ATP Challenger 2019, Week 40: Salvatore Caruso non si ferma più, top 100 ATP conquistata e titolo a Barcellona

Campinas, Brasile (CH Tour 80, Terra): J. Varillas (Per) b. J. Ficovich (Arg) 2-6 7-6 6-2
Senza italiani in tabellone, torneo vinto dal peruviano Juan Pablo Varillas, a distanza di 11 anni dall’ultimo connazionale che aveva trionfato in un Challenger, Luis Horna. Per il ventiquattrenne di Lima stagione fenomenale, con 3 titoli ITF e questo primo trionfo a livello Challenger che lo consacra al numero 238 ATP, suo best ranking, dopo aver guadagnato ben 94 posizioni in un colpo solo.

Juan Pablo Varillas
Nur-Sultan 2, Kazakhstan (CH Tour 80, Hard): I. Marchenko (Ukr) b. [5] Y. Maden (Ger) 4-6 6-4 6-3
Anche l’ucraino Ilya Marchenko conquista un centinaio di posizioni nel ranking con la vittoria in Kazakhstan, il suo settimo titolo Challenger in una carriera che lo ha visto anche essere top 100 a lungo: nel 2016 sembrava poter ambire anche a molto di più e sulle superfici veloci faceva paura a tutti, poi infortuni e qualche problema di continuità di allenamento e vita da sportivo ne avevano minato le speranze. Ora è tornato. Matteo Viola fuori al secondo turno proprio da Marchenko, ma non prende punti perché nel primo aveva un bye essendo testa di serie. Si è messo in evidenza il ceco Tomas Machak, classe 2000, che con la semifinale si è garantito il best ranking al numero 310 ATP.

Ilya Marchenko
Barcellona, Spagna (CH Tour 80, Terra): [4] S. Caruso (ITA) b. J. Kovalik (Svk) 6-4 6-2
Doppio: [4] S. Bolelli (ITA)/D. Vega Hernandez (Esp) b. S. Martos Gornes (Esp)/R. Ramanathan (Ind) 6-4 7-5
Ed è top 100 finalmente per Salvo Caruso, il tennista di Avola con un gioco alla Djokovic, fatto di elasticità, buona difesa, contrattacco nei momenti giusti e tanta dedizione. Grosso merito va a lui, alla sua grande voglia di farcela, alla sua famiglia che ha investito preziose energie e al suo Coach Paolo Cannova che in tempi non sospetti prospettava la possibilità di un Caruso a livelli stratosferici come questi, in momenti in cui il ragazzo provava i primi approcci nei Challenger con iniziali difficoltà. Io che l’ho seguito da vicino non avevo dubbi sul fatto che sarebbe “arrivato” alla sua massima espressione da tennista: l’ho scritto molte volte, Salvo ha passione vera per questo sport, ha un fisico quasi perfetto per giocare a tennis, almeno il suo tennis; poi possiede una qualità che i grandi Coach come Cannova apprezzano, cioè la disponibilità al cambiamento, perché è un ragazzo che sa adattarsi, che cerca di migliorare senza perdersi d’animo alle prime difficoltà e ha avuto anche la fortuna di incontrare Paolo Cannova appunto, un tecnico che sa trasformare una seduta di allenamento durissima in una piacevole fatica, che sa manovrare la manopola dell’intensità sia atletica che emotiva del ragazzo, insomma ha trovato l’ambiente giusto.

