10 Tenniste Rubate Al Porno

E’ uno scherzo, una idea malsana che mi è venuta ascoltando i commenti in giro per i tornei degli spettatori, di qualsiasi livello sociale, sulle forme, le grazie, gli atteggiamenti delle professioniste che giocano a tennis. Si ascolta di tutto, come è facile intuire, e ho provato a sintetizzare con questo giochino, interpretando in veste ironica e provocatoria le associazioni erotico-sportive che mi è capitato di sentire. Ci ho messo del mio come è ovvio e ho provato ad assegnare una pornostar di riferimento per ogni tennista delle 10 cui ho attribuito migliori possibilità. Non è una classifica delle più belle o delle più avvenenti, ma un gioco a cui tutti possono partecipare con accostamenti più o meno azzeccati.
Disclaimer preventivo: qualsiasi pornostar si sentisse offesa, o denigrata, o per qualsiasi motivo non avesse piacere di essere accostata a quella tennista può chiederne il cambio, indicando quale possa meglio rappresentarla.


Jenna Jameson è Anna Kournikova
Jenna Jameson. L’apoteosi del business applicato al cinema per adulti. Icona del settore nonostante performance non esattamente indimenticabili. Un po’ come Anna Kournikova, a cui per altro somiglia anche fisicamente. Il tennis non è stato del livello delle altre competitor ma l’appeal senza dubbio. Jenna è senza dubbio la più famosa e ricca di sempre, con un guadagno stimato di 30 milioni di dollari. Colei che per tutti gli anni novanta, e in parte i duemila, ha animato le fantasie degli uomini di tutto il mondo. Era il boom delle videocassette hard e le stanzette vietate ai minori all’interno delle videoteche. Definita da illustre testate, “la più famosa adult-entertainment performer della storia” (Forbes Magazine, Rolling Stones e Wall Street Journal), da CNN News la Regina del Porn, è inoltre vincitrice di numerosi awards. Nel 2004 la Jameson ha pubblicato la propria autobiografia “How to Make Love Like a Porn Star”.


Di Anna (a destra nella foto) non si può esattamente dire la stessa cosa tuttavia divenne una vera star grazie alla semifinale raggiunta a Wimbledon nel 1997 all’età di soli 16 anni, spingendosi fino alla posizione nº8 in classifica mondiale WTA. Famosa soprattutto per la sua bellezza, fu un’ottima doppista, vincendo in tutto 16 titoli WTA tra cui due tornei del Grande Slam e due Masters di fine anno, raggiungendo la vetta della classifica di doppio nel novembre del 1999. Su ESPN fu votata come la hottest female athlete nel 2003.


Non ho amato Anna Kournikova così come non mi ha mai “preso” Jenna Jameson. Emotivamente parlando non c’era cuore nell’una come non c’era anima nell’altra. Eppure sono state due top players. Jameson non ha mai girato film di grande importanza, non ha mai girato scene spinte al massimo, no anal, no DP, ne IR; sia Jameson che Kournikova sono state un prodotto strettamente di marketing. Se mai decidesse di mettere in pubblico le sue prestazioni hot, anche finemente sceneggiate per dire, con il suo compagno di vita Enrique Iglesias, Anna Kournikova aggiungerebbe altri milioni di dollari sul conto, ma non avrebbe i miei 20 euro per il DVD, perché potrebbe fare la scena più spinta mai creata da Rocco Siffredi e apparirebbe ai miei occhi fredda e distaccata, più propensa ad aspettare che finisca e a non rovinarsi il trucco che a divertirsi e divertire. Chi ha visto un film di Jenna, sia nelle scene etero che in quelle lesbo sa a cosa mi riferisco: non fa mai nulla di più di quello che fanno le nostre mogli, fidanzate o compagne di vita, non regala nulla all’immaginario, vedi una sua scena e poi l’unica cosa che ti chiedi è come abbia fatto a diventare la più famosa pornostar della storia. Marketing.


