Antonio Zucca, a 28 anni coach di Laura Siegemund:” Alchimia immediata con Laura. Obiettivo essere più aggressivi e la top 50″

Intervista interessante e Antonio diventerà un gran bel coach. Una volta Arrigo Sacchi disse di Gianfranco Zola: “Diventerà forte quando smetterà di chiedere quasi scusa per essere a questi livelli.” Zola era appena arrivato in Serie A e in Nazionale e Sacchi voleva che lui sentisse consapevolezza di essere a quei livelli. Gianfranco da ragazzo intelligente quale era capì l’antifona e prese più coscienza di quel che era. Io credo che questo concetto si possa applicare all’Antonio Zucca Coach. Allena Laura Siegemund, gira i migliori tornei del mondo, e non è lì per caso. E’ lì per le sue doti, umane e professionali, che per quanto ovviamente migliorabili sono già all’altezza del compito. Lo ringrazio di ricordarsi di me, come dice nell’intervista, e io mi ricordo di un ragazzo davvero molto serio nel suo lavoro. Coach Ranzinger mi parlava sempre molto bene di lui, a quei tempi.

Intervista ad Antonio Zucca (1066 ATP nel 2017), oggi coach di Laura Siegemund (65 WTA), di Luca Fiorino

Dove state e come va?

“Noi siamo in Florida, dove siamo arrivati dopo che avevano cancellato Indian Wells e ancora non si sapeva cosa sarebbe stato de torneo di Charleston. Laura ha degli amici qui e quindi abbiamo deciso di venire. Per noi la situazione è ottima, perché ci stiamo allenando quasi tutti i giorni, abbiamo un campo privato e quindi ci possiamo allenare quando vogliamo.”

 Com’è nato il rapporto collaborativo con Siegemund.

La nostra storia è nata a Roma perché mi ero qualificato per le pre-quali e mi hanno chiesto di fare da sparring lì al Foro. Così ho giocato un giorno con Laura, lei si è trovata bene e abbiamo continuato tutti i giorni. Lei ha battuto Osaka e poi ci siamo scambiati i numeri. La settimana successiva mi ha chiesto di andare al Roland Garros con lei, sempre per fare da sparring e poi poverina si è rotta il ginocchio. Però siamo rimasti in contatto, le scrivevo per chiederle come stava, e a gennaio 2018 mi ha chiesto di andare in Germania 3 settimane a farle da sparring: in realtà io le ho detto che potevo solo per una settimana. Sono andato, io mi sono trovato molto bene, lei altrettanto e alla fine sono rimasto di più. Lei è venuta poi a giocare a Pula, e a quel punto mi ha chiesto di seguirla anche negli altri tornei che avrebbe giocato. A quel punto ho dovuto decidere se giocare a tennis per me stesso e seguire la mia carriera di player, oppure fare la scelta di iniziare la strada da coach. Ho preso questo treno al volo, che non passa tutti i giorni.”

 Antonio Zucca, 28 anni, coach da giovanissimo: un cambiamento radicale.

Non ci ho messo troppo a decidere. Mi sono consigliato con la mia famiglia, con i miei Maestri e vado fiero della mia scelta, anche se la vita mi si è stravolta.”

 Il percorso con Laura con Markus Gentner defilato

Io sono con Laura da circa due anni. Precedentemente lei aveva il suo coach che si chiama Markus Gentner che è di Stoccarda e che l’ha portata da numero 300 a 27 del mondo. E quando io ho cominciato facevo solo lo sparring e Markus l’allenava. Questo fino agli US Open 2018. Il coach Gentner lavora in un circolo lì a Stoccarda e gli è appena nata una bambina per cui non poteva spostarsi per molte settimane e io con Laura avevo già viaggiato da solo. Questo ha portato piano piano al mio ruolo da Coach capo, anche se fino ad un certo punto eravamo sempre sotto l’ala di Markus al quale chiedevamo consigli e suggerimenti. Da un anno invece sono io a prendere decisioni, sempre in comunione con Laura, ma quando torniamo in Germania Markus è sempre pronto a fare team. Io non ho questa grossa esperienza, e quindi i suoi consigli sono sempre importanti. Bisogna dire poi che Laura è una ragazza molto intelligente. Ha anche molto carisma, una personalità molto forte.”

