ITF World Tennis Tour 2019, Week 14: Erik Crepaldi, azzurro della settimana. Il caso del brasiliano Joao Souza

Iniziamo l’articolo con una notizia incredibile: La tennis Integrity Unit ha prima sospeso, poi riabilitato dopo poche ore, il brasiliano Joao Souza, detto Feijao. L’accusa, portata avanti dal solito Richard McLaren, che ha il 100% di condanne nelle sue inchieste, sarebbe rivolta ad un incontro, il 19 febbraio scorso, del torneo di doppio, in coppia col connazionale Joao Menezes, perso contro Galan/Giraldo. Da messaggi sul cellulare sarebbe emerso un poco impegno di Feijao, dovuto presumibilmente alla saudade per il figliolo nato da poco. Oltretutto il tennista brasiliano ex top 100 nel 2015, ha da poco iniziato ad allenarsi in un gruppo di lavoro chiamato tennis Route a Rio De Janeiro con Duda Matos e Joao Zwetsch, capitano della Davis verde-oro. Quindi, vista la sospensione revocata, si potrebbe trattare solo di “poco” impegno da parte del professionista brasiliano ora sceso in classifica e sarebbe anche possibile che qualcuno che bene lo conosce possa avere approfittato di questo suo stato di sofferenza da nostalgia per casa, scommettendo contro di lui nell’incontro di doppio che era susseguente all’eliminazione in singolare. Io ho conosciuto abbastanza bene Feijao in occasione di alcuni Challenger italici nel 2016 e posso assicurare che è un ragazzone che ama parlare, è aperto, scanzonato, insomma qualcuno potrebbe aver abusato della sua ingenuità nello svelare il suo stato psicologico. Ricordo perfettamente alcune conversazioni con lui in portoghese, visto che parlo un pochino quella lingua, e ad esempio a Vicenza arrivò così stanco, forse per il viaggio, forse per chissà cosa, che sinceramente parlava del suo stato di difficoltà fisica. Ora i ragazzi hanno paura persino di dirti se hanno starnutito la notte, o se il polline gli dà fastidio. Qualche anno fa non era così e ragazzi meno scaltri come Feijao potrebbero essere vittime di qualche furbastro. A Biella invece ad esempio Joao mi disse che si sentiva proprio bene, e arrivò in semifinale. Alla fine del match con Gaio, che perse e che io vidi dal vivo accanto al coach di Federico di allora, Daniele Silvestre, ci salutammo con un “Adeus” che era un arrivederci. Ora sinceramente mi dispiace proprio vederlo invischiato in queste situazioni assurde.

M25 Santa Margherita di Pula, Italia (25K, Terra): L. Lokoli (Fra) b. [1] M. Zekic (Srb) 5-7 7-5 6-2

Il 24enne corso Laurent Lokoli che anni fa sembrava un crack vince il suo settimo torneo da professionista conquistando Santa Margherita di Pula nel consueto 25mila dollari, battendo in finale la tds 1 Miljan Zekic. L’ex numero 207 del mondo francese ha iniziato bene la stagione con parecchie vittorie che lo hanno reso più sicuro fino a questo successo. Ricordiamo sempre che è stato numero 21 da Junior. Migliore degli azzurri Alexander Weis in tabellone con una Wild Card che si è spinto fino ai quarti di finale. Secondo turno per Trusendi che vince il derby con Basso e per Ornago, un po’ in crisi di risultati dopo un ottimo 2018. Di Nocera, Turchetti, Galoppini, Fellin, Roncalli, Rizzuti, Giacalone, Petrone, Di Nicola e Fonio, tutti eliminati al primo turno.

Laurent Lokoli

M25 Bolton, Gran Bretagna (25K, Indoor Hard): [IR] B. Van De Zandschulp (Ned) b. I Sijsling (Ned)   7-6 6-7 7-5

Senza azzurri in tabellone, successo per l’olandese Botic Van De Zandschulp, 497 ATP, al quinto titolo ITF in carriera, secondo stagionale. Battuto in finale il più conosciuto Igor Sijsling. Con la combinazione servizio diritto, l’olandese 23enne senza grosso passato da Junior, ha fatto suo il torneo e può festeggiare altri 3 punti ATP da aggiungere al suo ranking.

Felipe Meligeni

M15 Antalya, Turchia (15K, Terra): [5] F. Meligeni Rodrigues Alves (Bra) b. C. Geens (Bel) 6-3 1-0 rit.

Ancora un trionfo per il nipote di Fernando Meligeni, vecchia gloria brasileira del tennis. Felipe, 21 anni di Campinas, sta veramente stupendo con risultati prodigiosi: 3 successo stagionale a livello ITF, ingresso in top 50 in classifica (sempre ITF) da qui a breve e possibile mira a qualche tabellone di Challenger sull’amata terra rossa; attenzione comunque perché Meligeni sa ben giocare anche sul veloce. Per me tennista da tenete d’occhio. L’unico azzurro in tabellone, Luca Prevosto è uscito al secondo turno.