Traci Lords è Steffi Graf
Traci Lords Girò un solo film hard da maggiorenne. ma quelli prima hanno cambiato la storia del genere per adulti. L’impatto di Traci sul porno è stato devastante tanto quanto quello avuto nel tennis da parte di Steffi. Sia l’una che l’altra hanno rivoluzionato il loro campo. Non può più esistere una Traci Lords per il solo fatto che una minorenne non può più esibirsi in quel modo (tanto che i suoi film prima dei 18 anni sono proibiti e introvabili) così come Steffi giocava il diritto con una violenza impareggiabile per quei tempi con un corpo che era la metà dell’unica che ha raggiunto la sua potenza, cioè Serenona. Non bellissime né Traci né Steffi ma assolutamente conturbanti per diversi motivi.

Traci (a sinistra nella foto) nasce con il nome Nora Louise nell’Ohio da Louis Kuzma, di origini ebraiche, e Patricia Briceland, di origini irlandesi. Dall’età di 10 anni subisce abusi sessuali dal padre alcolizzato. Nel 1982, dopo il divorzio dei genitori, si trasferisce con la madre e le tre sorelle a Redondo, in California. Anche qui però venne ripetutamente molestata sessualmente, questa volta dal nuovo compagno della madre Roger, uno spacciatore di cocaina. Anche il padre di Steffi Graf ha causato alla figlia un sacco di problemi, è stato arrestato per frode fiscale e addirittura è fuggito con una giunonica pornostar, Nicole Meissner. Entrambe hanno ripudiato il loro mondo: Traci Lords ha fatto vacillare l’establishment porno dell’epoca con menzogne di varia natura, volte a rimodellare la propria immagine di ragazzina innocente, Steffi ha spesso rimproverato il mondo del tennis di voler sfruttare eccessivamente gli atleti e di essere al solo servizio del business. Entrambe avevano in parte anche ragione.


Le scene di Traci Lords viste con gli occhi di oggi, almeno quelle ufficiali, sono noiose e senza ritmo, ma bisogna ammettere che all’epoca apparivano comunque innovative e abbandonavano le spinte quasi documentaristiche degli altri film, ed è quasi impossibile fare oggi un paragone tra un’attrice patinata e rifatta dell’era moderna con un’attrice hard degli anni 70-80. A quel tempo un’attrice doveva sapere recitare. Un po’ come fare paragoni tra tenniste di ieri e di oggi. C’è da dire che Steffi ha aperto una strada: il tennis femminile sempre più vicino a quello maschile, meglio e più di Navratilova. Steffi Graf sarebbe ancora credibilissima e conturbante in un porno in cui il genere MILF va forte e anche alla sua epoca di ventenne la immagino partecipativa e pretenziosa nei confronti del partner. La foto di lei in mutande rubata da un fotoreporter fece il giro del mondo, e mi viene da pensare superficialmente che se una scena si dovesse scegliere sarebbe più una anal che un facial, visto che il suo viso non è mai stato il punto forte. Sono certo che avrebbe il suo pubblico e saprebbe trovare delle soluzioni per divertire. Il partner? Agassi of course.