Salvo Caruso

Caruso a Barcellona ha vinto il suo secondo Challenger dopo Como dello scorso anno (qui l’articolo) e ora sarà numero 98 al mondo. Questo significa la quasi certezza di avere il main draw degli Aus Open (se sale ancora è meglio, ovvio, ha più certezze) che equivale a 40mila dollari sicuri, il prize money del primo turno, anche se ormai anche sul veloce Salvo dice la sua con tutti e può aspirare a fare vittorie, punti e denari anche negli Slam come ha già dimostrato anche a Parigi. In Spagna al primo turno Salvo aveva un bye essendo testa di serie, poi ha sconfitto il portoghese Domingues, prima di eliminare l’ex- top 5 Robredo in una partita complicata risolta al terzo set in rimonta. Quella è stata forse la svolta del torneo, dopodichè Salvo ha giocato un tennis fantastico, onestamente secondo me il suo migliore per concretezza e determinazione, pochissimi errori e mano che non trema nei momenti clou. Ho letto su livetennis.it, che è un punto di riferimento per gli appassionati di tennis azzurro, qualche dubbio sul suo servizio: ragazzi Salvo serve bene, indirizza la palla dove vuole, mette molto in difficoltà il suo avversario col servizio, non lasciatevi ingannare dalle apparenze. Se ha bisogno di una palla in kick, porta il suo avversario a rispondere dove vuole lui per poi attaccarlo (in questo è cresciuto moltissimo rispetto alle prime apparizioni nel 2015/16) in cui quasi settimanalmente ci incontravamo sui campi. Serve al corpo, esterno o centrale come vuole, con la rotazione che decide in base alle caratteristiche di chi affronta, grazie anche ai consigli preziosi di Cannova. Me lo sono studiato bene, per quanto ho potuto (ho anche i miei di ragazzi e sono gelosi  ), e vi assicuro che il servizio è un fattore, lo usa per costruire la sua trama di gioco e lo fa molto bene. Poi non serve a 200 km/h, questo è vero, ma mica è necessario! Certo qualche punto in più col servizio, o comunque ottenuto relativamente presto nello scambio non guasterebbe, però attenzione, questo suo vincere statisticamente così spesso scambi lunghi mette anche molta pressione psicologica negli avversari che di fatto sono costretti ad azzardare un po’ di più commettendo qualche errore. Salvo non è uno che fa giocare bene i suoi avversari. Caruso è uno di quei giocatori che io faccio vedere ai miei allievi, un punto di riferimento a mio parere. Non è l’unico, tutti sanno quanto adoro Sonego e il suo spirito guerriero granata (con Gipo Arbino fenomenale), o Matteo Berrettini con quella sua aria da bravo ragazzo fortissimo e intelligente tennista (più il lavoro storico di Santopadre e Rianna), o il lavoro duro con risultati grandiosi della coppia Giustino/Carbone. Per non parlare di quando tornerà in campo Edoardo Eremin, che in prospettiva è il più forte italiano di sempre e lo dimostrerà. Tornando a Salvo prestazione sontuosa contro il portoghese Sousa, tennista complicato da affrontare e poi capolavoro annientando Munar, uno che ha una palla tosta, pesante e che al Roland Garros tra qualche anno dirà la sua. Finale contro uno dei tennisti col fisico più scolpito del circuito, una bestia come lo slovacco Kovalik, per altro al settimo cielo per un periodo fortunato che lo ha visto trionfare nel circuito e diventare papà, una gioia infinita.

Queste le parole del suo Coach Paolo Cannova: ” E’ un grande risultato la top 100l considerando da dove siamo partiti. Ciò che ora sarà utile è non accontentarsi, ma essere ambiziosi, mirare a traguardi ancora superiori, solo così si può migliorare e io sento che questo è possibile. Arrivare alla posizione 60/70 intanto, è un altro grande passo che Salvo è pronto a fare. Il nostro rapporto è meraviglioso, saldo, forte e questo ci fa lavorare bene. Salvo è quasi perfetto come atteggiamento in allenamento, si spende al massimo, e nella parola “quasi” ci voglio trovare quel margine di miglioramento che dobbiamo provare a fare. Ci sono ancora margini, questa è la cosa che mi dà fiducia. Sul piano fisico, grazie soprattutto al nostro preparatore atletico Pino Maiori, che lo conosce benissimo e lo fa andare davvero come un treno, sia come spostamenti, che come resistenza salvo è fortissimo. Sul piano tecnico il servizio va migliorato in ottica percentuale: più prime, quando servono. Per il resto si tratta di “crederci”, di stare lì con la stessa aggressività (nel senso latino del termine, cioè adgredior, che ha molti significati tra cui avvicinarsi, andare a prendere NDR), con la voglia matta di stupire e stupirsi.

Nella folta pattuglia azzurra c’era anche Alessandro Giannessi, che sta risalendo la china con un impegno importante: su terra rossa vale la top 100 alla grande, e con la preparazione fisica che ha fatto con Marco Panichi può tornare ai suoi livelli di qualche anno fa. Semifinale per lui sconfitto proprio dallo slovacco Kovalik. Quarti di finale per Filippo Baldi che risale al numero 157 ATP, e per una stagione tanto tormentata per lui che ha perso il papà da poco può essere al momento un traguardo accettabile visto che ha ancora solo 23 anni. Si ferma agli ottavi invece Federico Gaio, ora 153 ATP: anche lui non è lontano da un best ranking che fatica ad arrivare, ma con l’aiuto di Daniele Silvestre sono sicuro che l’obiettivo verrà raggiunto. Secondo turno per Giustino e Lorenzi: entrambi appaiono un po’ stanchi, hanno giocato molto. Giustino ad inizio stagione ha davvero spopolato, ora deve rifiatare. Lorenzi è encomiabile ma prima o poi l’età gli chiederà il conto anche se appare indistruttibile. Moroni, Bonadio, Brancaccio e Pellegrino eliminati al primo turno, così come Gianluigi Quinzi.
Alessandro Zijno