Il temperamento di Laura Siegemund e un’alchimia trovata fin da subito tra lei e Antonio Zucca.

E’ molto autonoma e ha bisogno di questa autonomia. Deve sentire di poter essere libera di sperimentare, e di provare le proprie emozioni anche in allenamento. In questo senso non è facile poter lavorare con tutti i coach. Ci sono allenatori con le loro idee, il loro metodo. Io ho scelto la strada dell’adattabilità alle situazioni che giorno dopo giorno si susseguono. Questo è il nostro modello di rapporto coach-atleta. Poi è nata una relazione sentimentale e mischiare le due cose non è facile, ma l’alchimia l’abbiamo trovata immediatamente e la conserviamo.”

Gli insegnamenti degli altri coach e l’esperienza accumulata di Antonio Zucca.

“Markus Gentner per primo mi ha dato una grossa mano, consigliandomi su come prenderla, su cosa fare e cosa non fare ed altri suggerimenti. Poi ci ho messo del mio, ogni giorno, ogni allenamento, ogni torneo, si cresce, si apprendono insegnamenti dall’esperienza.

La formazione tennistica di Antonio Zucca.

“Ho iniziato al mio circolo, dove sono stato 7 anni. Ricordo il primissimo allenamento della mia vita, in cui d’estate ci tiravamo l’acqua addosso e fu molto divertente. Da quel momento mi sono innamorato d questo sport e non ho più smesso. Fino a 17 anni sono rimasto in Sardegna, mi allenavo 3 o 4 volte alla settimana: per me prendere il primo punto ATP è stato un sogno. Nel circolo dove stavo c’era un 15mila dollari e quindi vedevo da vicino tutti i giocatori e facevo di tutto a quel torneo: raccattapalle, portavo l’acqua, giudice di linea. Quindi vedevo quei tennisti come un modello da raggiungere, ed era il mio sogno. Poi a 18 anni ho deciso di fare le cose più sul serio, sono andato via di casa ed è partita la mia carriera vera e propria. Ho fatto due quarti di finale in Egitto nel 2017.

Obiettivi fissati a inizio anno con Laura Siegemund.

L’obiettivo è tornare nelle top 50 il prima possibile. Lei ha una motivazione fortissima, vuole tornare al suo best ranking e migliorarlo. Certo l’infortunio è stato pesante, 10 mesi ferma, ed ha già fatto un piccolo miracolo a tornare nella top 100. C’era da giocare molte partite, perché si stava sentendo sempre meglio in campo. Ogni partita che giocava si stava sentendo meglio.”

 Laura Siegemund, una delle tenniste più apprezzate in Italia.

Il suo gioco molto vario sicuramente può piacere ma credo che il suo successo in Italia sia dovuto principalmente, almeno all’inizio, a Supertennis che trasmetteva il torneo di Stoccarda che lei ha vinto. Il fatto di giocare con le calze lunghe nere ed essere così ricnoscibile può anche aver influito. Lei è molto intelligente in campo, fin da bambina ha sempre vinto molto, sa studiare mentre gioca le avversarie e colpirle nel loro punto debole. E poi sa far tutto, cosa non così consueta tra le ragazze: va a rete, fa la smorzata, usa lo slice, corre, sa spingere al momento giusto. Non è una ragazza alta 190 cm, quindi col servizio non è una che può usarlo come arma principale, ma è una tennista fastidiosa per tutte le avversarie. Quest’anno anche la Pliskova le ha fatto i complimenti per le difficoltà che ha incontrato nell’affrontarla.”

Come si prepara un match e la disamina dell’avversario per Antonio Zucca.

“Lei vuole sapere con chi gioca solo poco prima della partita. Guardiamo i video della avversaria, le statistiche e pensiamo a quali caratteristiche di Laura possono essere utili a priori in quello specifico match. Io mi scrivo tutto in un quaderno e poi le analizziamo insieme. E’ lei che va in campo e le sue sensazioni sono determinanti. Non abbiamo una tattica sola: se non va bene una, mette in gioco la seconda e così via. Come giocare una palla break o se usare o meno lo slice, per dire, lo riesce a valutare direttamente in campo mentre gioca.”

