ITF WTT Femminile 2019, Week 21: Potere serbo con Kostic e Jaksic. In ripresa Cristiana Ferrando

W25 Caserta, ITALIA (25K, Terra): [8] V. Gracheva (Rus) b. A. Danilina (Kaz) 6-3 7-5
Nel consueto appuntamento annuale del 25ila dollari di Caserta, torneo organizzato davvero bene e che piace moltissimo alle giocatrici, trionfa Varvara Gracheva, russa di 18 anni, numero 258 WTA la prossima settimana quando entreranno questi punti ottenuti con la vittoria. Secondo successo stagionale a livello di 25mila per la giovanissima russa, completa e già di un livello superiore, nonostante l’età. Anche la finalista ha destato una ottima impressione: la kazaka Danilina, di 5 anni più grande e che si trova in un momento della carriera particolare. E’ al best ranking, 309 WTA, eppure continua ad avere tanti dubbi sul proprio futuro. L’ex russa, naturalizzata kazaka, si mantiene con gli aiuti federali, la partecipazione alla Fed Cup col Kazakistan e ha comunque voglia di emergere pur non escludendo un piano B. Tra le azzurre la migliore è stata Cristiana Ferrando che partita dalle quali si è spinta fino alla semifinale, mostrando i progressi che tutti ci aspettavamo. Due le gare fondamentali per Cristiana: la vittoria su Lisa Sabino 7-6 al terzo che le ha dato fiducia e la grandissima prestazione contro la tds numero 1 Zimmermann che ha certificato una forma finalmente accettabile per una tennista forte come lei. Quarti di finale per Deborah Chiesa: pian pianino anche la giovane trentina sta riuscendo a ritrovarsi dopo un periodo meno positivo. Secondo turno per Bronzetti, Burnett e Sanesi. Eliminate al primo turno nel main draw la Di Sarra, la Prati, Camilla Rosatello, Tatiana Pieri, Jessica Pieri, la Biagianti e la Lombardo.

Jodie Burrage
W25 Gerusalemme, Israele (25K, Hard): [3] J. Burrage (Gbr) b. D. Vismane (Lat) 2-6 6-2 6-3
A febbraio 2019 scrivevo di questa ragazza inglese che si è costruito il piano B studiando negli USA e dicevo che Jodie Burrage avrebbe spopolato. Ne sono convinto perché ha un tennis davvero aggressivo, molto americano, un servizio bomba e con percentuali alte di prime di servizio vince con chiunque. E’ ancora acerba e poco consistente ma ha margini di crescita spaventosi. E pare si alleni con grande costanza. La Burrage gioca per l’Università della Florida. In finale a Gerusalemme, nel suo terzo torneo vinto in carriera, ha sconfitto un’altra emergente, la lettone Daniela Vismane, una classe 2000 (la Burrage è ‘99) di grandi prospettive, che ha eliminato al primo turno la nostra Verena Meliss, sempre più determinata comunque.
W25 Karuizawa, Giappone (25K, Hard): [2] J. Jaksic (Srb) b. [1] M. Kobori (Jap) 6-1 4-6 7-5
Torna a vincere un torneo dopo due anni la bella serba Jovana Jaksic, ora 233 WTA ma pochi anni fa ad un passo dalla fatidica top 100. La tennista di Belgrado ha vinto il diciassettesimo titolo ITF battendo in finale la giapponese Kobori, una classe ’98 che gira i tornei asiatici e che quando si cimenta in Europa o con tennista occidentali fatica molto. Non c’erano azzurre in Giappone.

