ATP Challenger 2019, Week 14: Roberto Marcora, gli applausi di Coach Mouratoglou

Monterrey, Messico (CH Tour 125, Hard): [7] A. Bublik (Kaz) b. E. Gomez (Ecu) 6-3 6-2
Alexander Bublik, il pazzo talento russo/kazako (qui un suo profilo) vince nel ricco torneo di Monterrey e conquista così il suo sesto titolo a livello Challenger, ben 3 in questo inizio di stagione che lo vede consacrarsi ormai in top 100 ATP. Quando lo vidi nel 2016 mi colpì immediatamente: alto e magro da tennista moderno, ha personalità, mano buona, è allenato molto bene da papà Stanislav che in realtà fa da supervisore di un team che prevede l’inserimento poi a turno di tecnici e specialisti. Servizio bomba e rovescio lungolinea sono i suoi colpi magici, e non è un caso che i maggiori successi li abbia ottenuti indoor Hard. Il dubbio passa per un carattere non facile, è un ragazzo spiritoso e istintivo, ma anche volubile a sentire chi lo ha allenato o collaborato con lui. In finale si è sbarazzato dell’ecuadoriano Emilio Gomez, che con questa finale guadagna ben 35 posizioni e si colloca al numero 274 ATP. Per Bublik trionfale re-ingresso in top 100 al numero 99. Best ranking anche per il 25enne americano Marcos Giron che ha raggiunto i quarti e diventa il numero 170 del mondo. L’unico azzurro in tabellone era Paolino Lorenzi, dotato della tds numero 5 che aveva un bye al primo turno e poi è uscito al secondo per mano della mai esplosa promessa statunitense Donald Young. Lorenzi, che vive ormai stabilmente in Florida, cerca di stare lontano dai tornei europei in questo periodo a causa di una allergia che lo colpisce principalmente qui dalle nostre parti. Per il tennista toscano, 37 anni, sarà importante riuscire a fare un po’ di punti in vista dell’entry list del Roland Garros e di Wimbledon: ora è 106 ATP ed entrare nel main draw di uno Slam equivale a portarsi a casa circa 40 mila euro, non poco. Per farcela bisogna tuttavia essere come minimo entro la top 100 ATP.

La premiazione di Dustin Brown
Sophia Antipolis, Francia (CH Tour 90, Terra): D. Brown (Ger) b. [5] F. Krajinovic 6-3 7-5
Alla Mouratoglou Academy (qui un focus sul grande coach francese di origini elleniche) è andato in scena il Bobby Marcora show: il tennista lombardo si è spinto fino alle semifinali e giocando un tennis aggressivo e brillante come spesso gli sta succedendo in queste ultime settimane e si è preso i complimenti direttamente da Patrick Muratoglou, uno dei più importanti allenatori del mondo. Finalmente lasciato in pace da guai fisici Marcora sta esprimendo a 29 anni il suo miglior tennis e probabilmente è arrivato a quella maturità che tutti ci aspettavamo da un momento all’altro. Già nel primo turno Roberto è stato devastante vincendo nettamente contro il francese Lamasine, poi nel secondo si è superato eliminando addirittura Benoit Paire, tds numero 3 e numero 67 del mondo al momento del’iscrizione! Terzo turno il derby contro Giannessi, apparso tuttavia un po’ stanco dopo le tante partite giocate nel periodo e nei quarti altra grandissima vittoria per Marcora contro Filippo Baldi, anche questa in due set. La semifinale era uno scoglio davvero complicato contro Krajinovic e si è dimostrato insuperabile. Quindici posizioni guadagnate e rientro in top 200 per Marcora. Best ranking per Baldi (151 ATP), che dopo la scomparsa dell’amato papà di poche settimane fa, sta cercando di riprendersi sul piano emotivo, elaborando un lutto dolorosissimo: sta comunque reagendo bene, complimenti a Filippo. Complimenti che si merita anche Gianluca Mager, che sta impressionando davvero per continuità di rendimento e si è permesso il lusso di battere in modo convincente la tds numero 1 Herbert. Il sodalizio con Matteo Civarolo, con Marco Bruzzone, Valentine Confalonieri e il preparatore atletico Diego Silva, sta dando i risultati sperati: quarti di finale qui da Mouratoglou e best ranking anche per lui al numero 173 ATP. Anche Bolelli e Donati sono arrivati fino ai quarti, e se per il tennista di Budrio Simone Bolelli hanno un sapore di rivincita, per Matteo Donati sono forse più importanti perché confermano il momento più positivo delle ultime due settimane dopo mesi complicati sul piano dei risultati. Il rientro in top 200 per il tennista piemontese è importante sia sul piano psicologico sia su quello pratico: decisivo entrare sempre nei Challenger