La condizione di Laura dopo l’infortunio al ginocchio e le complessità del rientro.

“Il ginocchio per fortuna sta bene. Al rientro faceva un riscaldamento specifico per il ginocchio, però adesso è tornato alla grande. Le dà un po’ di fastidio quando c’è molta umidità. Lei ha un preparatore fisico di Roma, quindi un team molto italiano, e ovviamente la parte atletica è molto importante per lei, sia perché il suo gioco è abbastanza fisico, sia perché a 32 anni deve tenersi in forma al massimo.”

La comunicazione in inglese e l’italiano di Siegemund.

Tra di noi parliamo inglese ma quando viene a casa da me è un po’ obbligata a parlare italiano, visto che i miei genitori non parlano bene l’inglese. E quindi Laura sta migliorando anche con la nostra lingua.”

 Il rapporto con Raul Ratzinger e “Maka” Chakhnashvili.

“Sono stato 5 anni con lui, e ne conservo un bel ricordo anche se le cose tra noi sono finite non benissimo. Mi ha preso che non ero un tennista vero e mi ha portato ad avere punti ATP. Lui ha avuto moltissime campionesse oltre a Maka (120 WTA), come Husarova portata nella top ten ad esempio.”

 La laurea in psicologia dello sport conseguita da Laura.

Laura è una delle poche che si è laureata. In realtà ha smesso di giocare a tennis per quasi tre anni, perché si era stufata e in quel frangente ha preso la laurea che è una crescita personale che le viene utile in ogni aspetto, anche in campo. A lei piacerebbe fare la psicologa in futuro, quando smetterà di giocare. Ha una visione aperta a 360 gradi, vorrà sicuramente lavorare anche al di fuori del tennis.

Auguri ad Antonio Zucca e l’invito di un ascoltatore a tornare sui campi.

Sì oggi è il mio compleanno, e ringrazio per gli auguri. Gioco solo con il Porto Torres in Serie C, ma non credo che riprenderò a giocare sul serio.”

Il coach WTA che preferisci e la dote che vorrebbe far sua.

Adriano Albanesi è stato il mio coach, e mi piace molto la sua teoria, il suo metodo. Però poi ognuno deve sviluppare il proprio metodo. Quello che serve ad un coach è la calma, e per chi lavora con il mondo femminile ne deve avere anche di più. Mi servirà sempre più pazienza, anche per il doppio ruolo coach-fidanzato.”

La relazione con Laura: quanto incide sul campo? come scindere i due ruoli?

All’inizio è stata dura, lei mi vedeva prima come ragazzo e io prima come la mia ragazza. Nel tennis femminile si stanno vedendo diverse soluzioni di questo tipo. Coach e compagno di vita sentimentale. A noi sta andando bene. Le scelte tecniche vanno prese insieme perché lei diventa autonoma il più possibile. E quando ci alleniamo alcune cose le decido io, ma altre le deve sentire lei. In questo periodo ad esempio c’erano dei dettagli tecnici su cui ho un po’ imposto il lavoro ma attendo il suo feedback. Ho notato che molte ragazze giovani dipendono parecchio dal coach, così tanto che quando l’allenatore manca si sentono un po’ perdute. Vorrei che questo a Laura non capitasse ed in effetti lei è matura ed autonoma.”

 Le giovani più interessanti del panorama WTA secondo Antonio Zucca: Rybakina, Fernandez, McNally.

“La numero uno delle emergenti credo che sia la Rybakina: per me scriverà la storia di questo sport. Mi piace molto la mancina canadese, Leylah Fernandez, soli 17 anni: l’avevo l’anno scorso a Hiroshima in quali, tirava fortissimo, mi sono chiesto come mai fosse ancora 200 WTA e ha già battuto la Bencic quest’anno. Quando la vedi nel circolo ai tornei è sempre tranquilla, sorridente, anche questo incide perché sembra godersi il tennis come deve essere. Vondousova anche molto forte, e poi la Gauff che Laura per altro ha sconfitto. Anche McNally, che è un bel prospetto con un tennis vario.”

