Andrea Pellegrino: “Il salto di qualità ora dipende da me. Serve continuità e crederci fino in fondo. Con Aldi feeling e fiducia.”
Ho conosciuto Andrea Pellegrino nel 2015 a Brescia, nel Challenger su superficie velocissima indoor. Entrò come Lucky Loser nel tabellone principale e mi colpì subito per la sua fisicità. La settimana successiva ad Andria c’era un tifo indiavolato per lui che lì è di casa e infatti aveva avuto la Wild Card nel main draw: fece una bellissima partita, pur perdendo, con Ivan Dodig che a quei tempi si divertiva anche in singolare ed è stato numero 29 al mondo. Nel 2016 abbiamo girato un sacco di tornei insieme, e oltre al Garden dove fece miracoli come ascolterete nell’intervista, fece moltissimi tornei positivi. Fisico impressionante, quando si parla di un “toro” non è un modo di dire. E’ un ragazzo che ha voglia di lavorare, a Tirrenia con Gabrio Castrichella ha fatto passi da gigante, prima di approdare alla corte di Aldi (qui un focus su Francesco Aldi). Io sono convinto, come anche Luca Fiorino, che lui esploderà: il mio personale parere è che debba il più possibile uscire dai suoi orizzonti immaginari, ampliandoli. Significa eliminare alcune credenze, per esempio che trovi difficoltà sul veloce con avversari che non danno ritmo. La Top 100 passa di qua.
Andrea Pellegrino intervistato da Luca Fiorino
La scommessa tra Luca Fiorino e Andrea Pellegrino nel 2016. Non metter fretta ai giovani.
“Nel 2016 ci incontrammo con te, Luca Fiorino, al Forte Village e mi dicesti che sarei entrato nella fatidica Top 100. Lo ricordo. E abbiamo detto che però non ci doveva essere fretta. Ognuno ha il proprio percorso, e oggi sinceramente non mi interessa quello che dice la gente, vado avanti per la mia strada e alla fine della fiera vedremo. Prima, nel 2016 quando avevo 19 anni, mi mettevo più pressione.”
Il piacere di allenarsi di Andrea Pellegrino.
“La mattina faccio palestra, il pomeriggio invece lavoro aerobico con velocità, corsa, ripetute. Per fortuna anche in un momento così ho tanto spazio all’aria aperta. Poi qui c’è anche mio cugino che gioca a calcio ed è un malato di allenamento fisico come me, ci alleniamo tutti i giorni insieme, giochiamo anche a ping pong. A me piace proprio l’allenamento fisico, mi fa stare bene anche dal punto di vista mentale, delle sensazioni. E’ un divertimento per me.”
Tener alte le motivazioni in un momento così.
“Questa è la cosa più difficile. Noi siamo abituati ad allenarci tutti i giorni anche con la racchetta, a viaggiare, a affrontare l’adrenalina dei tornei e delle competizioni e quindi un momento così lungo di stop è problematico. In questo momento la cosa migliore è tenersi in forma atleticamente. Appena si può prendere la racchetta in mano torneremo a fare in parte quello che facevamo prima. Credo che tutti faremo un richiamo di preparazione e avremo tempo per concentrarci su qualche dettaglio anche tecnico che nelle stagioni normali non si ha tempo di curare.”
Andrea Pellegrino, favorevole al circuito interno Mef Events.
“Avere un circuito nazionale che ci permetta di fare delle partite con avversari competitivi prima di rientrare alle competizioni ITF o ATP credo sia una ottima idea. Io credo sia difficile che si riprenda a luglio come dicono per le competizioni internazionali.”
La figura di Francesco Aldi (qui l’intervista al coach di Andrea Pellegrino).
“Francesco Aldi è una persona molto tranquilla e questo per me è una cosa molto importante. Mi trasmette molta serenità. Sono molto contento del lavoro che stiamo facendo. Il salto di qualità adesso dipende da me: crederci e andare fino in fondo.”
La splendida vittoria di Andrea Pellegrino con Zeballos al Garden nel 2016.
“Zeballos era 91 al mondo, e raggiunsi il mio primo quarto di finale in un Challenger. La Federazione mi aveva dato un Wild Card ed era uno dei miei primi Challenger in tabellone. Ero andato lì senza aspettative, poi vedendo il sorteggio sembravo spacciato. Sono entrato in campo cercando di fare più game possibili per non fare una brutta figura. Andando avanti mi sono reso conto che i colpi funzionavano, il servizio mi stava dando una bella mano, e piano piano mi sono reso conto che forse potevo addirittura vincere la partita. C’era un sacco di gente, un bel tifo.”
La sfida di Andrea Pellegrino con Krajinovic e i complimenti di Filip.
