ITF WTT Femminile 2020, Week 38: Lisa Pigato semifinalista a Grado. La Qinwen Zheng orgoglio cinese

 W80 Cagnes Sur Mar, Francia (80K, Terra): [1] S. Sorribes Tormo (Esp) b. I. Bara (Rou) 6-3 6-4

Il più importante torneo ITF femminile della settimana, senza presenza azzurra, è stato vinto dalla spganola Sara Sorribes Tormo senza perdere nemmeno un set, da testa di serie numero 1 del tabellone. Prestazione meravigliosa di questa ragazzona spagnola, 23 anni, che vince il decimo titolo ITF della sua carriera e avvicina il suo Best Ranking (64 WTA, oggi è 70).

Sara Sorribes Tormo

W25 Zagabria, Croazia (25K, Terra): [WC] A. Koniuh (Cro) b. [3] T. Mrdeza (Cro) 6-4 6-2

Ana Koniuh, ex bambina prodigio e oggi ventiduenne, vince nel derby contro la Mrdeza e conquista, senza perdere nemmeno un set il 25mila casalingo di Zagabria. L’ex numero 20 del mondo, precipitata a causa di numerosi infortuni addirittura fuori dal ranking mondiale, trionfa senza perdere nemmeno un set e si ricandida ad un ruolo da protagonista nel panorama tennistico mondiale. Non c’erano italiane in tabellone.

Qinwen Zheng

W25 Frydek Mistek, Rep. Ceca (25K, Terra): [Q] Q. Zheng (Chn) b. [4] G. Talaba (Rou) 3-6 6-4 6-0

Lotta su ogni palla, ha accelerazioni già da livello WTA, sa variare il gioco, la cinese Qinwen Zheng ha iniziato la stagione post covid con un piglio decisamente agguerrito e con un tennis meraviglioso ha un parziale di 28 partite vinte e sole 5 perse in questo 2020. Lanciata in top 400 WTA la cinesina diciassettenne è una furia: la vedremo presto giocare i tornei superiori e sarà un vanto per il regime cinese da sempre pronto a sfruttare lo sport come strumento di coesione sociale e propaganda. Terzo titolo del 2020 per Zheng, che ha demolito le avversarie anche sul piano strategico e psicologico: quando arriva nei momenti decisivi del match si trasforma letteralmente. Battere da qualificata 6-0 6-1 la Kan, una tennista che butta tutto di là, sebbene non in formissima, poi demolire la Volynets (americana che spinge parecchio), lasciare 3 giochi alla giovane Markova, in semi lottare come una indemoniata contro la romena (naturalizzata cipriota) Serban e poi fare il miracolo in finale contro la Talaba, altra romena che ti urla in faccia qualsiasi cosa pur di vincere, beh, è da campionessa. Mi espongo pensando ad una top 50 minimo per la cinese entro 2 anni, anche per ciò che mi dicono diversi coach del circuito. Nessuna italiana in tabellone.

