ATP Challenger 2019, Week 15: Gianluca “Marvelous” Mager in trionfo al Challenger di Barletta

Taipei, Taiwan (CH Tour 125, Hard): [11] D. Novak (Aut) b. [3] S. Stakhovsky (Ukr) 6-2 6-4
Senza azzurri in tabellone, il torneo Challenger più importante in questa settimana è stato vinto dall’austriaco Dennis Novak, 25 anni e dopo questo successo numero 122 ATP suo best ranking. 21mila dollari lordi, 125 punti, primo Challenger vinto dopo ben 23 Futures, insomma per Novak (qui un suo profilo) grandissima soddisfazione e onestamente mi sta smentendo perché avevo pronosticato una difficoltà nell’entrare nella top 100 o nel vincere tornei così importanti. La sua forza sta principalmente in una professionalità davvero altissima, grazie anche al santone Gunther Bresnik e alla vicinanza con Thiem di cui è inseparabile amico. Servizio centrale con diritto ad uscire sono il suo schema preferito e in questo torneo a Taiwan l’ha dimostrato alla grande.
Barletta, Italia (CH Tour 80, Terra): [8] G. Mager (ITA) b. [9] N. Milojevic (Srb) 7-6 5-7 3-2 rit.
Capitolo 1 –Gianluca “Marvelous” Mager
All’Open Città Della Disfida, Challenger da 50mila dollari organizzato a Barletta dall’ottimo Enzo Ormas presso il Circolo Hugo Simmen della città pugliese, successo strepitoso per Gianluca Mager, il fenomeno sanremese, ora allenato da Civarolo con Bruzzone, Confalonieri e preparatore atletico Diego Silva. Erano tanti gli azzurri ai nastri di partenza e Gianlucone ha messo tutti dietro, vincendo partita dopo partita convincendo a tal punto da candidarsi come il miglior tennista emergente di questo inizio di stagione. Nel 2016 Gianluca, dopo un periodo con Nargiso, si è preparato nella struttura di Tirrenia, dove è rimasto anche per alcuni mesi nel 2017, salvo poi decidere di gestire in maniera più autonoma la sua carriera. In fondo sia la parentesi con Nargiso, seppur controversa per varie ragioni, sia il lasso di tempo in cui si è servito della struttura federale, sono serviti al ragazzo per maturare. Il lato tecnico è stato affinato, ed era ottimo anche prima con un lavoro già fatto bene in passato dai precedenti allenatori. La parte atletica anche è sempre stata una priorità, e tuttora Gianluca ci lavora per provare a mantenere una condizione ottimale per un numero di mesi importante. Pur essendo impossibile essere al top della forma per più di 2 o 3 mesi (è già tanto), è decisamente fondamentale riuscire a competere decentemente nei rimanenti mesi, sempre mirando a prevenzioni di infortuni. Che Gianluca fosse partito col piede giusto in questa stagione era chiaro fin dall’inizio: mi aveva detto che si era preparato bene in preseason, e quando ho visto che il 31 dicembre 2018 era in America per fare due challenger, Orlando e Columbus, ad inizio anno, ho capito che nel ragazzo c’erano gli elementi giusti per concretizzare. In entrambi i tornei non ha preso punti, perdendo due match lottati, ma lo avevo sentito carico e soddisfatto della scelta di andare anche così lontano, mettendo a frutto anche le sconfitte. Questa nuova consapevolezza, questo volere a tutti i costi vivere il tennis come un professionista vero, mi aveva colpito positivamente e quando poi è partito da Columbus per andare subito dopo a Koblenz ho compreso che poteva essere l’anno giusto almeno per il best ranking. E infatti a Koblenz ha vinto e convinto, portato a casa il suo primo Challenger della carriera e definitivamente preso coscienza della sua potenzialità fortissima. Una settimana di allenamento e poi via in India per una tournee asiatica di 4 settimane, dove ciò che è stato importante è aver sempre vinto almeno una partita. Grandissima continuità, niente appagamento, un torneo di doppio vinto a Chennai con Pellegrino, e due volte nei quarti di finale in singolare. Tutto questo sul veloce, che in teoria potrebbe essere la superficie preferita di Mager. Poi Gianluca “Marvelous” Mager si è cimentato a Marbella e da Mouratoglou in Francia sulla terra battuta e senza sofferenza per il cambio di superficie ha di nuovo raggiunto i quarti in entrambi i casi. Cosa è cambiato da due anni a questa parte? Le sensazioni positive, la capacità di sognare in grande ed essere resiliente. Per far capire, in due occasioni Gianluca si è dovuto ritirare per crampi, eppure la sua “carica” agonistica non ne ha risentito, si è buttato la settimana successiva in un nuovo torneo e via. E un po’ il tornare ragazzini e divertirsi giocando. Il “talento” c’è già da anni e ora a 24 primavere sulle spalle Gianluca sembra davvero più maturo. Non c’è da cantar vittoria perché l’obiettivo di ogni tennista è la top 100 come primo step ma intanto si può ragionare di essere sulla strada giusta. In