Vanessa Del Rio è Gabriela Sabatini

Vanessa Del Rio. Non bellissima, ma chi poteva rivaleggiare con lei tra le lenzuola? Stupisce solo chi non ha visto i suo film, le cose che faceva (fisting, anal,ecc) in un periodo che altre attrici non le consideravano nemmeno. Molto popolare al suo tempo. Anche se ha smesso nel 1986, ha sempre continuato a essere presente nel circuito porno. Una vera leggenda del cinema hard. Vanessa del Rio nasce ad Harlem, un quartiere di Manhattan, il 31 marzo del 1952 da padre cubano e da madre portoricana. Dopo aver sbarcato il lunario attraverso i più svariati mestieri, quali la programmatrice di computer, la cameriera, la barista e la go-go dancer, ed essersi persino prostituita per le strade della Grande Mela, la Del Rio debuttò nel mondo del cinema a luci rosse nel 1974, proseguendo la sua carriera in oltre 200 interpretazioni, fino al 1986, anno in cui si ritirò dalle scene come performer per paura di contrarre l’AIDS. Nel 1974 la rivoluzione sessuale era in pieno fermento e l’industria dell’intrattenimento per adulti cresceva di giorno in giorno. Nel 1972 Gola profonda aveva lanciato la prima pornostar americana, Linda Lovelace, che tuttavia appena due anni dopo si era già ritirata dalle scene. L’industria del sesso era dunque alla ricerca della sua nuova stella, e la migliore candidata era Vanessa del Rio, in un’epoca in cui non si erano mai viste celebri attrici porno di origini latine. Imperterrita, Vanessa accettò ogni ruolo che le venne assegnato, paradossalmente più interessata al sesso che al denaro. I fan, sbalorditi da tanta passione, fecero di lei un’attrazione da box-office, e la prima star latina in America. Ritiratasi dalle scene nel 1986, Vanessa del Rio è ancora oggi un’icona del sesso che trascende ogni confine etnico e geografico.


Anche Gabriela a quei tempi regalava suggestioni ai suoi fan. Al contrario di Steffy inaccessibile e fortemente chiusa al mondo, e Navratilova perennemente sul piede di guerra, l’argentina era amata come poche altre, considerata bella nonostante parecchi difetti estetici soprattutto per le sue doti da seduttrice senza mai essere volgare. In sostanza, esattamente come Vanessa del Rio (che un filo più volgare lo era tuttavia), accettava il suo ruolo, di giocatrice passionale all’interno del campo e di ragazza ammiccante fuori. Amava sentirsi sotto la luce dei riflettori e a Roma fu eletta beniamina assoluta del pubblico come mai nessun’altra. Se Vanessa non era bella, e questo era un grandissimo handicap che riuscì a colmare con la personalità, altrettanto fece Gabriela se alludiamo al suo servizio che certo non impensieriva le avversarie, tuttavia gelose della celebrità della sudamericana.

Vanessa del Rio sembrava divertirsi sul set, esattamente come Gabriela Sabatini sul campo, ed entrambe mi hanno sempre dato l’idea di avere quella parola chiave “consapevolezza” che rappresenta lo spartiacque tra il successo e il fallimento. Sapevano cosa volevano, ed erano disposte a fare tutto ciò che era necessario per ottenerlo. Vanessa faceva anal, che a quei tempi era abbastanza raro tutto sommato, così come Gabri sapeva che per vincere doveva unire lotta e sostanza, non potendo competere sulla potenza e nemmeno sul tocco sopraffino. Come Vanessa del Rio, Gabriela ha saputo smettere al momento giusto, e durante tutta la carriera ha variato il suo stile in base a ciò che servisse e che fosse in grado di imparare. Ad entrambe non mancava la personalità e le ho sempre apprezzate. Gabriela per attitudine avrebbe potuto dare il meglio con scene deepthroat o facial, e ancora oggi delizierebbe i suoi fans.

Belladonna è Simona Halep
Non nego che sono le mie preferite. Belladonna, un personaggio controverso e una performer quasi inarrivabile con un calore sessuale sconvolgente. E’ personalmente una delle performer che più ha toccato i miei sensi, un vero e proprio fenomeno, e in parte ritrovo la stessa fiamma in Simona Halep, in assoluto la tennista più grintosa che possa aver mai conosciuto, dentro e soprattutto fuori del campo di gioco. Un’ autentica macchina da guerra, disposta a tutto, ma proprio tutto, pur di riuscire. Esattamente come Belladonna. Halep fu disposta a ridursi il seno, perché d’impaccio per il gioco e la performance, qualcosa di davvero importante per una ragazza. Le scelte di Simona sono sempre improntate sullo sviluppo del suo “mestiere”, esattamente come Belladonna, meno carina e seducente delle competitor, ha saputo scegliere le performance più adatte al suo corpo e alla sua personalità, rischiando anche di essere una meteora.

