Luca Nardi, la fantasia al potere. Oltre i propri limiti con soluzioni creative e la saggia guida di Claudio Galoppini a Tirrenia

Luca Nardi è un tennista pesarese classe 2003 che sta bruciando le tappe ed ha già vinto un Futures in Egitto nel 2020 dimostrando di poter competere fin da subito a livelli altissimi. E’ un tennista diverso da tutti. Onestamente non lo facevo già così maturo a livello prestativo. Sembra avere margini di miglioramento pazzeschi, non è un giocatore finito in nessun senso e per questo motivo può stupire tantissimo. Vedendolo giocare qualche volta gli trovavo dei limiti sull’impostazione della manovra, il che già a livello Juniores lo metteva leggermente al di sotto di tennisti più navigati (sebbene anch’essi giovanissimi) come Forejtek, o Rune, o il solito Alcaraz Garfia. Lui stesso lo ammette. Atleticamente è tutto da costruire, un cantiere aperto. Tatticamente è un bel dilemma: incastrarlo in schemi un po’ più ordinati o lasciarlo libero di scorazzare? La mia idea è che un cavallo così debba essere lasciato libero. O almeno lui deve percepire questo, ecco mettiamola così. Deve sentire libertà ma il suo gioco ha senza dubbio bisogno di un canovaccio tattico. Tecnicamente mi piace molto e mentalmente in campo è forte proprio perché gioca senza negatività autoimposte. E’ stato costruito tecnicamente molto bene nello storico circolo di Pesaro, al TC Baratoff, sotto la guida di Francesco Sani prima e di Francesco Mendo poi. Oggi è a Tirrenia a gli ordini di Claudio Galoppini che secondo me è la persona giusta per molti motivi, a partire dalla grande esperienza, passando per una certa sensibilità personale che lo rende capace di giocare con bastone e carota. Galoppini può rendere molto più forte Luca Nardi e allora avremmo un campione che potrebbe piacere agli italiani ancora più di soldatino Sinner. (Alessandro Zijno)

PENSIERO MAGICO. La psicologia la studia solo da un secolo, ma fa parte di noi. E si manifesta fin da bambini. I sogni a occhi aperti, infatti, sono la continuazione di un modo di pensare “magico” tipico dell’infanzia: il bambino pensa che la realtà sia influenzabile dai suoi desideri. Immagina di riuscire a volare o di poter muovere gli oggetti a distanza. Questo ricorda la mentalità degli uomini primitivi, che pensavano di controllare la natura attraverso rituali come la danza della pioggia, così come le credenze magiche. Ora cosa c’entra questo con Luca Nardi che sembra proprio uno con i piedi per terra perché non fa dichiarazioni clamorose e vive il tennis in maniera semplice? C’entra, e pure parecchio. Lui è scevro, o almeno così sembra, da sovrastrutture imposte da ambiente familiare o dal suo “Io” interno. Gioca e vive in maniera simile ad un bambino, e questo è ciò che è auspicabile da un certo punto di vista. Le soluzioni tecniche, l’approccio al colpo, il timing, di un tennista professionista devono tendere alla massima automazione e libertà, per avere la fluidità che occorre e la velocità di risposta motoria e di pensiero. Di pensiero MAGICO, come abbiamo detto. In questo senso Luca Nardi è ancora sufficientemente libero. D’altro canto tuttavia occorre anche un modo di organizzare la vita di un tennista PRO in maniera più coerente e schematizzata possibile fuori dal campo per potersi concentrare su ogni singolo aspetto della costruzione di un campione. Per questo c’è Galoppini e l’ottima organizzazione di Tirrenia. Forse negli aspetti di vita fuori dal campo può essere utile incastrare un po’ quelle energie “magiche” per declinarle in comportamenti razionali e spendibili. Il tennista professionista nel momento della prestazione deve tendere ad un uomo primitivo, con le caratteristiche dell’intuito animale; e deve invece essere più razionale possibile nell’organizzazione della propria vita, curando l’alimentazione, nutrendo l’anima attraverso conoscenze a 360gradi di esperienze emozionali e anche, perché no, costruendosi una personalità che strizzi anche l’occhio alla cultura. Ricordandosi che il corpo è la sua bottega, e del corpo fanno parte cuore (emozioni) e razionalità (cervello). (Alessandro Zijno)

