ITF WTT Femminile 2019, week 1: Daria Lopatetska è La Star. Gatto Monticone/Grymalska, trionfo a Playford

W25 Playford, Australia (25mila$, Hard): [3] A. Kalinskaya (Rus) b. [6] E. Rybakina (Kaz) 6-4 6-4
Doppio: Gatto Monticone/Grymalska (ITA) b. Marshall/Sun 6-2 6-3
Apriamo bene la stagione dei tornei ITF (il cui circuito ora è denominato World Tennis Tour) con una grandissima vittoria in doppio a Playford per la coppia azzurra composta da Giulia Gatto Monticone e Anastasia Grymalska in un 25mila dollari sul cemento australiano. Le due meravigliose e forti ragazze, che sono impegnate anche nel tabellone Aus Open in questi giorni hanno dimostrato di essere in ottima condizione. Tra l’altro questo 25mila dollari australiano aveva un campo di partecipazione davvero ottimo, con giocatrici di livello WTA, molti nomi interessanti a partire dalla vincitrice Anna Kalinskaya, 20enne russa, numero 167 WTA che ha avuto un 2018 non eccezionale ma è una splendida giocatrice, ex numero 3 del mondo a livello Juniores, una che in top 100 ci arriva quest’anno.

In finale la russa ha sconfitto Elena Rybakina, naturalizzata kazaka, anche lei ex numero 3 al mondo da Junior ma un anno più giovane di Kalinskaya, che avrà al primo turno delle quali degli Aus Open la francese Lemoine. La tds numero 1, la naturalizzata spagnola Bolsova Zadoinov, proveniente dalla Moldavia come origine, è stata eliminata ai quarti dalla francese Paquet e forse era con la testa già alle quali degli Aus Open dove ha superato nel frattempo il primo turno battendo la Ivakhneko. Le due vincitrici del doppio sono entrambe arrivate al secondo turno in singolare: Gatto Monticone, sempre seguita da Tommaso Iozzo, ha poi perso nettamente dall’inglese Taylor, Grymalska ha perso proprio dalla forte Bolsova Zaidonov. Fuori al primo turno Paolini, Trevisan e Di Giuseppe, tutte ora impegnate nello Slam down under.

Daria Lopatetska aka Dasha Lopatetskaya
W25 Hong Kong (25mila$, Hard): D. Lopatetska (Ukr) b. B. Stefkova (Cek) 6-4 6-2
Grande entusiasmo ha destato la vittoria nel torneo asiatico della nuova stella ucraina, Daria Lopatetska, per altro senza perdere un set. La giovanissima ragazza di Kharkiv, solo 15 anni, e dalla prossima classifica già top 400 WTA, si era già messa in evidenza vincendo i suoi primi due tornei da professionista nel 2018, per altro proprio agli esordi, e questo già la dice lunga. Nessun timore reverenziale nei confronti di colleghe anche di 15 anni più esperte. Fenomenale questa terribile ragazzina ucraina, capace poi nel corso della stagione appena conclusa di qualificarsi e arrivare in semifinale al 60mila di Saugenay in Canada e fare quarti anche al 60mila di Toronto. Ora questa vittoria riaccenderà i riflettori su di lei. In questo momento, dove è impegnata in un altro torneo sempre ad Hong Kong, ha superato le quali e si trova con un incredibile score in carriera di 22 vittorie e sole 2 sconfitte. Questa incredibile promessa, già convocata in Fed Cup per il suo Paese era davvero ingiocabile come under 14, e batteva tutte le avversarie con una facilità imbarazzante. Daria si faceva chiamare Dasha Lopatetskaya, ora ha cambiato le sue iscrizioni in Lopatetska, forse per qualche ingerenza politica del suo Paese, cioè l’Ucraina, forse per altri motivi. In ogni caso la Federazione Ucraina la tiene in grandissima considerazione, anche per le sue splendide vittorie. Destrimane con rovescio a due mani, Dasha (come tutti la chiamano nel suo entourage) nel 2018 ha defenestrato a New York quella che tutti considerano la numero 1 del mondo dei prossimi anni, cioè Coco Gauff, l’afroamericana che si allena da Mouratoglou, a volte anche insieme a Serena.

Nata il 23 aprile del 2003 (Gauff è del 2004) Dasha è bionda, bella, occhi azzurri splendidi, molto curata anche esteticamente: si propone come la Sharapova dell’avvenire con forse addirittura superiori doti comunicative. Rispetto a Masha tuttavia le manca quel background di vera fame che aveva la russa da ragazzina quando a 10 anni col papà Jurij andava ad elemosinare nel vero senso della parola per trovare i soldi utili a continuare l’attività ad un certo livello. Le manca forse anche l’abitudine alla paura, emozione utilissima se saputa gestire, che ha accompagnato la Sharapova quando con i genitori dovettero scappare da Gomel per le radiazioni. Lì c’è la paura di morire vera, anche se filtrata da una età molto piccola, che poi si ritrova sul campo da tennis quando uno tra te e il tuo avversario morirà, sportivamente parlando. Tuttavia Dasha è meno ingenua di Maria alla sua età, forse è meno forte tecnicamente ma si muove senz’altro meglio. La Lopatetska dà il meglio di sé, a mio parere nella gestione dei match, è già molto matura, ha un buon diritto e il rovescio bimane mi piace moltissimo. Il servizio è ancora lavori in corso, come tutto il resto d’altra parte. La risposta mi pare in questo momento forse il fondamentale più debole, mentre a rete l’ho vista pochissimo sinceramente. Nelle transizioni comunque non è male. Anche Dasha va spesso nell’accademia francese di Mouratoglou e, se riuscirà a trovare la giusta grinta anche negli anni successivi, ne sentiremo parlare.
Alessandro Zijno