Quando uscì all’inizio sembrava semplicemente una delle tante che provano ad emergere nel porno facendo semplicemente più cose delle altre al minor prezzo, invece lei ha saputo fare molto di più: l’interazione con le altre femmine ad esempio in threesome FFM (due femmine e un maschio) hanno più di tutto il resto rivoluzionato quel tipo di performance, così come Belladonna è stata una delle prime performer a lavorare anche con trans. Per la prima volta a quel livello abbiamo assistito ad una femmina che rivaleggia col maschio dominante nel sottomettere sessualmente la malcapitata di turno. Il tutto lasciando spazio anche alla propria femminilità.

Molto simile a Simona Halep come atteggiamento: chi conosce Simona sa bene che è molto decisa e determinata anche nei modi spiccioli, lascia poco spazio di dubbio su chi comandi all’interno del suo universo, che si tratti di decidere un allenatore, così come di scegliere la pizzeria dove andare a mangiare. Tutto questo rimanendo comunque una ragazza, con i suoi vezzi femminili e le sue dolcezze d’animo. Simona potrebbe tranquillamente interpretare le scene di Belladonna come dominatrice etero o lesbo indifferentemente, rimanendo sempre credibile nel ruolo.


Sasha Grey è Daria Kasatkina
Sasha Grey Ha conquistato il mondo fondendo bellezza e performance estreme in un mix esplosivo. Se domandate a un qualsiasi trentenne se conosce Sasha Grey una grandissima percentuale di loro saprà dirvi chi è. Un’icona del porno, la pop pornostar per eccellenza.
Motivo? Probabilmente per quel suo viso da ragazza della porta accanto, come mai fino ad allora era stato un tratto distintivo per una attrice hard, e il fisico completamente naturale, con un seno molto piccolo.


Sasha (a sinistra nella foto) ha esordito nel 2002, in una scena con Rocco Siffredi, già consapevole di ciò che voleva e di come lo avrebbe ottenuto: fare tanti soldi nell’immediato, diventare famosa e girare le più estreme scene di sesso. E così è stato. Dopo aver abbandonato il porno si è dedicata alla musica, al cinema e alla scrittura. Daria Kasatkina è nata nella città industriale di Togliatti (a 1.000 km a sud-est di Mosca), ha sempre sognato di diventare una tennista professionista. E non è un caso: il talento sembra avercelo nel sangue. I suoi genitori, Sergej e Tatyana, sono entrambi grandi appassionati di sport. Lui ingegnere, lei avvocato, nella vita hanno dedicato molto tempo e passione rispettivamente all’hockey e all’atletica.
Daria si è avvicinata al mondo del tennis quando aveva solo sei anni, spinta dall’entusiasmo del fratello maggiore Aleksandr. Da allora, è stato un successo dietro l’altro. Tuttavia Daria si dimostra ben più concentrata su ciò che avviene in campo, tralasciando le classifiche. “Quando giochi ad alti livelli la classifica va da sé. Non importa se ci si posiziona all’11esima, 12esima o 13esima posizione. Se si dà il massimo, ogni cosa verrà di conseguenza”.