“Al Garden in quel 2016 stavo davvero bene. Tanto che nel terzo set dei quarti con Krajinovic ero avanti anche di un break, poi ho perso 6-3. Quando ci siamo dati la mano lui mi ha fatto tanti complimenti.”
Potenziale enorme: cosa manca per il salto di qualità a Andrea Pellegrino.
“La continuità assolutamente, ed anche il credere più in me stesso. Tendo spesso ad abbattermi, mi faccio prendere dalla frustrazione e da tanti fattori esterni che possono limitarmi. Mi è capitato di entrare in campo troppo rilassato, magari non così cattivo agonisticamente per sbranare l’avversario.”
Andrea Pellegrino oggi è 341 ATP, Best Ranking 312. Gli obiettivi di inizio anno.
“Obiettivi di ranking no. Però cercare di giocare nel 2021 le quali degli Aus Open, era un traguardo di cui abbiamo parlato con Francesco Aldi. Anche perché con i soldi degli Slam puoi finanziarti la stagione.”
Cinque titoli Futures sulla terra: come mai non sul cemento?
“Futures sul cemento ne ho giocati veramente pochi. Son convinto anche io che il mio gioco si adatti bene anche sul cemento. Sul veloce ho giocato belle partite a livello Challenger, sia indoor che all’aperto.”
Sette quarti di finale Challenger per Andrea Pellegrino e mai una semi: ci hai mai pensato in campo?
“Onestamente ci ho pensato. A Vicenza ho perso con Baldi, è stata una partita giocata anche bene ma giocare con gli amici non è mai facile. E’ stato bravo Baldi, io non ho rimpianti. In quel torneo avevo cominciato male: avevo perso in quali con Vavassori. Poi da lucky loser ho messo in fila Musetti, Arnaboldi e il polacco Majchrzak che è un bello scalpo, ritrovando il mio tennis migliore.”
Episodio più assurdo visto su un campo da tennis da Andrea Pellegrino.
“Nei Futures ne vedi di tutti i colori, poi se Sali di livello magari capitano meno situazioni particolari. Ricordo una scenata clamorosa di Julian Ocleppo che in finale di doppio in Egitto con Dalla Valle: si sono presi il default perché dopo una chiamata sbagliata Julian all’arbitro gliene ha dette di tutti i colori. Mi ricordo una volta con Bensoussan che il francese è uscito fuori di testa e ha spaccato 2 racchette più una pallata fuori, mi pare prese penalty game.”
Idoli sportivi di Andrea Pellegrino.
“Federer nel tennis e Cristiano Ronaldo nel calcio. Cristiano mi piace per vari motivi, lo seguo su instagram ed è sempre lì che si allena, cura molto il suo fisico, penso che un po’ mi ci rivedo. Mi piace come sportivo a 360 gradi più ancora che calciatore.”
La passione per il tennis di Andrea Pellegrino.
“Per poter fare il tennista professionista bisogna essere per prima cosa dei grandi appassionati: si fanno tanti sacrifici, si viaggia molto e se tutto questo non ti piace veramente, non è davvero quel che vuoi, fatichi ad essere costante tutte le settimane dell’anno.”
Prototipo di avversario più fastidioso.
“I giocatori che meno mi piace affrontare sono i classici pennelloni: quelli alti che servono a 3000, ti fanno serve and volley, magari utilizzano il back per venire a rete. Ti fanno passare la voglia di giocare a tennis, perché non è quasi tennis quello. Fai 4 palleggi in un’ora e poi esci dal campo. Il tipo di giocatore alla Mats Moraing, anche se lui poi da fondo gioca anche benino. Nei tornei indoor di inizio e fine anno, trovi l’80% di giocatori di questo stampo. Questo è anche un motivo per cui preferisco la terra.”
L’importanza economica nello sviluppo di un ragazzo nel tennis secondo Andrea Pellegrino.
“Contano molto i soldi perché permettono una crescita tennistica potenzialmente migliore rispetto a chi ha meno possibilità economiche. Se la famiglia è facoltosa può darti gli strumenti migliori nel senso di coach, viaggi per conoscere e fare esperienze, di aumentare lo staff col preparatore fisico ad esempio. L’aspetto economico nel tennis può essere predominante.”
Ti senti un po’ simile o vicino a Julian Ocleppo come fantasia, estroversione, e per entrambi la top 100 in singolare potrebbe non essere un miraggio.
“Per entrambi l’obiettivo è la Top 100 e per quanto riguarda la nostra amicizia noi siamo cresciuti insieme. Da quando abbiamo 11 anni giriamo tornei insieme, ci divertiamo, ci ammazziamo di risate.”
Alessandro Zijno