Luca Nardi intervistato da Luca Fiorino

Giorni di quarantena

“Ho un bel giardino, quindi sto cercando di allenarmi bene a casa. Per il momento posso fare bene atletica. Mi piace giocare alla play con i miei amici. Gioco a “Call of Duty: già prima di questo stop mi piaceva giocarci, ma ora in quarantena sono diventato un vero fanatico.”

La giornata tipo di Luca Nardi

Mi sveglio verso le 9,30 poi dopo colazione verso le 10,30 comincio ad allenarmi nela mini-palestra che abbiamo in casa. Da Tirrenia mi arrivano i programmi atletici da seguire, e in giardino posso anche fare qualche ripetuta in salita. Più o meno un paio di ore di mattina. Di pomeriggio faccio qualcos’altro e poi gioco alla play. La sera magari un film.”

Che tipo di giocatore è Luca Nardi?

“Fin da quando avevo 11 anni ho sempre cercato di essere un giocatore propositivo. Da piccolino non mi muovevo molto, e questo mi ha permesso di sviluppare un buon tempo sulla palla. Se posso cerco di accorciare lo scambio. In campo mi piace divertirmi, sono estroso, uso il back, la palla corta.”

 Le esperienze al Lemon Bowl.

“Il Lemon Bowl l’ho fatto 3 volte: la prima volta Under 8 persi subito. Poi ho vinto il torneo e fu una bella sensazione.”

 Il titolo di Luca Nardi a Les Petits As campione under 14 nel 2017.

Quello è un po’ il campionato del mondo Under 14, sono arrivato lì senza grandi aspettative e provai poi emozioni forti. Vincere è stato particolare, una emozione nuova rinforzata dal vedere tanta gente applaudire, non c’ero abituato. Così come non ero abituato a quelle attenzioni, quasi da professionisti, che l’organizzazione del torneo ci riservava a noi tredicenni. La settimana prima tra l’altro ero stato male, quindi quel successo fu davvero una sorpresa.”

 Continuità a livello giovanile

Sì, non ho mai avuto cali particolari, aiutato anche da un fisico che mi ha aiutato, ho anche sviluppato presto e questo vantaggio sono stato bravo a sfruttarlo.”

Coach Claudio Galoppini

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Il Commento di Coach Claudio Galoppini su Luca Nardi

“Luca ha un ottimo equilibrio mentale; in campo deve mettere piano piano un po’ più di “fuoco” nella sua personalità ed avere una mentalità più professionale. Ci vuole tempo e pazienza perchè ancora non ha obiettivi ben precisi per la sua carriera. Per adesso è importante che faccia sempre “un po’ meglio”. Tennisticamente ha grande facilità e tante soluzioni, deve solo imparare a fare le scelte più semplici. Sa rendere semplici anche le situazioni più difficili.”

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Luca Nardi con Coach Claudio Galoppini e il lavoro a Tirrenia (Galoppini ha dichiarato di aver tra le mani un gran talento NDR)

A Tirrenia mi sto trovando molto bene con tutti quanti, a partire dai preparatori atletici, con i fisioterapisti, con Claudio, con gli altri Maestri. Anche Filippo Volandri e Umberto Rianna mi fanno sentire la loro vicinanza. Con Claudio fin dal primo allenamento ho sentito che c’era intesa: lui ha un modo di fare che mi piace molto. Diciamo che mi sa prendere, mi sa stimolare, e io ho un carattere particolare.”

Mai vista una partita integrale in tv.