M15 Tabarka, Tunisia (15K, Terra): S. Carr (Irl) b. C. Lindell (Swe) 6-1 6-3

Primo titolo da professionista per l’irlandese Simon Carr, diciannovenne che anche da Junior si era messo in evidenza per un profilo interessante pur senza risultati strepitosi. Senza ranking ATP, l’irlandese ha battuto in finale il più esperto svedese Lindell, che in realtà passa la maggior tempo in Brasile che è la sua seconda patria e dove per altro è nato. Bene Marco Miceli che ha raggiunto i quarti di finale, mentre Sorrentino e Bocchi si sono fermati al secondo turno. Eliminati all’esordio Noce, Spelta e Frinzi.

M15 Sharm El Sheikh, Egitto (15K, Hard): [2] L. Klein (Svk) b. [3] D. Michalski (Pol) 6-2 6-3

Torneo strepitoso per il vercellese Erik Crepaldi, uno dei tennisti professionisti azzurri di lungo corso con grande esperienza e una passione sfrenata per questo sport. Crepaldi, allenato dal papà Luigi, nel 2015 ha raggiunto il suo best ranking al numero 282 ATP in una stagione in cui vinse ben 4 tornei. Poi si è un po’ fermato sul piano dei risultati ma ha continuato sempre a competere e girare il circuito. La soddisfazione di entrare più o meno stabilmente nei tabelloni Challenger li merita sicuro per l’impegno, e a questo punto sembra avvicinarsi anche come livello. Qui a Sharm Crepaldi ha raggiunto le semifinali ed è stato il miglior azzurro della settimana, per altro con uno scalpo eccellente, quello del polacco Kapcer Zuk, vincitore in Egitto poche settimane fa.Erik Crepaldi è stato eliminato dallo slovacco Klein, al secondo titolo consecutivo, senza perdere un set in ben 10 partite.

Jumpei Yamasaki

M15 Kashiva, Giappone (15K, Hard): [SE] J. Yamasaki (Jap) b.  Y. Mochizuki (Jap) 6-2 2-6 6-2

Senza azzurri in tabellone, Jumpei Yamasaki, 21 anni ed ex numero 11 da Juniores, trionfa a Kashiva, vincendo il secondo titolo in tre settimane consecutive in cui ha raggiunto la finale. Il tennista è molto considerato in patria e onestamente questo inizio di stagione lascia ben sperare. Ovvio che quando tutti i punti e i risultati vengono ottenuti solo in Asia, manca sempre la controprova europea. Per questo i migliori asiatici presto o tardi abbandonano le sole tournee nel loro continente per scontrarsi nei più competitivi tornei europei. In realtà non è un discorso relativo al solo tennis: il livello mondiale si è molto livellato e i tennisti orientali sono molto forti. Ma esattamente come succede anche ai nostri, i tennisti dell’Asia devono abituarsi a nuove sensazioni, un clima diverso superfici differenti, insomma un mondo completamente sconosciuto o quasi come il continente europeo. La presa di conoscenza di terra rossa, la voglia di provare un cibo nuovo e diverso, capacità di adattarsi ad  abitudini impreviste, fanno la differenza tra gli asiatici che ce la fanno e quelli che restano invischiati nelle posizioni di rincalzo. Succede a tutte le latitudini. Yamasaki ha trionfato anche in doppio in coppia col connazionale Takahashi.

M15 Pinamar, Argentina (15K, Terra): [1] P. Sakamoto (Bra) b. [4] M. Pena Lopez (Arg) 6-3 6-3

Si sa che il Brasile è zeppo di giapponesi che soprattutto negli anni 80-90, nel secolo scorso oltre che nei secoli precedenti, sono andati a cercare fortuna nella terra più meravigliosa e sconvolgente del mondo, un mix di culture che ne ha fatto il Paese del Bengodi per chi è in cerca di emozioni. Figlio di immigrati giapponesi nella nazione del Cristo Redentore, Pedro Sakamoto è un onesto lavoratore della racchetta che finora a 25 anni non è riuscito a realizzare il suo sogno di entrare nei tabelloni dei maggiori tornei. Massimo risultato come ranking il numero 376 ATP, vediamo se piano piano riuscirà a salire di più. Il finalista Manuel Pena Lopez, argentino di 21 anni, ha fallito l’appuntamento con il primo successo ITF, ma appare dotato forse di maggiori armi per competere. Unico azzurro l’italo-argentino Tomas Gerini, eliminato al secondo turno proprio dal vincitore del torneo.

Alessandro Zijno