 Il particolare feeling col torneo di Stoccarda.

Ha vinto un anno e un altro ha fatto finale perdendo con Kerber. Noi viviamo a Stoccarda, quindi l’aria di casa ha influito positivamente di sicuro: noi abitiamo a 20 minuti da dove si gioca il torneo. A lei poi piace quella superficie perché è abbastanza veloce, però in terra su cui può scivolare e trovare gli appoggi migliori. Lei sente di essere una terraiola verace, perché sa variare bene, il servizio lo gestisce meglio, con le smorzate va nozze, e quella superficie l’aita molto per il suo gioco. C’ha il tifo, la famiglia che la va a vedere, insomma parecchi fattori che influiscono in positivo.”

Il torneo di Charleston e la terra verde.

“Sì, ma ora sono sicuro che si troverà a migliorare e sentite le sensazioni giuste anche sul cemento. Anche a Charleston in effetti trova condizioni favorevoli: abitiamo a 5 minuti dal circolo, ospiti di una famiglia, è un torneo che da sempre ama giocare. E’ un torneo quello di Charleston che è di montepremi interessante ma non vanno tantissime giocatrici perché si disputa subito dopo il cemento.”

Programmi futuri extratennis tra Laura Siegemund e Antonio Zucca

Laura sta benissimo in Sardegna, e a me piace molto la Germania ma i programmi futuri sono imprevedibili per il momento.”

Francesco Vilardo: cena al Punto o da Tre Fratelli? (Ristoranti di Sharm).

Sono due ristoranti di Sharm, dove io sono andato sempre volentieri a giocare. Potevi giocare varie settimane di fila, la vita non costava tanto perché spendevamo 8 euro a giorno per dormire. Entrambi i ristoranti sono italiani anche se gestiti da egiziani, e io preferisco tutta la vita “Il Punto”, fanno una pasta al cartoccio speciale.”

Incuriosito dalle risposte ho contattato Antonio Zucca per porgli delle domande che le sue parole avevano stimolato. (Alessandro Zijno)

 A Laura piacerebbe un domani fare la coach? E l’apertura di una Accademia in Sardegna per riunire i tanti ragazzi sardi che vorrebbero emergere?

Laura crede che potrebbe rimanere nel mondo del tennis al termine della carriera attraverso un ruolo nella preparazione mentale o comunque nell’ausilio psicologico. Una Accademia in Sardegna non l’ha mai organizzata nessuno, un motivo ci deve essere. Però mai dire mai, anche se ti dico che se dovessi aprire una Accademia mia forse non l’aprirei come base primaria lì.”

Non senti di sottovalutarti nelle tue parole?

“Non mi sottovaluto, affatto. E’ che io rispetto ad altri ho moltissimi anni di meno di esperienza. C’è gente che ha 20 anni di giocatore e altri 20 di allenatore alle spalle, io è un anno che alleno come coach Laura, e sono alla prima esperienza in tal senso. Solo quello.”

Su cosa state lavorando in particolare? Cosa vorresti in più da Laura?

Stiamo lavorando per un gioco più aggressivo, per attaccare la palla. Lei sta dimostrando di saper giocare molto bene anche sul cemento dove lo scorso anno ha ottenuto risultati importanti. Lei si sente una terraiola, ma può adattarsi benissimo sul veloce come sta già facendo.

Chi è il preparatore atletico?

Lei non aveva nessun preparatore atletico, e dopo l’infortunio al ginocchio faceva di testa sua. E allora ho coinvolto nello staff Antonello Regina, il preparatore atletico che conoscevo bene perché ha allenato anche me e di cui mi fido molto. Laura è andata diverse volte a Roma, lui è venuto diverse volte a Stoccarda per fare i test e per capire quali potessero essere le criticità e su quali aspetti lavorare. Quando lavoriamo a distanza lui mi dice cosa fare e io conosco i suoi metodi per cui ci organizziamo bene.”

Alessandro Zijno