Beatrice Lombardo, la vita non è aspettare che passi la tempesta ma imparare a ballare sotto la pioggia

Ho incontrato Beatrice Lombardo al TC Garden, dove con la guida decisa e amorevole di Alessandro Baldoni, si allena per provare a scalare le classifiche internazionali e coronare il sogno di essere una tennista di altissimo livello. Ha cominciato a girare il circuito internazionale già a 15 anni, e ha vissuto una carriera Juniores di alto profilo. Oggi ha 24 anni, e nel corso del tempo per un motivo o per l’altro non è riuscita a fare quel salto che determina chi può vivere agiatamente di tennis e chi è soltanto vicino a farlo. Esordì, pensate, proprio a Pomezia, dove lavoro, nel 2011 in “quali” contro una già esperta Lisa Sabino ma la fece soffrire e a quei tempi tutti parlavano di una Beatrice Lombardo futura campionessa. La prima vittoria contro Giulia Bruzzone (qui un focus sulla tennista genovese), a Locri. Proprio a Locri l’anno successivo affrontò la top 100 di oggi Sara Sorribes Tormo, tennista completa e difficilissima da sfidare facendo un figurone in particolare nel primo set. Ricordo che la settimana precedente mi ero molto stupito della sua netta sconfitta contro Federica Quercia, ragazza meravigliosa e tennista di una solidità pazzesca ma che non possedeva quelle skills per dominare i match. Il 2014 è stato l’anno del boom con tante vittorie (ben 16) col best ranking che si è concretizzato l’anno successivo (808 WTA) per Bea, che a Tirrenia aveva passato 3 anni intensi. Nel 2016 ottima semifinale a Sezze, e nel 2017 ancora quarti ad Hammamet, con però lunghi periodi di “buio”, soprattutto a causa di infortuni ma probabilmente anche per motivi diversi. E’ quello su cui bisogna interrogarsi e infatti Beatrice stessa ha posto come suo obiettivo quella continuità di rendimento e di impegno che forse gli è mancata finora. E’ ancora in tempo. Se nel 2018 è stata praticamente ferma, nel 2019 c’è stato un rilancio, con ben 13 vittorie, e giocando molto bene a Caserta e Barletta, sempre su terra rossa che è la sua superficie preferita “finora”. “Finora” l’ho messo non a caso tra virgolette, perché se sul “rosso” in effetti Bea ha costruito finora la sua carriera, ha un gioco completo che può senza dubbio essere molto positivo anche su superfici più rapide.

Parlando con Beatrice e raccontandovi le mie sensazioni nei primi secondi di conversazione, posso dire che le sue parole e il suo body language sono stati una dichiarazione d’amore alla vita, allo sport e ai sogni. Al di là dei discorsi razionali, del duro lavoro che sta affrontando, del percorso sul “problem solving” (dentro e fuori dal campo) che sta percorrendo, ciò che mi ha colpito favorevolmente è la sua determinazione. Allenarsi con Alessandro Baldoni significa sposare un progetto fatto di tanta fatica e pochi vezzi: servono Energia, Entusiasmo, Disponibilità, Comunicazione. E Beatrice sta dimostrando giorno dopo giorno di volerci provare sul serio. Senza alibi, senza se e senza ma. Lavoro, soluzioni, colpire palle, sentire le sensazioni e desiderare fortemente vincere ogni match. Se non avessi percepito questo non mi sbilancerei dichiarando che credo molto in Beatrice e nel suo percorso con Alessandro Baldoni al TC Garden.

Gli inizi: come hai cominciato e chi erano i tuoi idoli da bambina?

”Ho iniziato all’età di 5 anni perché mia sorella giocava a tennis, e ogni volta che andavamo a prenderla desideravo poterci giocare anche io. Mi sono innamorata subito di questo sport. Il mio idolo si fin da bambina è Federer e mi piace moltissimo la Azarenka.”

La tua storia tennistica, il best ranking a 19 anni, 808 WTA. Cosa ti ha impedito di crescere in questi anni?

“In quel periodo ero ancora a Tirrenia. Ci ho passato 3 anni e mezzo, giocavo moltissimo, ero appena uscita dai tornei Juniores. Ero molto in fiducia, poi ho avuto diversi infortuni e un problema personale che mi hanno impedito di avere costanza nelle competizioni. Ho giocato molti tornei Juniores, girando tutto il mondo dall’Australia al Sud America, avendo solo 16 anni. Ho avuto la fortuna di partecipare a tutti i più importanti tornei Juniores e quelle sono state esperienze uniche ed indimenticabili. Spero di poterle ripetere anche a livello PRO.”

Come ti descriveresti dal punto di vista delle caratteristiche tecnico-tattiche?

