ITF TRANSITION TOUR, la rivoluzione è servita. Ma a chi serve?

Come cambiano Ranking, Challenger e Futures da gennaio 2019 con il Transition Tour

Una rivoluzione, questa dell’ITF Transition Tour, che scatterà dal 2019, voluta dalla Federazione Internazionale per limitare il numero di giocatori Pro a circa 750 uomini e altrettante donne. Il punto è che si è trovata forse una strada troppo contorta per un obiettivo nobile ma velleitario: permettere a tutti i tennisti professionisti di vivere decentemente con l’attività agonistica internazionale. E per ottenere questo obiettivo era necessario diminuire il numero dei Pro. Fino ad oggi solo i primi 100 maschi e le prime 100 femmine possono dire di guadagnare bene; chi galleggia tra i 100 e i 200 del ranking può permettersi solo qualche viaggio in più e forse un accompagnatore, rispetto a chi sta addirittura fuori dai 200 che fa una fatica tremenda a finanziarsi l’attività. Tutti quelli che non riescono ad entrare assiduamente nei tabelloni almeno dei tornei 250ATP si tengono a galla attraverso gli Open e i campionati a squadre come serie A o Bundesliga. Questo stato di cose fa sì che il ricambio ad alto livello sia difficile: ecco spiegato il motivo di tanti 30enni in Top 100 oltre all’ovvio fattore di allenamenti sempre più scientifici che aumentano naturalmente i limiti di età per essere competitivi. Un Leo Mayer, l’argentino, che è numero 51 ATP può permettersi di investire su se stesso (coach, fisio, strutture di allenamento, viaggi) molto di più del tunisino Moez Echargui, 421 del mondo, grintosissimo e molto motivato ma privo di risorse economiche che lo mettano alla pari degli altri. Per ovviare a tutto ciò si è pensato di cambiare le strutture dei tornei professionistici creando ex novo un Tour secondario, appunto l’ITF Transition Tour, destinato a fare da cuscinetto tra il circuito PRO vero e proprio e quello Junior. Non è da sottovalutare la scelta della Federazione Internazionale di riservare dei posti ai migliori Juniores iscritti nei tabelloni principali dei tornei professionistici con questa riforma. Un innovazione senza dubbio gradita agli addetti ai lavori e ai giocatori in particolar modo è quella di disputare tutti i tornei in 7 giorni, in modo da evitare anche sovrapposizioni tra le fasi finali di un torneo e le quali di quello successivo. Quindi tutti i tornei da lunedì a domenica, e con ospitalità garantita a tutti nei Challenger. Meno gradita (ma conseguente a ciò che detto sopra) è la scelta cervellotica di avere un tabellone di qualificazione dei Challenger di soli 4 giocatori (con due qualificati poi nel main draw, che sarà di 48 giocatori).


L’impressione è che alla fine della fiera si sia fatto un favore a chi è già più avanti nel ranking, “cambiando tutto per non cambiare niente” come ne “Il gattopardo”. Ciò che si sussurra tra i campi dei Futures e Challenger è che i Top Players siano più tutelati e i giocatori che vogliano emergere incontreranno ancora maggiori difficoltà, se già non ce ne fossero abbastanza. Le Federazioni nazionali avranno ancora maggiore potere per due motivi: innanzitutto un numero maggiore di Wild Card nei Challenger che diventano 5 nel tabellone principale (più 1 nelle quali che con una sola gara da giocare dà statisticamente il 50% di possibilità di entrare nel main) regala alle Federazioni Nazionali un controllo ancora superiore. Entrare nei tabelloni principali dei Challenger ovviamente diventa fondamentale per trovare soldi e punti ATP. In più i posti riservati (nei 15mila$) ai migliori Junior in classifica di categoria alla fine vanno a vantaggio di quei ragazzi che hanno maggiori possibilità economiche, o per la famiglia, o per gli aiuti federali che gestiranno ancora più da vicino i migliori prospetti giovanili. Immaginando una settimana tipo con 3 Challenger (i rumors dicono che aumenteranno) chi è fuori dai 300 ATP faticherà ad entrare nel main draw.

PUNTI e RANKING
Andiamo adesso nel dettaglio dei Punti e dei Ranking.
Daranno punti ATP solo i tornei dello Slam, i Master1000, i 500 e i 250 ATP, e i Challenger (ma non le quali dei challenger stessi). I Futures 25mila$ daranno punti ai finalisti (e ai semifinalisti per quelli con ospitalità) solo nel 2019. Tutti i punti ottenuti nel 2018 saranno così convertiti (vediamo la tabella).


Tutti gli altri punti ATP ottenuti saranno convertiti e traslati nel Ranking ITF del Transition (ITF Entry Point).

Decisiva è anche la composizione dei tabelloni che come possiamo osservare diventa più complessa essendoci 2 classifiche (più il ranking Juniores).

Challenger: Main Draw 48 giocatori. 37 Accesso Diretto (DA) in base alla classifica ATP (e in seconda analisi ITF Ranking); 4 riservati ai migliori iscritti dell’ITF Entry Point.; 2 qualificati (i 4 ammessi alle quali sono 1 Wild Card e i 3 migliori esclusi dell’ITF Entry Point); 5 Wild Card per il main draw.


ITF 25mila$: Main draw da 32 giocatori. 17 diretti, 5 ITF Entry Point, 4 WC, 6 qualificati (tabellone da 24 con 4 WC)


ITF 15mila$: Main draw da 32 giocatori. 17 diretti, 5 Junior Ranking, 4 WC, 6 qualificati (tabellone da 24 con 4 WC).


Nei Futures da 25mila$ e 15mila$ non potranno giocare top 100 ATP, mentre i classificati tra la posizione 101 e 150 potranno entrare solo come Wild Card.
Tabella punti.

Conteranno i migliori 18 tornei per le classifiche ATP
Conteranno I migliori 14 tornei per le classifiche ITF

Alessandro Zijno