Natalija Kostic
W25 Goyang, Korea (25K, Hard): [3] N. Kostic (Srb) b. [4] M. Lumsden (Gbr) 6-3 6-2
Ricordo quella che era poco più di una bimba, uno scriccioletto che correva a destra e manca rincorrendo la pallina a Pomezia nel 2011: Natalija Kostic, in quella occasione accompagnata dalla mamma. Era il 10mila dollari della città pontina, e in quali, senza che nessuno potesse accreditarla di nulla, eliminò dapprima Federica Grazioso, poi Vivienne Vierin in quali, per poi uscire, esausta soprattutto mentalmente, per mano della bulgara Martina Gledacheva. All’epoca non aveva ancora 17 anni, pensate, e sono sincero: non avrei mai pensato di trovarla numero 270 WTA come adesso, best ranking questa settimana, che ha 24 anni. Si notavano grande grinta in campo (meno fuori, sembrava svogliata nel vederla allenare, ma parliamo di poche volte che l’ho incontrata), buoni fondamentali ma non qualcosa che rubasse l’occhio, se non la faccia furbetta di chi vuole arrivare lontano. L’aggressività nel senso etimologico del termine non sembrava mancarle, aveva l’ardire di provare ad ottenere ciò che desiderava fin da ragazzina. L‘anno successivo tornò a Pomezia e la vidi piangere sommessamente dopo un match perso contro la francese Cattaneo 6-7 al terzo, al termine di una battaglia epica. Nel 2013 le nostre strade si incrociarono di nuovo a Civitavecchia e Caserta, e anche lì non apprezzai dei progressi che indicassero qualcosa di nuovo. Però era sempre là a lottare e questo non mi sfuggì. Oggi la ritrovo al suo titolo numero 13 ITF, tornei per altro vinti su diverse superfici tra cui l’erba, e questo importante successo sul veloce di Goyang che cementerà di certo la sua già forte convinzione nei propri mezzi. Esempio per tutte questa ragazza. Nessuna italiana era in Korea.
W25 Singapore, Singapore (25K, Hard): N. Luangnam (Tha) b. A. Sutjiadi (Ina) 6-3 6-2
Tredicesimo titolo in carriera a livello ITF per la thailandese di lungo corso Nudnida Luangnam (che un po’ polemicamente con la sua federazione ha disertato l’appuntamento di casa in programma la stessa settimana a Nonthaburi), foglia di un tecnico di tennis thailandese e al massimo numero 195 WTA. Con le nuove classifiche ha pagato dazio, però si ritrova in top 20 ITF, visto che frequenta abitualmente con risultati importanti il circuito cosiddetto “minore”. La trentaduenne asiatica ha sconfitto l’indonesiana Sutjiadi, 24 anni, che comunque festeggia il best ranking al numero 451 WTA. Anche qui nessuna italiana.
W25 Nonthaburi, Thailandia (25K, Hard): [3] M. Inglis (Aus) b. [4] P. Plipuech (Tha) 6-0 6-2
Senza perdere nemmeno un set (e solo 18 games in 5 partite) Maddison Inglis vince il torneo di Nonthaburi e si porta a casa il primo titolo della carriera in singolare. Tennista tipica australiana la Inglis sta facendo parlare di sé in patria e fuori e si propone come una delle possibili top tenniste WTA del futuro. La classifica dice che è numero 232 del mondo, ma vale assai di più, se fa una programmazione furba entra in top 100 entro fine anno o ad inizio 2020. Unica azzurra in tabellone era Claudia Coppola, bravissima a qualificarsi e soprattutto ad andare a questo importante torneo, che tuttavia è stata eliminata al primo turno dalla nipponica Omae.

Tamara Melesevic
W15 Heraklion, Grecia (15K, Terra): T. Malesevic (Srb) b. E. Malygina (est) 6-3 7-6
La diciottenne serba Tamara Malesevic vince il suo primo trofeo professionistico in carriera sulla terra greca di Heraklion. La tennista di Belgrado che spesso si trova a giocare anche in Italia è altissima, un po’ disordinata come gioco ancora e non mobilissima sulle gambe, però vince tante partite, e questo non può essere un caso. Sconfitta in finale l’estone Malygina, che ha appena compiuto 19 anni. Nessuna azzurra in Grecia.
W15 Cancun, Messico (15K, Hard): S. Sewing (Usa) b. E. Lindh (Gbr) 6-1 1-6 6-1
Primo titolo da PRO anche per l’ex numero 9 del mondo da U18, Sofia Sewing che nel 2017 fece parlare di sé per ottime prestazioni a livello Juniores. Sul veloce di Cancun batte in finale la britannica Emilie Lindh, una ragazza che non ha fatto attività importante da juniores e apparve dal nulla un paio di stagioni fa. A dicembre 2017 fu sconfitta dalla nostra Camilla Abbate in due set netti in Sud Africa e qui era alla prima finale disputata in carriera. Non c’erano italiane nel tabellone messicano.