In precedenza allenata dallo slovacco Vladimir Platenik, ora è seguita dal belga Philippe Dehaes. Anche Daria come Sasha ha il viso da ragazza della porta accanto, anche lei ha quest’aria sbarazzina libera da pregiudizi e sotterfugi. Dice cosa pensa Daria, e te lo dice in faccia, senza giri di parole. Sotto le lenzuola potrebbe essere una scoperta stupefacente, anche lei con seno piccolo e puntuto e senza un fisico potente. In campo dà tutto, ha voglia e non teme le difficoltà, con un problem solving naturale. Come molti sanno i tennisti hanno due anime: una dentro al campo e una fuori. Chi in campo è calcolatore e scientifico, pensiamo a Borg, fuori si trasforma in spericolato e un po’ pazzo e io ce la vedo Daria ad essere un po’ pazza quando sveste i panni della professionista e amoreggia: la immagino sul modello Sasha Grey, volgare, grezza, ultrapassiva, vivace, passionale e instancabile.

Cicciolina è Andrea Temesvari
Cicciolina. Ungherese di nascita ma italiana d’adozione. Pornostar, parlamentare e chi ne ha più ne metta. Conosciuta anche da chi non ha mai visto un film porno in vita sua e superstar negli anni 80. Elena Anna Staller è nata a Budapest nel 1951 ed è figlia di un funzionario del Ministero degli interni ungherese dell’epoca, comunista convinto, e di Ilona (da cui prese il nome poi) che faceva l’ostetrica a Pest. Come tutte le ragazze che si avvicinavano al porno in quegli anni (come anche Moana Pozzi ad esempio o la celeberrima Letizia Bisset (aka Shalimar) più tardi) veniva da una famiglia borghese ed era più attratta dai venti di ribellione figli del 68 che altro. Era il femminismo che si evidenziava e si esaltava. Fu una vera pioniera. Nel 1983 girò il suo primo porno con Schicchi interpretando “la conchiglia dei desideri”. Badate bene che il vero scandalo lo aveva provocato anni prima, esattamente nel 1973, quindi davvero in un periodo storicamente fondamentale per i costumi futuri degli italiani, conducendo in radio (la mitica Radio Luna) un programma spinto ed esplicito, in un momento storico in cui persino i seni erano oscurati dalle televisioni. Quella fu la rivoluzione vera, non la successiva quando ormai il porno era stato sdoganato e importato da America e nord Europa. Il programma andava in onda di notte, da mezzanotte alle due: era interamente dedicato alle telefonate a sfondo erotico degli ascoltatori e delle ascoltatrici, con le quali interagiva una voce femminile che li chiamava con l’appellativo confidenziale di “Cicciolini” e “Ciccioline”. La voce era quella di Elena Anna, che assunse il nome di Ilona Staller con cui fu conosciuta di lì in avanti, e da qui nacque il soprannome “Cicciolina”. Pensate quelle telefonate che importanza hanno avuto nell’immaginario erotico di migliaia di italiani.


Andrea Temesvari fu una pioniera a suo modo anche lei. L’ex campione romeno “Ziriac” (come amo chiamare Ion Tiriac, alludendo alla pronuncia romena del cognome e alla parola italiana “zio”) mi raccontava che quella coda di cavallo della Temesvari, che terminava sul sedere, era un richiamo erotico pazzesco per quasi tutti i tennisti e gli appassionati. Per quei periodi, parliamo dei fatidici e meravigliosi anni 80, era una bellezza nuova e sconvolgente, forse una delle prime ad avere un corpo androgino se valutato con gli occhi di allora. Figlia di Otto, un ex cestista ungherese, che ha fatto anche le Olimpiadi del 60 a Roma, Andrea Temesvari nasce nel 1966 a Budapest. “Gorgeous” si direbbe ora, meravigliosa. Personalmente non l’ho mai conosciuta ma chi l’ha frequentata in quegli anni parla di una ragazza piacevolissima, più colta della media, capace di affascinare anche per il modo di interagire oltre che per una avvenenza importante. E’ ancora oggi una bella donna, ora che ha 3 figli, ma all’epoca era mozzafiato davvero, in proporzione ben più intrigante di una Ana Ivanovic o di una Masha Sharapova.