Vedere una partita intera di tennis lo trovo noioso. Almeno in tv. A volte su Youtube guardo qualche spezzone, posso divertirmi con qualche numero che fa Kyrgios, ma una partita mi annoia parecchio. Non ho mai rivisto per intero nemmeno una mia partita.”

 Lo strano rapporto col tennis di Luca Nardi: non una ragione di vita.

Finora ho vissuto il tennis in maniera professionale ma senza farne, appunto, una ragione di vita. Ed è stato anche un vantaggio. Spero di continuare a divertirmi e trovare un compromesso tra leggerezza e vita da professionista se questa dovesse essere la mia strada. Poi è anche una “nomea” quella del Luca Nardi poco serio. Io quando mi alleno e quando gioco dò sempre il massimo, quindi in realtà sono serissimo, e forse qualche mio atteggiamento può far credere il contrario.”

Convivere con le pressioni per salire. Il pensiero netto di Luca Nardi.

“E’ inevitabile che gli altri parlino di te se ti metti in evidenza. Noi ragazzi che stiamo facendo un po’ meglio dobbiamo inevitabilmente prepararci a convivere con un po’ di pressione: io da parte mia ne sento poca. I miei genitori mi hanno sempre lasciato molto sereno, da parte loro non ho mai sentito pressione o giudizio. Quindi se sento qualcuno che parla, beh da un orecchio mi entra e dall’altro mi esce. E comunque le parole altrui poco influiscono sulla carriera di un giocatore secondo me: se una promessa come posso essere io, non emerge la responsabilità non è certo dei giornalisti o di chi guarda le partite, ma del giocatore stesso.”

L’atmosfera Slam.

Il poter stare a contatto con i grandissimi giocatori, con un ambiente molto professionale è stimolante per un giovane come me. Fare un allenamento in palestra con Rafa a fianco è qualcosa di molto forte, emozionante, ti dà energia.  Ammiro molto Rafa perché riesce sempre a dare il meglio di sé, si allena al massimo. Agli Australian open è stato tutto molto bello perché io e gli altri ragazzi con i Maestri siamo riusciti a cogliere i dettagli dei grandi campioni. Abbiamo visto come preparano le partite: ho negli occhi il ricordo di un tennista col suo quadernino che prendeva appunti. Tutte cose da inserire nel bagaglio di esperienza.”

 L’aspetto del gioco di Luca Nardi da migliorare maggiormente.

Sicuramente la fase di uscita dal servizio. E anche molto nella fase difensiva. A volte sono un po’ pigro e se l’avversario risponde lungo e veloce fatico a reagire rapidamente e rischio di perdere l’iniziativa.”

 La vittoria a Sharm El Sheikh, primo torneo Futures della carriera.

Non mi aspettavo di vincere un Futures già all’inizio del 2020. Non venivo da un buon periodo, e la settimana prima avevo perso al primo turno. Ero un po’ sotto un treno. Però avevo lavorato molto bene in quella settimana con Claudio, stavo capendo alcune cose di me e del mio gioco, e questo mi ha aiutato, insieme a qualche episodio fortunato durante i match. E’ stato importante ritrovare fiducia, per riscattarmi dopo un periodo come dicevo complicato e la vittoria nel torneo è servita proprio a questo, a riscattarmi ai miei stessi occhi.”

La finale di Sharm con Jaroslav Pospisil (ex 103 al mondo nel 2011) e i festeggiamenti pacati dopo il titolo. Finale ITF con maggior scarti di età: Pospisil 1981, Luca Nardi 2003.

Non sapevo di questo record. Prima del match pensavo che vista l’età lui potesse un po’ calare se il match si allungava. Invece Pospisil è addirittura cresciuto come intensità agonistica nel terzo set ed è stata molto dura portare a casa il match. Faceva caldo, gli altri set anche erano stati tirati, scambi molto duri. Sono stato anche fortunato perché mi sono girate bene alcune situazioni. Al tie break decisivo lui è un po’ calato, passando un momento buio in cui ha commesso 4 errori di fila. Sul match point scambio lunghissimo in cui grazie ad un errore di rovescio di Pospisil ho vinto il mio primo Futures. Ero contento ma non ho festeggiato in maniera particolare: sono andato in piscina a rilassarmi, ho ascoltato un po’ di musica e la sera ho mangiato sushi.”

