a Parigi (ma con due figli studenti negli USA) e con questa vittoria contro l’ottimo Torpegaard guadagna ben 150 posizioni e arriva al numero 312 ATP con ottime chance di andare ancora molto avanti nei prossimi mesi. Per il danese Torpegaard seconda finale di fila persa dopo quella di qualche settimana fa a Columbus. Unico azzurro in tabellone Roberto Marcora, che all’esordio ha sconfitto Dennis Novikov, un bello scalpo, poi è uscito non demeritando con Kecmanovic, il forte serbo in rampa di lancio, e testa di serie numero 2 del torneo.

Maxime Cressy, USA, 312 ATP

Launceston, Australia (CH Tour 80, Hard): [1] L. Harris (Rsa) b. [12] L. Giustino (ITA) 6-2 6-2
Settimana Deluxe per Lorenzo Giustino in Australia. Già la settimana passata il campano, ora allenato da Gianluca Carbone, aveva fatto vedere belle cose, superando il forte coreano Yunseong Chung (dotato dalla ITF di 25mila dollari di bonus, come potete leggere qui) a Burnie. Testa di serie numero 12 del tabellone, Giustino ha prima sconfitto di nuovo il coreano Chung diventando la sua bestia nera, poi ha eliminato da sfavorito Maverick Banes, australiano che su questi campi è temibilissimo, giocando un tie break da favola nel primo set concluso 12-10 a suo favore. Ne quarti l’azzurro si è trovato ad affrontare il britannico Jay Clarke, un tennista molto in palla nel periodo e dopo aver vinto il primo set ha dovuto cedere il secondo al tie break. Nel terzo il campano ha tirato fuori le energie mentali e fisiche giuste per fare suo il match, costringendo il rivale al ritiro quando l’azzurro era avanti 4-1. Arriviamo così alla semifinale, una partita in cui Lorenzo ha lottato con tutte le sue forze, ribaltando il risultato che lo vedeva sotto e alla fine demolendo il suo avversario, l’australiano Saville, battuto 7-5  nel terzo set. In finale troppo forte il sudafricano Lloyd Harris, che ha chiuso 6-2 6-2 in suo favore. In realtà nel secondo set Giustino ha avuto per primo l’occasione di fare il break, per poi invece subirlo nel game successivo, e anche sul finire del set ha sprecato 3 palle del controbreak prima di arrendersi definitivamente. Con questo risultato Lorenzo scala circa 40 posizioni nel ranking piazzandosi al numero 182 ATP, vicino al 165 che rappresenta il best ranking per lui. Il sudafricano diventa top 100 per la prima volta in carriera. Giustino ora può davvero raggiungere la consapevolezza di poter fare risultati con il suo gioco aggressivo su qualsiasi superficie, come questi ultimi mesi hanno dimostrato (qui intervista e focus con Gianluca Carbone, il coach di Lorenzo Giustino). Moroni, Gaio e Napolitano, dotati di un bye come teste di serie, sono usciti subito. Il romano Jimbo Moroni, dopo un 2018 strepitoso, si sta affacciando ai Challenger sul veloce con entusiasmo e la voglia di fare esperienza e migliorare. Da quando si è trasferito in Spagna sente di avere le motivazioni giuste e sta lavorando per diventare un tennista di livello superiore. Ha solo 20 anni, ne ha di tempo, è vicino al suo best ranking, è 229 ATP, e questo inizio di stagione è stato avaro di risultati con tre sconfitte in fila. Arriveranno tempi migliori, sperando già nella prossima settimana dove risulta iscritto a Budapest. Anche per il faentino Federico Gaio trasferta amara in Australia con una serie di sconfitte che lasciano qualche rimpianto: tornato ad allenarsi a casa, dal coach storico Casadei, Gaio è numero 222 ATP, e deve mettere qualche punto in cascina prima dell’arrivo dell’estate dove ha risultati da difendere. Peccato perché questa superficie forse è quella in cui Federico può rendere meglio. Diverso il discorso per Stefano Napolitano, il tennista di Biella, figlio di Coach Cosimo, che ha fatto benino in questo inizio di stagione, superando un turno di quali agli Aus Open e poi facendo quarti la scorsa settimana a Burnie. Bravo Alessandro Bega a qualificarsi, poi eliminato al primo turno dalla Wild Card australiana Grills.

Gregoire Barrere, francese, 126 ATP
Quimper, Francia (CH Tour 80, Indoor Hard): [13] G. Barrere (Fra) b. D. Evans (Gbr) 4-6 6-2 6-3
Gregoire Barrere (trovate qui il suo profilo), francese di 24 anni, vince il secondo Challenger della carriera dopo quello di Lille lo scorso anno e conquista il suo best ranking al numero 126 ATP. Il tennista transalpino è uno che a tennis sa giocare davvero bene, frutto di una scuola, quella francese, che ha pochi rivali sul piano tecnico. Barrere aveva già compiuto una bella impresa battendo agli ottavi la tds numero 1, il polacco Hurkacz e poi si è ripetuto in finale contro un ex top 100 fortissimo come il britannico Daniel Evans, rimontato e sconfitto al terzo set. Fuori al secondo turno tutti i nostri. Caruso era tds numero 12 ed è stato sfortunato a trovare sulla sua strada già al secondo turno il fortissimo Daniel Brands, uno che è stato top 100 frenato solo dagli infortuni ed è un signor giocatore che su questi campi indoor può diventare ingiocabile come in questo caso. Baldi sta vivendo un momento personale difficile ma si sta disimpegnando comunque bene, peccato per la sconfitta con Otte, dove se l’è giocata per tre set. Ornago fortunato ad entrare come Lucky Loser e avere addirittura un bye, poi però nulla ha potuto contro Tobias Kamke. Meglio di tutti in fondo è andato Raul Brancaccio, che ha vinto un match importante contro lo spagnolo Taberner, prima di arrendersi al francese Humbert, uno che è entrato in top 100 da poco, per altro lottando in entrambi i set. Brancaccio è entrato grazie al ranking ITF e il tennista che si allena alla Ferrer Academy e la scorsa settimana a Rennes aveva vinto due partite che a questo livello è già tanto, e sta risalendo la classifica ATP, vero obiettivo del campano trasferito in Spagna.
Alessandro Zijno