Se riportassimo Ilona e Andrea in quegli anni, un po’ spensierate e un po’ vogliose di manifestarsi al mondo, desiderose di conoscere e farsi conoscere, aperte a tutte le novità enormi che quel momento storico rivelava, avremmo probabilmente un binomio pazzesco da portare a cena e poi con cui giocare nel dopocena. Mi immagino per loro un genere “homemade”, un qualcosa di girato con il cellulare appoggiato sul comodino, immagini non professionali, non ginecologiche come molte dei porno attuali, un all sex giocato molto sui corpi che si avvinghiano, più che zoommato sui particolari anatomici. Insomma qualcosa da rivedere in privato.


Tori Black è Ana Ivanovic
Tori Black: unica attrice hard a vincere per due anni di fila il premio Avn come miglior performer nel 2010 e nel 2011. Verso la fine del 2006, mentre si trovava in vacanza dal college a Fort Lauderdale (Florida) e subiva pressioni dai genitori per trovarsi un lavoro, decise di inviare le sue foto ad un’agenzia per adulti che le rispose facendole un’offerta. Nel 2007, dopo aver accettato la proposta, debuttò ufficialmente come attrice pornografica con The Score Group. Ha dichiarato di aver scelto lo pseudonimo di Tori Black insieme ad alcuni suoi amici del college. Viso molto bello, amata sia dai tettofili che dagli amanti del lato b, Tori Black ha incarnato le performer perfetta della seconda decade degli anni 2000. Ha sapientemente aspettato prima di fare anal, attendendo che l’attesa dei fan fosse spasmodica, in un momento drammatico comunque sul piano economico per l’industria del porno. Lo fece poi in “interactive Sex with Tori Black” che fu il più scaricato a pagamento per diversi mesi e sbancò.

Insieme classica e moderna Tori Black è stata per certi versi molto simile ad Ana Ivanovic. Bella vita la Ivanovic: un paio di anni scarsi ad alti livelli, un Roland Garros, poi solo uscite precoci da piccoli e grandi tornei per qualche anno, tanto è bastato per farsi un c/c di un certo livello. Poi servizi fotografici senza mai mostrare nulla, matrimonio con calciatore esteticamente discutibile, ritiro, e ora posta regolarmente sui social i suoi continui viaggi e serate in giro per il mondo. In fondo anche Tori Black ha sempre mostrato meno, molto meno, di quello che avrebbe potuto in termini di “trash”. Ha seguito ciò che il pubblico mainstream del porno (può sembrare un controsenso ma non lo è) ha voluto senza cercare strade nuove e pericolose. Ha probabilmente ottenuto più fama di quella che avrebbe meritato proprio come Ana, bellissima certo, un viso allo stesso tempo delicato e conturbante, ma anche poco fotogenica se vogliamo. Guardate tutte le foto e ad esempio noterete che il lato b non è assolutamente niente di che, surclassato da decine di altre tenniste che avrebbero meritato molto più clamore, una su tutte la slovena Dalila Jakupovic poco reclamizzata ma senz’altro uno dei fondoschiena più ammirati del circuito, “tecnicamente” parlando.


Tori Black così come Ana Ivanovic hanno avuto il gran merito di mettere d’accordo tante persone riguardo al loro sex appeal. E quindi di far girare la giostra. Non è poco, non è un dettaglio. Ana (un nome una garanzia) la vedo bene in un porno molto classico, un all sex moderno, scene solo etero, un po’ di interracial (termine brutto e ormai anche fuori tempo, però utilizzato ancora dai cul-tori del porno), qualche minuto di anal, un ben recitato rough sex, con uno spruzzo di facial finale, tanto per gradire. Esattamente come i film di Tori Black, tanto scolastici quanto premianti.