Mi piace molto variare e ho una buona scelta di colpi. Il mio preferito è il diritto, e so giocare bene in Back. Fino a qualche tempo fa, prima di lavorare con Alessandro Baldoni il servizio era per me un punto debole, soprattutto a livello mentale. Finalmente oggi sento che il servizio è un colpo automatico, non soffro più quella pressione che provavo prima. Mi sento molto migliorata in questo fondamentale.”

Alessandro Baldoni, oggi coach di Beatrice

I tuoi allenatori passati, il loro profilo, e le differenze di allenamento tra loro.

“Ho iniziato a giocare a Grottaferrata, dove vivo tuttora, nel circolo vicino casa. Ho avuto diversi allenatori da Julian Vespan a Vittorio Magnelli. Vittorio mi ha allenata per tantissimi anni e conserviamo un ottimo rapporto tutt’oggi: è stato come un padre per me. Poi dopo la parentesi Parioli sono andata a Tirrenia: là ho costruito un rapporto fantastico con Gianclarlo Palumbo, che mi ha aiutata molto ed è una persona davvero speciale. A Tirrenia mi seguivano anche la Serra Zanetti, Tax Garbin e Ceraudo per un periodo. Poi sono tornata ancora al Parioli, ma ho giocato davvero pochissimo per via di un problema. Successivamente ho ripreso l’attività e ho subito una operazione al piede, che pur piccola mi ha tenuta lontana dai campi per un anno. Ho ripreso piano piano e grazie a mio padre ho conosciuto Alessandro Baldoni che è per me una persona speciale, mi ha aiutata tanto e ha compreso la mia anima come nessuno prima. Lavoriamo benissimo insieme e diciamo che non mi ero mai allenata così. E’ come se avessi cominciato a giocare a tennis in modo nuovo per l’intensità e la qualità del training. Gli sono davvero grata per questo e soprattutto perché mi ha fatto tornare ad innamorarmi di questo sport, mi ha permesso di ricordare perché giocassi.”

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giancarlo palumbo

Il ricordo e la stima per Beatrice Lombardo nelle parole di Giancarlo Palumbo, oggi Responsabile organizzativo del Centro Tecnico di Tirrenia e del settore Under 18.

Beatrice è un grande talento che poteva far meglio di quanto ha fatto finora. Probabilmente ha avuto troppi stop and go, e le ripartenze sono spesso più difficili delle partenze stesse. Credo che abbia pagato lo scotto di qualche fermata di troppo. La ricordo per la sua simpatia, gentilezza e disponibilità: è una ragazza che a Tirrenia ha sempre lavorato tanto senza risparmiarsi. Ha dato sempre il meglio, quando ha potuto. La continuità è stata il suo tallone d’Achille che non gli ha fatto fare il salto di qualità che noi tutti auspicavamo. Lei giocava al Parioli, e Vittorio Magnelli credeva fortemente in lei. Un problema per Beatrice forse è stato quello di troppi cambi: non ha seguito una linearità, e andarsi a cercare “alchimie” che poi alla fine hanno rallentato il percorso. Tuttavia ha 24 anni e può fare ancora bene. Se ci crede è ancora in tempo per trovare quella carriera che si merita: ricordiamoci che le ragazze italiane maturano un filo più tardi. Un ricordo fantastico è quando giocava a calcio: palleggiava e sembrava di vedere un calciatore professionista per l’abilità con la quale trattava la palla. E la stessa abilità ce l’ha nel tennis, perché ha un tocco incredibile, un cambio di velocità importante. Spero che possa ottenere il meglio nella sua vitae le auguro tutto il bene possibile.”

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Mi racconti come si viveva e ci si allenava a Tirrenia?

Sono andata il primo anno che decisero di fare il modello “college” e potevano andare anche le femmine, perchè prima era solo dedicato ai maschi. Il distacco da casa non è stato facile, mi mancava molto la mia famiglia, gli allenamenti erano durissimi. La mattina ci svegliavamo alle 5.45 e alle 6 andavamo a correre per 10 KM, con il buio perché era inverno. Poi tornavamo e ci facevamo la doccia e facevamo colazione. Alle 8 scuola fino alle 10.30. Tennis e atletica fino alle 13.30, pranzo, e alle 15 si ricominciava con tennis o atletica. Finivamo, distrutte, alle 18.30 o anche alle 19. Cena alle 20 e ritirata a letto: ti posso dire che alle 21 già dormivo pesante tanta era stata la fatica. Sicuramente Tirrenia ha il suo perché: funziona il fatto che è tutto organizzato, c’è il fisioterapista tutte le sere, puoi allenarti su ogni tipologia di superficie, palestra attrezzatissima, pista di atletica. E’ un bel posto pieno di giovani sportivi, in un clima di alta performance in cui tutti cercano di coronare il proprio sogno, in tanti sport diversi. Per me era diventata come casa mia, ci stavo bene e si era creato un bel rapporto con tutti. Il primo anno c’era tanta severità, poi quando si sono resi conto che stavamo diventando mature e più autonome, nel rispetto delle regole e del progetto di crescita, beh siamo diventate più libere di gestirci.”