Il giocatore a cui si ispira Luca Nardi.

“Non ho un punto di riferimento. Prima ho detto di Rafa Nadal, ma mi piace come atteggiamento e professionalità, non come tipo di gioco. Si cerca di prendere da ciascun giocatore qualcosa di buono. Non ho un modello ideale e credo che mai lo avrò. Mi diverte guardare Kyrgios e anche Dustin Brown per gli show che fanno, colpi particolari, estrosi.”

Il torneo che ti affascina di più.

Sicuramente Wimbledon. Non ci sono mai stato. Mi affascina l’eleganza del luogo, tutto in erba, i fiori. E poi la suggestione delle famose ciliegie con la panna da gustare proprio lì a Wimbledon, come tradizione. Già giocarlo, partecipare, sarebbe meraviglioso. Vincerlo poi è un sogno, ma al 99,9% è impossibile.”

Non pensi di sottostimarti a volte?

“Può darsi che a volte mi capiti. Magari vado a giocare qualche torneo e penso che il mio avversario sia straforte e di perderci. Su questo forse devo migliorare.”

Il sogno nel cassetto.

“Essere un giocatore professionista.”

Che effetto ti ha fatto entrare nel ranking?

Quasi nessun effetto. E’ stato bello vedere il nome Luca Nardi con tanti altri tennisti sotto e molti altri sopra. Ma in fondo è solo un nome dentro una lista.”

Il match ITF a Sassuolo: Luca Nardi vs Peter Heller nel 2018.

“Ero stato ripescato nel tabellone principale come Lucky Loser, poi avevo battuto il cileno Bastian Malla nel primo turno. Poi ho sconfitto lo svizzero Martinez, e poi ho perso Heller vincendo il primo set. Ricordo chemi ero fatto male alla caviglia, ma forse non ha condizionato la gara.”

 Il gruppo unito degli azzurrini e la scommessa del toast con Cobolli.

Sì è vero, devo un toast a Flavio Cobolli e devo ancora pagarglielo. Il mio rapporto con gli altri azzurri è molto buono, sono molto felice quando li vedo e posso passare un po’ di tempo con loro.”

 Conciliare scuola e sport: l’esempio di Musetti.

I primi anni delle superiori li ho fatti a Pesaro, poi da quando mi sono trasferito a Tirrenia frequento una scuola privata che si trova a Cecina che è il punto di riferimento scolastico della Federazione. Però per tutto quel che concerne questo argomento devi chiedere a Musetti (e ride NDR). Sono sempre andato benino a scuola, ma cerco di avere il maggior profitto col minimo sforzo. In genere facciamo scuola dopo gli allenamenti, dalle 18 alle 20.”

La programmazione iniziale di Luca Nardi in avvio di 2020.

“L’obiettivo era fare i tornei degli Slam Juniores e alternarli con l’attività professionistica. Magari qualche Challenger avendone la possibilità in estate. Ora però credo che con questo virus la programmazione è saltata definitivamente.

Possibile data di rientro nel Tour.

Credo che forse si riprende a settembre o forse anche più avanti, il tennis è uno sport internazionale.”

I giocatori stranieri che più lo hanno impressionato del 2003: Carlos Alcaraz Garfia e Rune.

Carlos Alcaraz Garfia mi ha impressionato. E’ davvero un tennista maturo con tanti colpi e frecce al suo arco. Anche il danese Rune è un giocatore ben costruito, diverso dallo spagnolo m altrettanto interessante. Alcaraz Garfia esprime un livello di tennis altissimo, ci ho giocato 4 o 5 volte e non ho mai vinto. Ho avuto due volte match point ma lui ha dimostrato di aver qualcosa in più.”

Alessandro Zijno