(Bea Bouchard, sorella di genie)

Mia Malkova è Genie Bouchard (& Bea Bouchard)
Mia Malkova, pseudonimo di Melissa Ann Murray (e anche qui attinenza col tennis), ha come Genie origini franco-canadesi e ha vinto dal 2012 al 2014 un bel po’ di premi come migliore attrice hard, pur non emergendo ancora tra i veri cultori del porno. Proprio come la Bouchard che noi tutti amanti del tennis attendiamo che esploda e non solo sulle copertine sexy di sport illustrated. Mia Malkova ha fatto anal solo con il marito Danny Mountain (anche lui performer) per moltissimi anni e solo da pochi mesi gira scene con doppia penetrazione e dà rimming; del resto ha dovuto fare di più per mantenersi in competizione con le colleghe più disposte a uscire dalla propria zona di comfort. Come si può facilmente intuire, vista la professione di Melissa in arte Mia, per zona di comfort non ci si riferisce certo ad una chiusura mentale nei confronti di un certo tipo di sesso, ma della dipendenza da costumi e abitudini radicate nel tempo e dalla paura di ferire il marito Danny, che voleva il “secondo canale” solo per lui. Può sembrare incredibile ma succede anche nell’industria porno. Ora che si è separata definitivamente dal marito può sentirsi libera e infatti Mia Malkova sta riuscendo a esibirsi nel migliore dei modi.

Io non conosco personalmente Genie Bouchard ma ciò che posso dire (da fonti attendibili) è che senza dubbio la canadese ha tanta qualità tennistica e quando riuscirà ad uscire dalle distrazioni di un mondo piuttosto effimero che ama frequentare spaccherà la palla. Nel 2014 a soli 20 anni ha dimostrato al mondo che è bella e brava, non è solo visino e sedere esattamente come Mia Malkova non è solo curve e faccia ammiccante. Come Mia è partita a spron battuto per poi incastrarsi in dinamiche personali che per certi versi sono differenti, ma per altri sono assai simili: Genie può uscire da questo personaggio che fa di lei una vera star ma al momento “perdente” sul campo, solo se decide di entrare in vera competizione con le Halep, con le Kerber, o con le emergenti bad girls dell’est, mettendo dentro anche sudore, lacrime, sangue e tutti i liquidi che conosciamo.

Così come Mia Malkova dovrebbe uscire dal ruolo di bel sedere ma scene tutte uguali e esprimersi (come pare stia provando a fare) in territori a lei ancora sconosciuti, giocando magari con dominazioni estreme o strizzando l’occhio a scene trans o bizzarre. Eroticamente parlando, e dico una bestemmia probabilmente, Eugenie Bouchard mi pare poco adatta a qualcosa di assai forte, forse sarebbe spendibile per un softcore, o per qualche foto leggermente più spinta, nella presa diretta all sex la immagino piuttosto contratta. Mentre qualche copeco in più lo investirei sulla sorella Bea, che mi appare più smaliziata e con maggiore ambizione. In tutti i sensi. Foto Docet.


Kennedy Kressler è Daniela Hantuchova
Kennedy Kressler è una delle più amate e controverse performer statunitensi, che tra le prime ha esaltato il genere Skinny. Kennedy e Daniela le associo per questa caratteristica che le accomuna, cioè essere molto magre ed essere desiderate dal pubblico anche per questo. Entrambe sono due ragazze molto intelligenti, che avrebbero potuto fare qualsiasi altro mestiere rispetto a quello che hanno fatto: Kennedy Kessler è ancora in attività, avendo 30 anni, ma ha già le idee chiare per il futuro, si sta laureando in lingue orientali (vietato fare battute) e parla già fluentemente arabo e russo. Daniela commenta per Fox Asia e prosegue la sua carriera di imprenditrice con il suo marchio alimentare per sportivi D-One.

