Alessandro Zijno, la videointervista: “Non esistono obiettivi, esistono orizzonti e godersi l’aria fresca della mattina. Il mio viaggio nel tennis continua al Roman Sport City, la fantastica struttura di Pomezia

Grazie a Matteo Lumia, autore dell’Almanacco del Tennis 2020, la vera BIBBIA del Tennis, ho potuto ripercorrere un po’ la mia storia, esprimere le mie idee e divertirmi a fare qualche previsione.

FIDUCIA

Con Umberto Rianna al Challenger di Andria

Ciò che mi preme sottolineare è che non avrei mai potuto raccontare ciò se non ci fosse stata la parola chiave FIDUCIA. La fiducia in me stesso per prima cosa, ma subito dopo quella della mia famiglia, di mia moglie in particolare in un momento in cui di certezze ce n’erano zero. Fiducia di mille persone che nel mondo del tennis hanno creduto al buio nelle mie capacità. Ho citato qualcuno nell’intervista ma ce ne sarebbero diecimila. Simbolicamente menziono Umberto Rianna tra i Coach che per primo mi ha concesso la sua stima e la sua amicizia, nulla a pretendere, regalandomi momenti indimenticabili al suo fianco durante i quali ho potuto imparare mille dettagli, ed Edoardo Eremin tra i tennisti, amico caro e giocatore meraviglioso. Menziono “Lo Scriba” Ubaldo Scanagatta come giornalista, che ha cominciato a pubblicare i miei articoli senza che sapesse chi ero e da dove spuntasse fuori questo appassionato scrittore. Il Maestro Simone Coletti col Maestro Tredio Guerrini e il Roman Sport City poi mi hanno dato la possibilità di insegnare e imparare sul campo: il Patron Fabrizio Soldati e i Maestri Daniele Lanuti e Gianluca Minati hanno fatto sì che io potessi integrarmi in questa realtà unica nel panorama laziale.

SENZA FIDUCIA NON SAREI QUI.

PASSIONE

La passione è ciò che spinge tutto. Molti la chiamano “il fuoco dentro” ed in effetti è qualcosa che regala così tanta energia che alla fine della giornata crolli sul letto, sfinito fisicamente, ma con ancora il cervello che frulla su cosa vuoi fare l’indomani. Il programmare gli allenamenti, l’arrovellarsi sulle prestazioni dei ragazzi, l’immaginare qualche esercizio divertente per i tanti adulti che frequentano i nostri corsi, è qualcosa che ancora oggi mi rappresenta. La passione non è mai a metà: o è tutto o è niente.

Con mia moglie Ilaria 

Il Tennis, Lo Sport, La Vita, Le Credenze

Odio le definizioni. Perché restringono, rinchiudono qualcuno in un contesto definito e allo stesso tempo escludono altre possibilità. Guardo con sospetto chi mi parla di un ragazzo “Questo è mio figlio Francesco, è 3.2”Ad alto livello succede spessissimo, troppo spesso. Le definizioni ci limitano. Questo è uno degli insegnamenti più forti che ho ricevuto girando il circuito professionistico per 2 anni, praticamente tutte le settimane. Ho conosciuto ragazzi fortissimi a giocare a tennis, completamente limitati dalle proprie credenze:

“Sono basso, per questo il servizio non può essere il mio fattore”. Falso.

“Non ho soldi, è impossibile emergere nel tennis senza soldi.Falso.

“Non sono il tipo che…Non sono adatto…” Falso, tutti possono essere tutto.

(Gianluca Misso, poi Fabio Gentili sul gradino più alto del podio. Infine Chiara Vitali (giacca nera e pantaloni viola)

Anche io per anni sono stato limitato dalle credenze, che mi sono autoinflitto o frutto della cultura dominante nella mia famiglia o nel mio ambiente.

Credenza 1 “Lo sport non dà da vivere, a meno che non sei un fenomeno”. Falso, non sono un fenomeno ma ci campo con lo sport (ma l’ho dovuto capire a 40 anni suonati).

Credenza 2 “Alessandro, hai un carattere debole e troppo timido per importi, perdi solo tempo”. Falso, si possono avere debolezze, limiti, lacune e imporsi lo stesso.

Credenza 3 “Con il massimo impegno e la grinta si ottiene qualsiasi risultato” FALSISSIMO. Questa credenza, che può sembrare positiva, utile, è quella più deleteria di tutte, la più infingarda. Appare, in maniera diabolica, come una risorsa, vero? Ma è quella che fa traballare e poi cadere chi crede a questa menzogna. Molti, moltissimi atleti, molti artisti, molte donne e molti uomini, nel lavoro, nella vita sentimentale, nella propria attività ci restano sotto. Impegno e grinta, lavoro quotidiano, sono requisiti fondamentali certo, ma non garantiscono nulla. E bisogna stamparselo bene in mente. Altrimenti la delusione è dietro l’angolo.

Con Edoardo Eremin e Andrea Vavassori a Recanati

L’ORIZZONTE

Ciò che davvero mi piace è il concetto di orizzonte. Nel tennis, come nella vita. Noi camminiamo, facciamo un passo dopo l’altro quando va bene, mentre restiamo fermi o torniamo indietro quando va male. Ma sia che andiamo avanti, che vinciamo trofei, che otteniamo successi, sia che torniamo indietro, che conosciamo sconfitte, disillusioni, perdite, alziamo gli occhi… e l’orizzonte è sempre là. Un orizzonte esiste sempre, anche quando la nostra vita sembra una prigione: l’immagine della prigione mi è stata spesso evocata dai tennisti professionisti che a volte vivono la loro carriera sportiva così legata ai risultati da restarne intrappolati. Ma mi è stata evocata anche da allievi adulti amatoriali riferendosi alla loro vita professionale o sentimentale. E soprattutto l’ho provata sulla mia pelle e ne conosco le sensazioni fisiche devastanti: ad un certo punto facevo un lavoro che non mi piaceva più, in un ambiente che sentivo ostile e senza soddisfazione. E non vedevo l’orizzonte, non alzavo lo sguardo, come se non fosse possibile.

“Il sole c’è anche quando non lo vediamo”.

Alessandro Zijno