ATP Challenger 2019, Week 29: Con Marco Panichi nel motore, Alessandro Giannessi finalista a San Benedetto e pronto a volare

Nur-Sultan, Kazakhstan (CH Tour 110, Hard): [1] E. Donskoy (Rus) b. S. Korda (Usa) 7-6 3-6 6-4
La maggiore esperienza del russo Donskoy, al dodicesimo titolo Challenger della sua carriera, ha avuto la meglio sulla freschezza del figlio d’arte Sebastian Korda, erede del mitico ceco Petr Korda, che vinse anche gli Aus Open. Cresciuto negli Stati Uniti, Korda sta bruciando le tappe e il diciannovenne può davvero ambire a traguardi molto alti. Dotato di un ottimo servizio e fondamentali sicuri, alto 193 centimetri, Korda ha dato filo da torcere a Donskoy in finale, con il russo che ha prevalso però per la terza volta ad Astana, che ora si chiama Nur-Sultan per volere governativo kazako, arrivando alla posizione numero 115 del ranking mondiale. Best ranking per Korda, 307 ATP Matteo Viola ha raggiunto degli straordinari quarti di finale, eliminato proprio da Korda che al secondo turno aveva fatto fuori anche Lorenzo Giustino.

Jason Kubler
Gatineau, Canada (CH Tour 80, Hard): [10] J. Kubler (Aus) b. [15] E. Couacaud (Fra) 6-4 6-4
Jason Kubler, mano d’oro (qui un suo profilo), 26 anni e un numero di infortuni impressionanti, quando sta bene è di un’altra categoria rispetto ai Challenger e stavolta lo ha dimostrato anche attraverso i risultati. Trionfo in Canada, rientro in top 200 (troppo poco per uno del suo calibro) e quinto centro Challenger della sua carriera, per l’ex numero 1 del mondo a livello Juniores. In finale battuto il sorprendente francese Couacaud, che pian pianino sta scalando il ranking e da domani sarà numero 178 ATP, suo best ranking. Non c’erano italiani a Gatineau.
Amersfoort, Olanda (CH Tour 80, Terra): [5] M. Moraing (Ger) b. [2] K. Coppejans (Bel) 6-2 3-6 6-3
Mancino, altissimo e magro, il tedesco Mats Moraing conquista il torneo olandese di Amersfoort, andando a vincere il secondo torneo Challenger della sua carriera. Ora sarà numero 166 ATP, secondo me l’ingresso in top 100 è possibile nel giro di un paio d’anni, ora che ha dimostrato che con un servizio come il suo può fare molto bene anche sulla terra rossa. In finale il tedesco ventisettenne ha sconfitto il belga Coppejans, cui manca spesso un centesimo per fare un euro. Tennista dotato di ottimo braccio, Coppejans forse è fermato da un fisico non troppo potente, ma anche lui è un papabile top 100, e su terra rossa già vale più della sua classifica piazzata al numero 139 ATP. Buon torneo di Igor Sijsling, tronato in buone condizioni fisiche e semifinalista in Patria. Non c’erano azzurri in tabellone.
San Benedetto del Tronto, Italia (CH Tour 80, Terra): R. Olivo (Arg) b. [3] A. Giannessi (ITA) 5-7 7-6 6-4
Nel 2016 Renzo Olivo era entrato di prepotenza nella top 10° ATP, issandosi al numero 78 che resta il picco più alto della sua carriera, e aveva vinto 2 Challenger. A distanza di circa 3 anni Olivo, argentino ventisettenne torna a vincere dopo essere precipitato nel ranking. Attualmente è numero 263 ATP. Purtroppo per noi in finale Olivo ha superato il nostro Alessandro Giannessi, dopo una maratona lunga oltre 3 ore, giocata in maniera intensa e massacrante da entrambi i contendenti. L’ha spuntata l’argentino ma Giannessi ha disputato un torneo fantastico, del resto è un tennista competo e affermato, con una identità di gioco chiara e precisa. Seguito da un preparatore fisico tra i migliori al mondo, se non il numero uno in assoluto, l’italiano Marco Panichi che lavora anche con Nole, Giannessi secondo me è pronto per il ritorno nella fatidica top 100 che dà diritto all’ingresso negli Slam. Il mancino di La Spezia da qui alla fine dell’anno ha una sola cambiale, cioè la vittoria di Banja Luka dello scorso settembre. Per il resto, a parte un quarto di finale al Challenger di Barcellona, non ha nulla da scartare, e quindi la possibilità di crescere ancora in classifica, rispetto al numero 145 ATP attuale è concreta. Buono il ritorno alla collaborazione tra Federico Gaio e Daniele Silvestre, che ha portato il faentino a salire ancora, facendo qui a San Benedetto un torneo sontuoso, sconfitto solo in semifinale dal vincitore del torneo. Gaio ora è 173 ATP, può salire anche lui. Quarti di finale per un ritrovato Arnaboldi e un Marcora che continua a fare molto bene. Best ranking al numero 321 ATP per Andrea Vavassori, ormai proiettato verso una carriera da singolarista di livello interessante: ha trovato continuità, fiducia nei suoi mezzi e un gioco che infastidisce molto gli avversari, fatto di discese a rete continue e di una solidità da fondo campo che lascia ben sperare il suo coach, che poi è il papà Davide. Il lavoro mentale con Gianfranco Santiglia ha dato i suoi frutti. Come Vavassori, anche Pellegrino ha raggiunto gli ottavi, mostrando ancora progressi. Tra i più migliorati troviamo anche Francesco Forti, cui l’ATP ha dedicato sul suo sito uno spazio per un tweener incredibile inserito tra i colpi più spettacolari della settimana. Anche Francesco Forti, godendosi gli ottavi di finale, festeggia il best ranking al numero 390 ATP. Secondo turno per Zeppieri, Bonadio, Mager, Vanni e Quinzi. Eliminati all’esordio Basso, Ramazzotti, Balzerani, Musetti, Rondoni, Bega e Trusendi.
Alessandro Zijno