questo torneo barlettano Mager è arrivato in finale senza perdere nemmeno un set, ha battuto Kotov, poi ha approfittato della rinuncia di Kokkinakis, vinto il derby con Napolitano e sconfitto il croato d’Italia Galovic. Al turno conclusivo Gianluca sembrava un po’ contratto, serviva con una percentuale di prima troppo bassa e aveva un atteggiamento un po’ più remissivo del solito: e ha vinto il set. Questo non è banale, vincere giocando meno bene del solito caratterizza i grandissimi campioni. Poi nel secondo set è andato a servire per il match e si è inceppato, finendo con perdere 5-7. Il terzo set si presentava equilibrato e insidioso per il sanremese, e per fortuna e bravura di Gianlu a restare nel match, l’avversario, il serbo Milojevic, ex numero 1 al mondo da Junior, ha subito un infortunio che non gli ha permesso di terminare l’incontro lasciando strada libera ad un Mager visto davvero a livelli altissimi. E ora è numero 144 ATP, scusate se è poco. Queste le sue dichiarazioni post-vittoria: “E’ stata una settimana davvero positiva, in finale sono partito teso, contratto, poi mi sono sciolto e sono stato fortunato nel terzo visto il suo brutto infortunio. Speriamo di continuare così, il team funziona, qui a Barletta mi ha accompagnato Valentine Confalonieri e sono davvero felice. C’è ancora molto da lavorare.”
Capitolo 2 – “Il Principe” Stefano Napolitano
Continui segnali di miglioramento per Stefano Napolitano, davvero un tennista spettacolare ed elegante nei colpi, allenato per anni dal papà Cosimo che ne ha fatto proprio un ragazzo per bene come tutta la sua famiglia e un atleta di livello. Dopo qualche mese in Sali e scendi, ora Stefano ha ingranato la marcia giusta e anche qui a Barletta ha raggiunto i quarti di finale, dopo quelli ottenuti in Cina oltre la finale di Shenzhen. Ottima la vittoria su Otte nella città barlettana, che gli frutta 15 punti, e una scalata di altre 10 posizioni nel ranking ATP, ed ora è 189.
Capitolo 3. Gianluigi Quinzi, perché tante critiche?
Ragazzi, un po’ di delusione per prestazioni così così in questo torneo, ma le critiche al ragazzo e al suo team sono ingenerose e ingiuste! E la dimostrazione è nei numeri, Gianluigi è al suo best ranking!!! Sarà 142 ATP la prossima settimana, migliorando di 3 posizioni il miglior posizionamento del ranking in carriera, ha soli 23 anni e la sua programmazione è stata ambiziosa con Indian Wells e Miami che non hanno portato punti ma esperienza ad alti livelli, assolutamente necessaria. Ora che questo ragazzo debba portare la croce per un peccato originale che non ha mai commesso, perché essere considerato il Messia non l’hanno chiesto né lui né la sua famiglia, mi sembra davvero ingiusto e intellettualmente disonesto. Qui a Barletta Quinzi è uscito agli ottavi per mano dell’egiziano Safwat e ha pagato anche la fatica del giorno precedente fatta per battere Yevseyev. Certo ora ha cambiali in scadenza pesantissime fino all’estate, e vedremo se riuscirà a cambiare marcia. L’obiettivo minimo deve essere restare in top 200 e sinceramente se io fossi Gianluigi non saprei più come spiegare che il progetto di un tennista è sempre a lungo termine ed essere in top 150 è già di per sé un miracolo per tutti, non solo per lui. Certo se riuscisse, come sta riuscendo a Mager, a divertirsi di più col tennis in questo periodo sarebbe già molto. E’ notizia di qualche giorno fa la nuova collaborazione del tennista marchigiano con Pablo Martin, coach argentino in passato allenatore anche di Fognini.

Stefano Napolitano
Capitolo 4. Gli emergenti, Jacopo Berrettini, Lorenzo Musetti, Giulio Zeppieri, Jannik Sinner
Migliore in questa settimana Jacopo Berrettini, addirittura nei quarti di finale, battuto anche lui dall’egiziano Safwat. Con questo risultato Jacopo, che ha compiuto una impresa contro Giustino, diventa il numero 417 ATP suo best ranking. Best ranking che raggiungono anche Lorenzo Musetti, 485 ATP, che ha defenestrato un tennista in genere solidissimo, il portoghese Gastao Elias che vidi trionfare a Mestre qualche anno fa, per poi eliminare il lucky loser Arnaldi e fermarsi agli ottavi. Esperienza positiva per il nostro campioncino degli Aus Open, un Musetti apparso concentrato e pronto a giocare a questo livello. Fortunato nel sorteggio che lo ha opposto alla Wild Card Giuseppe Tresca (tennista sempre da battere tuttavia), Giulio Zeppieri ha potuto cimentarsi contro il fenomeno australiano Kokkinakis che ha avuto la meglio solo 6-4 al terzo set! Può davvero sorridere il suo coach Piero Melaranci. Per Sinner, attesissimo, vittoria su Moroni e poi sconfitta contro colui che non si arrende mai, Andrea Arnaboldi, di cui parliamo a parte.