Lisa Ponomar
W15 Cantanhede, Portogallo (15K, Carpet): L. Ponomar (Ger) b. K. Berankova (Cze) 6-1 4-6 6-3
Senza azzurre in tabellone, il torneo portoghese su carpet velocissimo è andato alla tedesca Lisa Ponomar, al secondo titolo della carriera da professionista. La tennista di Amburgo creata anche tennisticamente dal papà Dimitri e poi allenata da Ferdinando Bonuccelli, in questo momento è senza ranking WTA ma rientrerà in classifica grazie anche al nuovo cambio delle regole. 22 anni, un buon fisico e tanta voglia, la tedesca ha sconfitto in finale la sorprendente ceca Karolina Berankova, ennesimo prodotto della scuola dell’ex Cecoslovacchia, dove (non solo storicamente) si insegna il miglior servizio del mondo. La Berankova, classe 2000, fallisce la conquista del primo successo ITF ma continua a crescere e il primo hurrà non è lontano direi.
W15 Tacarigua, Trinidad e Tobago (15K, Hard): [Q-2] Y. Lizarazu (Col) b. S. Carrington (Usa) 6-7 6-3 6-1
La colombiana Yuliana Lizarazu vince lo “strano” torneo di Tacarigua, dove è arrivata senza essersi iscritta e ha dovuto fare le quali, è entrata e da tds numero 2 ha dominato il torneo. Del resto era tra le più “esperte” e di livello internazionale. Ottavo titolo per lei battendo in finale la Carrington, una americana del 2001 in cui il padre Lex crede ciecamente e che si allena duramente per vincere. Ha sfruttato bene l’occasione di un campo di partecipazione a dir poco “debole” per essere un 15mila che darà, dal prossimo mese di agosto, addirittura punti WTA. Ancora bene, semifinalista, Alice Gillan, in un torneo senza azzurre.
W15 Tabarka, Tunisia (15K, Terra): Torneo interrotto alle semifinali
Il cattivo tempo ha costretto gli organizzatori ad annullare le ultime partite del torneo tunisino di Tabarka, il cui tabellone si è allineato alle semifinali ma poi si è bloccato e non avrà un vincitore. Chichi Scholl, l’americana che bombarda, sembrava avere lo sprint giusto, ma comunque non ha potuto dimostrarlo fino in fondo. Fuori al primo turno l’unica azzurra Verena Hofer.

Il logo di Seone Mendez stampato sul suo outfit
W15 Antalya, Turchia (15K, Terra): [1] S. Mendez (Aus) b. G. Mihaylova (Bul) 6-1 6-1
Abbonata al torneo di Antalya, Seone Mendez, australiana di 20 anni appena compiuti, vince il suo terzo torneo in Turchia dall’inizio dell’anno ed entra prepotentemente in top 70 ITF. Figlia dell’ex calciatore professionista Gabriel Mendez, con un fratello anch’esso calciatore che gioca in Brasile, Seone è una professionista esemplare, si allena duramente, ha davvero un bel fisico molto curato, e in passato è stata allenata anche dal vecchio campione australiano Willy Masur. Dietro le quinte si parla di una famiglia un po’ difficile da gestire, con un papà molto, forse troppo, ingombrante per quanto riguarda le questioni tecniche e tattiche della figlia, che comunque sta vincendo parecchio ultimamente. Si aspetta il salto nei 25mila dollari. Nessuna italiana ha provato a volare in Turchia.
Alessandro Zijno