Peter Polansky, il tennista delle stranezze

PETER POLANSKY: canadese, 30 anni, 117 ATP
Sviluppo Potenziale: 90% (è quasi al suo top e ci resterà per un po’)

Peter Polansky in questa stagione è stato il super lucky loser perché è entrato da LL in tutti gli Slam, e secondo me nel 2019 riuscirà ad entrare in top 100 e farà qualche dignitosa apparizione nei 250 e nei 500, in particolare in quelli nordamericani. Poiché la sua crescita è stata lenta, ci metterà più tempo di altri a calare di performance. Può durare in top 100 con punte da top 70 per almeno un paio di stagioni. Del resto il canadese ha impiegato parecchi anni per salire, finisce in top 200 da 6 anni (a parte il 2015 a causa di un infortunio), per cui la discesa sarà altrettanto lenta come altre carriere hanno confermato (Lorenzi su tutti).
La Scheda
Giocatore tipicamente di scuola americana, alto circa 185 cm e con un peso forma di 80 kg è dotato di un servizio con cui si guadagna molti punti diretti, abbina alla battuta il primo colpo d’attacco di diritto e anche nel gioco al volo è più che buono. E’ infatti un doppista positivo. Destrimane con rovescio a due mani, sul cemento outdoor è un giocatore pericoloso ora che sembra aver trovato anche la maturità giusta.
Le dichiarazioni
Primo (e probabilmente resterà unico) nella storia del tennis ad essere ripescato come Lucky loser in tutti gli Slam nello stesso anno ha dichiarato in occasione degli ultimi US Open: “Se vi dico che ci speravo anche questa volta? E’ stata una stagione straordinaria, e credo che la differenza l’abbia fatta uno spirito positivo che ho come mai finora in carriera. Ora il tennis canadese sta vivendo un periodo straordinario con giocatori eccezionali a partire da Raonic finendo con Shapovalov e Auger-Aliassime. Merito della federazione ma anche del nostro popolo che unisce la praticità e la filosofia nordamericana ma ha mantenuto un rapporto con la storia europea. E credo di poter fare qualcosa di buono anche per il mio paese a livello sportivo. Ora obiettivo top 100.”
La storia
Peter Polansky nasce a North York nell’Ontario da una famiglia di origini ceche, il 15 giugno 1988 e da Junior diventa numero 34 del mondo. In carriera finora nel singolare ha vinto ben 15 ITF Futures e 3 Challenger, tutti nel continente americano. Polansky non è nuovo a situazioni strane, agli inizi della carriera cadde dalla finestra di un hotel in occasione di un match in Messico per un episodio di sonnambulismo (o almeno così lui dichiarò) infortunandosi ma non seriamente per buona sorte, tornando al tennis pochi mesi dopo. Non ci fu mai una inchiesta per volere della USTA ma molti dubbi su quell’episodio restano e qualcuno sospettò che la caduta fosse stata causata da una spinta di qualche compagno durante una notte brava. Poi fu anche fortunato quando, dopo una eliminazione al Challenger di Lexington nel Kentucky, si fermò un paio di giorni in un albergo della zona con la fidanzata e fu morso da un ragno velenoso, il violin spider, considerato molto pericoloso se non viene individuato: il suo piede si gonfiò e dovette stare fermo qualche settimana, anche se poi la guarigione fu completa. Anche su quell’episodio in patria si scrisse parecchio e qualcuno mise in dubbio la vicenda, sottintendendo che ci fosse qualcos’altro da nascondere. In questa buona stagione del 2018 vittoria per Peter nel Challenger di Granby, che lo ha trascinato al best ranking poco dopo raggiunto al numero 110 ATP.
Alessandro Zijno