Capitolo 5. Gli altri guerrieri azzurri
Cominciamo con Filippo Baldi, best ranking anche questa settimana al 150 ATP grazie agli ottavi di finale, con qualche rammarico per la sconfitta patita da Galovic. Lorenzo Giustino, anche lui in un momento strepitoso è stato tuttavia sorpreso dalla baldanza e spensieratezza di Jacopo Berrettini, mentre Steto Travaglia che aveva la tds3, è stato sconfitto dall’argentino Coria e appare in un periodo di transizione. Andrea Arnaboldi, il leone canturino, sembrava lanciato verso un grandissimo torneo, e peccato per l’infortunio al femorale destro (speriamo leggera lesione) che lo ha costretto al ritiro con Milojevic. Stava giocando davvero bene Andrea. Anche Pellegrino è stato costretto al ritiro durante il match con Giustino, dopo aver vinto il primo turno, mentre Arnaldi può rallegrarsi di aver fatto una grande esperienza anzitempo, visto che è ancora molto giovane ed è entrato come LL. Sono usciti al primo turno Roberto Marcora che ha pagato un periodo in cui ha giocato molto, Jimbo Moroni come detto eliminato da Sinner, l’ottimo Tresca, e l’indomito Marco Bortolotti che ha costretto al terzo Barranco Cosano.

Julian Ocleppo
Capitolo 6. Julian Ocleppo buono a Barletta e super a… Montecarlo, zittisce le critiche per la WC nel principato
E’ il tennis a parlare per lui, un tennis brillante, con pochissimi punti deboli tecnici, con una grande brillantezza che ne fa un giocatore interessante e piacevole da vedere. E’ uno spot per il tennis, uno di quei ragazzi che può accendere la fantasia dei bambini. Oltretutto è un ragazzo simpatico, allegro. La vittoria al primo turno contro il bosniaco Setkic ha due importanti rilievi: il primo è che Julian rientra nella classifica ATP con questi 3 punti, poi finalmente dimostra con i risultati di valere il livello Challenger. La sconfitta successiva con Galovic, ottenuta lottando può anche starci. Intanto nelle quali del torneo monegasco Julian, dotato di una WC criticata sinceramente senza motivo dagli utenti di Livetennis.it, si è preso la soddisfazione di superare Mischa Zverev, per giocarsi l’ingresso nel main draw contro l’argentino Andreozzi lottando bene nel primo set, con occasioni di strappare il break all’avversario prima di arrendersi in due set.

Roberto Carballes Baena 
Murcia, Spagna (CH Tour 80, Terra): [2] R. Carballes Baena (Esp) b. [14] M. Ymer (Swe) 2-6 6-0 6-2
Il poco reclamizzato spagnolo terraiolo Roberto Carbelles Baena, che oscilla tra dentro e fuori la top 100 da almeno 2 anni, 26enne di Tenerife, conquista a Murcia il suo sesto titolo a livello Challenger, tutti ottenuti sulla amata terra rossa. Con questo risultato il tennista iberico riavvicina sensibilmente la top 100, fondamentale per trovare l’accesso al main draw almeno del Roland Garros. In finale sconfitto Michael Ymer, fratellino non meno interessante di Elias Ymer, svedesini con gambe incredibili date dal dna proveniente dalle origini etiopi. Migliore dei nostri il siciliano Salvo Caruso, pupillo di coach Paolo Cannova, che si è spinto fino ai quarti di finale, mettendo in mostra ancora una volta un tennis solido, aggressivo quanto basta, che lo sta portando sempre più vicino a quella soglia psicologica (e maledettamente pratica perché vale almeno 100mila euro con l’ingresso del man degli Slam) dela top 100 ATP. Con questo risultato infatti il tennista di Avola sarà numero 149 ATP, suo best ranking. Raul Brancaccio, campano di stanza in Spagna, ha fatto ottavi di finale, mentre Federico Gaio ha vinto la prima partita contro Kamke e poi è stato sconfitto dal vincitore del torneo. Fuori al primo turno Andrea Vavassori (sfortunata sconfitta al tie break del terzo set contro il dominicano Hernandez-Fernandez) e Bonadio. Merita una menzione particolare il quindicenne iberico Alcaraz Garfia che ha battuto prima Sakharov, poi Pedro Martinez e si propone come la nuova speranza spagnola: dotato di un tennis potente e di percentuale, per avere solo 15 anni è davvero tanto avanti Alcaraz Garfia e può sognare e far sognare i tifosi spagnoli.
Alessandro Zijno