W25 Grado, Italia (25K, Terra): [Q] S. Herrmann (Ger) b. L. Salden (Bel) 6-4 7-5

18 anni e festa per il primo titolo per la tedesca Sina Herrmann nel nostro torneo di Grado. Non era in un periodo meraviglioso la tedeschina, eppure partendo dalle qualificazioni ha giocato il suo miglior tennis ed è riuscita nell’impresa di alzare il trofeo. Folta la pattuglia italiana con Lisa Pigato sugli scudi, spintasi fino alla semifinale persa proprio con la vincitrice del torneo. Per la forte azzurrina vittoria prestigiosa contro la tds numero 1 Sachia Vickery, apparsa tuttavia condizionata da un infortunio, poi la grande conferma per Pigato in un match combattuto e portato a casa 7-5 al terzo contro la russa Maria Bondarenko. Lisa, figlia dell’ex campione numero 373 ATP e oggi coach Ugo Pigato, direttore della Milano Tennis Academy, ha poi superato Anna Bondar, una ungherese che a tennis sa giocare e anche molto bene, per poi perdere come detto dalla Herrmann. Lisa Pigato (www.lisapigato.com), ancora 17 anni (compirà 18 anni il 21 giugno 2021), seguita sempre da Jack Oradini con la supervisione del papà Ugo, festeggia il best ranking in top 700 WTA e continua il suo percorso di crescita, umana e tennistica. Quarti di finale per Stefania Rubini, che prosegue nella crescita, mentre Bianca Turati e Matilde Paoletti sono state eliminate al secondo turno. Disco rosso all’esordio per Sara Ziodato, Lucia Bronzetti, Federica Arcidiacono, Nicole Fossa Huergo, Nuria Brancaccio, Deborah Chiesa, Federica Di Sarra (reduce da due settimane bellissime) e Martina Caregaro.

W15 Monastir, Tunisia (15K, Hard): [1] S. Talbi (Blr) b. [3] A. Kubareva (Blr) 2-6 7-5 6-4

Successo a Monastir, dove addirittura c’erano due bye e tutte passate le sole 8 iscritte al torneo di quali, per Shalimar Talbi, bielorussa ora top 400 (Best ranking), diciannove anni al prim successo da PRO. Unica azzurra Chiara Catini, eliminata al secondo turno dalla finalista Kubareva.

Matilda Mutavdzic

W15 Melilla, Spagna (15K, Terra): [JR] M. Mutavdzic (Gbr) b. [3] Y. Cavalle-Reimers (Esp) 6-2 7-5

A Melilla era davvero il festival della gioventù, con tenniste teen ager già fenomenali come la svedese Hennemann che la settimana scorsa aveva trionfato in Francia, Oksana Selekhmeteva da anni sulla bocca di tutti, la maltese Francesca Curmi che segue le orme della Pellicano e migliora di giorno in giorno, la russa Dasha Krasnova, la ormai mitica spagnola Romero Gormaz, la romena Simona Ogescu meno reclamizzata tennisticamente ma molto apprezzata dai ragazzi, l’andorrana Kasintseva che ha già vinto tantissimo anche a livello giovanile, e la ceca Siskova, servizio già da grande e tanta capacità di vincere le partite. Eppure chi è saltata fuori come campionessa? La Matilda Mutavdzic, inglese nata ad Oxford ma di chiare origini slave (serba per la precisione), che aveva già mostrato grandi segnali di classe nel circuito Junior. Primo titolo per la Juniores britannica. Nessuna italiana in Spagna.

W15 Santarem, Portogallo (15K, Hard): [SE] B. Haddad Maia (Bra) b. [Q] M. Kubka (Pol) 6-0 6-0

E’ inusuale che una finale di un torneo professionistico termini 6-0 6-0 ma quando in un 15mila gioca una campionessa come Bea, in tabellone solo perché deve recuperare punti dopo la squalifica per doping, beh, allora tutto è possibile. Percorso netto per la Haddad Maia che conobbi molti anni fa ormai (2013 se non ricordo male) a Caserta in occasione del 25mila dollari quando era ancora allenata dal mitico Larri Passos, che caricava ogni punto questa ragazzona giovanissima ma già alta con grida animalesche ad ogni punto. Tirava già dei comodini ma si muoveva non benissimo. Era ovviamente molto interessante ma all’epoca mi parevano più futuribili Gabriela Ce e Eduarda Piai che erano con lei lì in Campania. Non ci avevo capito molto e mi ero fatto ingannare dai piedi non rapidissimi della panterona bionda Bea, mentre l’eleganza della Piai e la capacità di lottare della Ce mi sembravano promettere meglio. Nessuna azzurra in tabellone in Portogallo, mentre ha letteralmente stupito la qualificata polacca Kubka, 19 anni, che ha fatto finale sfiorando il primo titolo da Pro.

Alessandro Zijno