e non precipitare negli ITF, e magari farlo da testa di serie. Bolelli ha fatto un capolavoro contro Lorenzo Sonego, il luxury fighter torinese allenato da Gipo Arbino, battuto con due tie break. Per Lorenzo battuta d’arresto indolore per il ranking, attenzione però che le prossime settimane saranno decisive per lui, per lo stesso discorso fatto in riferimento a Paolo Lorenzi. C’è da entrare nel main draw del Roland Garros a tutti i costi, e occorrono punti tutte le settimane. Ottima figura per il campione degli Aus Open Juniores, Lorenzo Musetti, seguito sempre da Simone Tartarini ma con sguardo alla Mouratoglou Academy: il giovane azzurro ha battuto al primo turno l’egiziano Maamoun, in tabellone grazie al ranking ITF, e badate bene che è un risultato importantissimo, un po’ sottovalutato dai media. L’egiziano di scuola Usa gioca bene, davvero bene, è aggressivo e non è facile da battere; grande quindi la maturità tennistica dimostrata da Musetti, poi uscito per mano di Popyrin, onestamente al momento di un altro livello. Eliminato al primo turno Matteo Viola. Il torneo è stato vinto dal tedesco di origini giamaicane Dustin Brown e quando vince questo ragazzo è sempre uno spot per il tennis perché piace al pubblico e fa divertire. E quando è in forma come in questo periodo diventa a volte ingiocabile. Battuto in finale il favorito Krajinovic, che comunque riavvicina la top 100. Ora il tedesco che era famoso per girare in camper quando non era ancora così famoso, e che è stato numero 64 ATP, risale in classifica e si riporta ai margini della top 150 ATP.
Alicante, Spagna (CH Tour 80, Terra): [1] P. Andujar (Esp) b. [12] P. Martinez (Esp) 6-3 3-6 6-4
Derby spagnolo in finale ad Alicante: Pablo Andujar, precipitato in classifica i mesi passati per infortunio, ora sta correndo e si porta a casa il Challenger di Alicante sulla sua amata terra rossa, esattamente come aveva fatto lo scorso anno. Per questo resta numero 70 ATP, non guadagnando posizioni. Di posizioni invece ne guadagna tante il finalista Pedro Martinez che si consola col best ranking al numero 140 ATP. Migliore dei nostri l’encomiabile Salvo Caruso, quarti di finale per lui, e best ranking ritoccato per l’ennesima volta attestandosi al numero 154 ATP. Il tennista di Avola era tds numero 11 e quindi aveva un bye: poi al secondo turno ha demolito lo spagnolo Gimeno-Traver, per poi superarsi e fare fuori addirittura il talento svedese di origini etiopi Elias Ymer. Badate bene che battere Ymer significa almeno due cose: la prima è avere un livello da top 100 sul piano dei colpi, poi saper lottare e resistere dal punto di vista atletico, perché lo svedesino colored atleticamente è una bestia. Davvero super quindi Caruso, sempre allenato da Coach Paolo Cannova (qui un focus sul lavoro del team Caruso). Andrea Arnaboldi aveva la tds 13, ed è stato eliminato al secondo turno da Taberner. Gaio ha superato nel derby all’esordio Brancaccio, poi però si è fermato con Davidovich Fokina. Bene ancora Lorenzo Giustino, sempre seguito da Coach Carbone (qui un focus sul coach pugliese): dopo le ottime prestazioni sul veloce, il rientro su terra rossa è stato positivo anche se si è fermato al secondo turno. Vittoria sul portoghese Oliveira e poi sconfitta con Elias Ymer. Fuori al primo turno Filippo Moroni, Riccardo Bonadio e Yannik Sinner. Per Bonadio qualche rammarico: entrato in tabellone grazie al ranking ITF aveva uno scoglio complicato ma superabile in Vatutin, che gioca bene ed è dinamico ma non è potentissimo. Vinto il primo, l’azzurro si è un po’ disunito ed ha finito per perdere. Disco rosso all’esordio anche per Filippo Moroni opposto all’argentino Cachin. Per Yannik Sinner c’è un discorso a parte: si è addirittura sentita qualche critica per questa sconfitta contro un altro giovanissimo come Alcaraz Garfia, spagnolo di 15 anni, che già la scorsa stagione si era tolto la soddisfazione di battere Federico Gaio. Ma lo spagnolo gioca bene, è maturo, tempo fa Luca Sbarscini, tecnico federale disse che Garfia avrebbe potuto emergere da lì a poco e fu buon profeta. Tennista che ha fisico, testa, è uno spagnolo classico, grande diritto, servizio solido, ottimi spostamenti. Il giovane Sinner ha giocato alla pari, a volte sembrava poter anche dominare, tuttavia è stato sconfitto al terzo set. Sono esperienze, e serve farle.
Alessandro Zijno