Obiettivi?

Per ora giocare più partite possibili e mettere in pratica quello su cui lavoriamo giorno per giorno. Sto costruendo il mio gioco ma soprattutto sto mettendo i mattoni della mia personalità, sto conoscendo me stessa, sto crescendo come persona. E’ un percorso lungo e sono fiduciosa. Il sogno tennistico è un giorno poter giocare i tornei maggiori, far parte di quella cerchia di tenniste tra le più forti al mondo. Vincere uno Slam sarebbe il sogno più grande.”

Chi è il tuo modello tennistico oggi?

Simona Halep. Di lei mi piace il fatto che sa fare un po’ di tutto ed è molto solida”

E’ possibile avere amicizia sincere nel circuito?

E’ davvero difficile ma se sei fortunata riesci a incontrare amicizie importanti. A me il tennis ha regalato anche questo, mi ha dato la fortuna di conoscere tanta gente che poi ha cominciato a far parte della mia quotidianità.”

Quando una tennista può definirsi professionista?

Sicuramente essere professionisti non significa allenarsi tutti i giorni, e andare semplicemente a fare i tornei. Ciò che ti identifica è il modo in cui ti comporti quando affronti un match, come lo prepari, il tentativo positivo di risolvere i problemi che ti si pongono davanti.”

C’è una partita o un torneo che ricordi con particolare piacere e orgoglio? E una invece che tiferisce ancora nel ricordarla?

Un torneo è sicuramente Wimbledon, una emozione che non mi riesce nemmeno di spiegare. Una partita in particolare non ce l’ho perché ne ho giocate parecchie di belle, in cui ho provato mille emozioni. Quando perdi un match ti fa male, è sempre un dispiacere, non ce n’è una che ha fatto più male di altre.”

Hai fatto partita pari con Rubini, Kostic, hai battuto Caregaro, cosa ti manca per salire in classifica?

La costanza nel giocare i tornei, credo. Ho giocato davvero troppo pochi tornei in maniera continuativa. Per questo uno degli obiettivi è proprio fare un paio di anni giocando quasi tutte le settimane come fanno le altre.”

Resort in Tunisia, Egitto, Turchia…

Sono andata e ti posso confermare che per noi giocatori è comodo e utile: non si sta male, è tutto all’interno a partire dalla palestra, le camere, passando per ristorante e finendo con i campi. Più o meno costa circa 60 euro al giorno all inclusive e quindi è più o meno conveniente se pensi che sono compresi anche colazione, pranzi e cene. Purtroppo sono davvero poche le persone professionali in quell’ambiente. I migliori escono subito dai 15mila dollari, proprio perché mostrano più professionalità e questo li aiuta a crescere, rimanendo poco in quel giro. Il tennis è uno sport davvero costoso, devi cercare di risparmiare su ogni minima cosa e aiutarti con le competizioni a squadre e qualche Open quando ne hai l’occasione. A livello di 15mila dollari e ITF in generale è un investimento che fai su te stessa.”

C’è qualche tennista che ti ha particolarmente impressionato?

Beh da Junior mi allenavo spesso con Bencic e Ostapenko e si vedeva che possedevano una marcia in più. Sicuramente una che mi impressiona è Naomi Osaka per la sua freddezza nonostante sia così giovane.”

Hai qualche collega che pensavi sarebbe arrivata più in alto per le qualità che aveva?

“Sì da Junior tutte quelle che pensavo sono ora in TOP 100 o comunque a ridosso”

Bea fuori dal campo. Cosa fai nel tempo libero? Esteticamente cosa ti piace di te come ragazza?

Nel tempo libero corro, nel senso che mi piace fare footing, mi rilassa. Poi mi piace fare Shopping, sono malata di moda, leggo molti libri perché mi piace molti imparare qualcosa di nuovo. Poi mi piace anche uscire con le mie amiche. Di me posso dirti che sono una ragazza solare, cerco di essere sempre di buon umore e non mi piacciono troppo le persone che ridono poco o niente.

I tuoi genitori. Il rapporto con loro e da che tipo di famiglia provieni?

I miei genitori sono sempre stati presenti nella mia carriera tennistica. Mi hanno sempre appoggiata, senza di loro non sarei qui oggi.

C’è qualche tipologia di giocatrice che ti dà fastidio?

“Mi danno fastidio più di tutte quelle giocatrici che tirano qualsiasi palla che quindi mi mettono molta pressione e non danno ritmo.”

Tre consigli per una ragazza di buon livello che vuole diventare PRO.

Costanza, Determinazione e fiducia in se stessi. Se si fanno le cose giuste con l’approccio adeguato, alla fine il lavoro paga.”

Alessandro Zijno