ITF WTT Femminile 2020, Week 49: Andreeva e Fruhvirtova baby star. E c’è il ritorno di Hurricane Tyra Black

W15 Il Cairo, Egitto (15K, Terra): [JR] E. Andreeva (Rus) b. [2] C. Meligeni Rodrigues Alves (Bra) 6-1 6-3

Secondo titolo stagionale e in carriera per la Junior Erika Andreeva, russa che ha perso solo 1 degli ultimi 16 incontri, con due tornei vinti in tre settimane. Sedici anni e un futuro sicuramente luminoso si parla della Andreeva come di un vero crack, una tennista che sta lavorando seriamente per diventare la prossima stella del tennis russo. Sarà prestissimo competitiva già nei 25mila dollari, vedrete. Fuori al primo turno Federica Prati, unica azzurra in tabellone

W15 Monastir, Tunisia (15K, Hard): [2] Y. Hatouka (Blr) b. L. Fruhvirtova (Cze) 6-1 5-7 6-3

Prima 2005 a raggiungere la finale di un torneo professionista, Linda Fruhvirtova fallisce l’appuntamento col primo trionfo, sconfitta nell’atto conclusivo del torneo di Monastir da un’altra “fenomena”, ma più esperta, la bielorussa Yuliya Hatouka. Settimo titolo in carriera per la ventenne bielorussa, alla ricerca dei fasti del 2018 dove addirittura trionfava nei 25mila dollari. Per Linda Fruhvirtova (nella foto) un torneo ovviamente molto positivo che mette in evidenza le sue grandi qualità, che possiede anche la sorella Brenda che in questa stagione ha stabilito un record clamoroso, vincendo un Grado 2 (J2) in Egitto a 13 anni, 5 mesi e 9 giorni, togliendolo a Mirjana Lucic (oggi Lucic-Baroni), poi diventata top 20 WTA.  Nella intervista che hanno rilasciato al sito dell’ITF hanno dichiarato (qui è Brenda che parla in realtà): “Noi siamo molto competitive ma non ci diamo pena di conquistare o meno trofei adesso che siamo Under. E siamo felici l’una per l’altra quando una di noi due vince. Ci ispiriamo alle sorelle Williams e alle Pliskova di cui siamo tifose. Stiamo lavorando per migliorare ogni giorno, il nostro obiettivo non sono certo i tornei Junior, o almeno non solo, pensiamo in prospettiva.”. Vidi Linda e la sorella qualche anno fa al Lemon Bowl, erano già 2 fenomeni veri, sia come atteggiamento sia come tecnica e capacità coordinative specifiche: il loro papà aveva molta carica e la trasmetteva alle due ragazze che eseguivano senza patire troppo l’ingombrante presenza paterna e il peso di allenamento abbastanza intensi. Fuori al secondo turno Giulia Crescenzi (lucky loser), mentre Chiara Catini (qui una sua recente intervista esclusiva), bravissima a qualificarsi e la lucky loser Linda Salvi sono state eliminate all’esordio nel main draw.

W15 Antalya, Turchia (15K, Terra): I. Oz (Tur) b. [8] A.A. Rosca (Rou) 6-1 6-1

Sfuma il terzo titolo consecutivo per la lottatrice indomita Andreea Amalia Rosca (dopo i due di Heraklion), battuta in finale dalla turca Ipek Oz, coetanea ventunenne e da oggi al best ranking in top 500 WTA.  Terzo titolo in carriera e tutti ottenuti in casa per Ipek Oz, non considerata da molti come una possibile top player ma comunque una tennista che farà la sua onesta carriera, ne sono convinto. La Oz ha sconfitto anche la Dasha Lopetetska, 17 anni, da me soprannominata la Pitonessa, tennista meravigliosa e davvero forte che credo farà una carriera da protagonista assoluta, per me la migliore delle tenniste ucraine emergenti insieme a Daria Snigur, che però potrebbe avere limiti di personalità.  Chi era considerata una predestinata era la Hurricane Tyra Black, sconfitta qui in Turchia dalla Rosca, che a 19 anni comunque è già numero 552 del mondo, mentre la sorella (Tornado Alicia, 22 anni) ha smesso dopo essere stata 400 del mondo a 17 anni e aver vinto la Fed Cup Junior con gli USA nel 2014. Se Tornado ha smesso per problemi fisici ma anche perché non accettava la difficoltà insite nella vita professionale di una tennista, Hurricane Tyra sembra più centrata e forse disposta a maggiore impegno. Come dice Francesca Schiavone, a me non piace parlare di “sacrifici”, né di “rinunce” perché è davvero gratificante, per chi piace, la vita del tennista PRO. Ho scritto più volte delle difficoltà, anche in numerose interviste, economiche delle ragazze e dei ragazzi impegnati nel circuito professionistico: queste sì, ci sono e sono evidenti. Ma non dovrebbero intaccare il piacere di giocare, allenarsi, un piacere, un fuoco dentro, che possono coesistere con le difficoltà materiali che si incontrano. Non c’erano azzurre in tabellone ad Antalya.

Alessandro Zijno