Kennedy è alta 163 centimetri, Daniela 181, ma entrambe sono magrissime, hanno un sedere tondo e non eccessivamente sporgente, due seni piccoli con i capezzoli che si evidenziano sotto le magliette. Kressler è stata usatissima per la sua pelle molto chiara e il fisico minuto in scene molto hot con uomini molto alti e possenti, spesso neri, in contrasto con lei; immagini che colpiscono molto l’immaginario collettivo americano, ancora legato a vecchi stereotipi come l’afroamericano che sottomette la bionda. Su Daniela Hantuchova gira una vecchia leggenda per cui la campionessa slovacca non avrebbe mai voluto lavorare sulla forza per non appesantire il fisico sul lato puramente estetico. Lei in realtà non ha mai confermato pubblicamente ma se fosse così guadagnerebbe molti punti agli occhi dei suoi ammiratori, entusiasti di un corpo così slanciato.

Immaginando una carriera hard senza dubbio Daniela avrebbe le stimmate della fuoriclasse, adatta ad ogni tipo di performance, anche se probabilmente poco “marcia” per un pubblico più smaliziato. Proprio come Kennedy Kessler, agli antipodi rispetto ad una Belladonna, o anche ad una Sasha Grey o alla poco reclamizzata Tori Lane, portabandiera delle “fuori di testa”.


Valentina Nappi è Sorana Cirstea
Chi invece è davvero fuori di testa anche se prova a darsi un tono è la nostra azzurra pornodiva Valentina Nappi, direttamente dalla Campania. Qualche anno fa manda una mail a Rocco e da lì parte tutto: senza dubbio la grinta non le manca, l’intraprendenza da attaccante nemmeno, né dentro né fuori dal set. Esattamente come Sorana Cirstea, aggressiva come gioco, poco incline alla tattica di difesa, pronta ad azzannare tutto ciò che si trova a tiro. Il suo ex fidanzato Santiago Giraldo è sempre stato molto riservato sulla relazione con Sorana ma non c’è dubbio che la bellezza intrigante della romena e i suoi modi a metà tra l’ammiccamento e la provocazione abbiano acceso i sensi di moltissimi spettatori.

Di Sorana non ci sono foto Hot eccezionali, non si è mai espressa appieno, ma potrebbe essere davvero una grande scoperta come lo è stata Valentina Nappi negli ultimi tempi sulle scene Hard. Eppure a vederla quando è in giro per conto suo, Valentina è una ragazza che potrebbe persino passare inosservata, è carina ma nella media, non è particolarmente volgare quanto invece molte altre pornostar, gioca a fare politica, mette insieme idee interessanti ad altre malsane e tutto sommato ha un potenziale ancora da sviluppare nonostante abbia fatto nell’hard tutto quello che è possibile immaginare come performer.

Alla Nappi avrei potuto associare curiosamente altre due tenniste romene, molto meno conosciute però, la Platon e la Diana Enache (che credo sia sposata Buzean) che meritavano davvero tanto, forse persino più di Cirstea sia sul piano estetico che dell’ammiccamento. Però il 2019 può essere l’anno di Nappi come migliore attrice hard mondiale e di Sorana come exploit negli Slam. Sorana la vedrei bene nelle scene più spinte proprio con Rocco, potrebbe anche stupire con un remake al Foro Italico di “Rocco & Kelly a Roma” che fece grande la Kelly Stafford, probabilmente il film di Siffredi più azzeccato, insieme a “Mai dire Mai a Rocco” e “Rocco più che mai a Londra” (questa è la trilogia in assoluto più sconvolgente a mio parere). La Nappi è l’unica al momento su piazza in grado di ripercorrere quella strada e tra tutte le tenniste forse proprio la fantastica Cirstea potrebbe cavalcare quelle incredibili onde erotiche.
Tanto per aggiungere qualche altro nome e farmi qualche amica in più nel circuito femminile potrei aggiungere diversi altri nomi, associarli alle attrici feticcio dei più grandi registi o produttori, ma forse lo farò in una seconda puntata di questo filone. Mi sono volutamente dimenticato di decine di performer e ovviamente di altrettante decine di tenniste che avrebbero meritato di essere citate, ci sarà modo e tempo.
Alessandro Zijno