Claudio Galoppini con Forti e Iannaccone: “Possono crescere molto”

Da fine settembre Claudio Galoppini ex Coach storico di Paolo Lorenzi (ed in passato anche di Vinci e Pennetta), lavora a Tirrenia con i due giovanissimi azzurri. Francesco Forti, da Cesenatico, e il molisano Iannaccone, entrambi classe 1999, stanno impegnandosi duramente e con passione con il tecnico livornese. Quando arrivo a Tirrenia sono circa le 9,30 di un sabato mattina e sul campo in terra Francesco Forti si sta allenando con Martina Trevisan sotto lo sguardo attento di Claudio Galoppini, che lo incita a mantenere la concentrazione su ogni punto. Martina, lo sappiamo, è una furia su ogni palla e Francesco deve mettercela tutta per avere la meglio. Dopo ogni rimbalzo la tennista toscana spinge in maniera pazzesca, sebbene la sua palla sia ovviamente meno pesante di quella del compagno di allenamenti maschio e Francesco non sta a guardare, provando a chiudere il punto prima possibile.
Alla fine dell’allenamento mi siedo vicino a Coach Galoppini: “Seguo Francesco da fine settembre e fin da subito mi è piaciuto perché in campo ha le idee chiare, è ordinato e ha molta personalità. Durante la stagione ci siamo concentrati sul lavoro dalla parte del diritto, Francesco ha una palla pesante anche se è poco appariscente. Fa male agli avversari però. Poi copre bene la rete, dovremo cercare di andarci a prendere il punto con intelligenza sempre più spesso. Si muove bene in avanzamento. Come preparazione invernale abbiamo in programma di fare almeno 10 settimane, del resto più i ragazzi sono giovani più si allunga la durata della preparazione. Si faranno spesso doppie sedute giornaliere di allenamento con il mercoledì pomeriggio di riposo.”
Gli chiediamo come si pone nei confronti dei social media che sempre più fanno parte integrante della vita dei ragazzi: “è un aspetto da considerare che 10 anni fa non esisteva. La parola chiave è buon senso.”
Come è cambiato il modo di allenare Claudio? “Non è che sia cambiato, è che va personalizzato sulla base dei ragazzi che alleni. Paolo Lorenzi ad esempio mentalmente era semplice da gestire, sebbene all’inizio abbiamo lavorato su timori o ansie. Quindi era tutto molto incentrato sul tecnico, sul migliorare gli aspetti del gioco. Dovendoti dire una differenza tra generazioni, a parte Paolo che era un modello per tutti, forse i ragazzi di oggi sono più abituati alla cultura del lavoro, chi arriva a questi livelli sa bene che deve curare se stesso al 100%, non basta avere diritto o rovescio. Sono professionisti veri, tutti, che seguono una alimentazione equilibrata e uno stile di vita mirato alla performance. Tra le femmine le differenze tra giocatrici che fanno WTA e tornei inferiori è più marcata, mentre tra i maschi il livello è altissimo già dai 25mila, e devi stare al massimo per competere, non puoi accontentarti di una prestazione minima.”
Come è lo stato dell’arte del tennis italiano? “E’ un momento molto buono, con Cecchinato che fa un Roland Garros come quello, Fognini che sta sempre lì, Berrettini che cresce, tutti gli altri vengono trainati. C’è entusiasmo e voglia di superare i propri limiti.”


Che consigli daresti ad un ragazzo che si appresta ad entrare nel circuito pro? “Per prima cosa approcciarsi quando si è davvero pronti, quando si ha il livello per competere, perché altrimenti rischi di prendere delle stese e perdere entusiasmo, non capendo se stai lavorando bene o male. Poi agli inizi è normale uscire ai primi turni e l’ambiente non è sempre professionale, per cui il ragazzo e il suo staff devono in qualche modo restare dentro al torneo con la testa, anche se sei fuori competizione, ma devi allenarti, restare concentrato e fare vita da atleta anche se poi non giochi. Andare a fare tornei solo per fare turismo tennistico secondo me è inutile, al limite puoi farlo una volta all’anno se non hai il livello, magari solo per far conoscere i funzionamenti ai più giovani, ma bisogna entrare quando davvero hai le capacità per farlo.”
Quale è la superficie in cui Forti si può esprimere meglio? Francesco si può adattare sia sul veloce che sul lento, il diritto è più pesante su terra, il rovescio però è penetrante ed efficace, poi la sua maturità tattica può fare il resto. Anche il servizio è buono e nelle superfici veloci può portare anche qualche punto diretto.”

Di Iannaccone che mi dici? “Anche lui si allena con voglia e grande attenzione. Sono contento di come stiamo andando. Ora si tratta di trovare una sua identità di gioco. E’ un filo meno ordinato rispetto a Francesco e lui lo sa. Proveremo ad essere più aggressivi in campo, di natura è meno adatto a sviluppare doti difensive quindi deve comandare il gioco il prima possibile. Lui fa molti punti col diritto, ora si tratta di migliorare anche il servizio che può diventare un’arma importante. Caratterialmente è un ragazzo molto disponibile, appena scatterà quella scintilla in più potrà togliersi delle soddisfazioni, anche se al momento deve pensare a lavorare senza l’assillo dei risultati immediati.”
Alessandro Zijno