ATP Challenger 2019, Week 9: Salvo Caruso quarti al Challenger di IW, Gianluca Mager best ranking

Indian Wells, CA, USA, (CH Tour 125, Hard): [WC-1] K. Edmund (Gbr) b. [7] A. Rublev (Rus) 6-3 6-2
Kyle Edmund ottiene una Wild Card dagli organizzatori e vince il torneo Challenger prima dell’appuntamento più fascinoso e prestigioso di Indian Wells. Il 24enne britannico, che non giocava dagli Aus Open, aveva bisogno di riprendere confidenza con la competizione e da numero 27 del mondo ottiene il sesto successo a livello Challenger, battendo in finale il russo Rublev, che riavvicina così la top 100 che tornerà ad assaporare probabilmente già la prossima settimana o tra brevissimo. Si dimostra tornato in ottima condizione Dan Evans, e soprattutto ha fatto un grande torneo il nostro Salvatore Caruso, che ha raggiunto i quarti di finale. L’allievo di Paolo Cannova ha battuto al primo turno l’ecuadoriano Quiroz, per altro nel miglior momento della carriera. Poi il siciliano di Avola ha demolito Lacko al terzo set, e nel terzo turno il fortissimo statunitense Martin Redlicki, uno di cui sentiremo parlare presto perché pur avendo 23 anni non è esploso solo per aver dedicato più tempo agli studi universitari. Peccato la sconfitta nei quarti per mano di Andrew Harris, un australiano numero 329 ATP ma in grandissima ascesa. Per Caruso incoraggiante torneo, e diverse posizioni guadagnate nel ranking, con possibilità presto di superare il best ranking al numero 156 ATP. Attualmente in proiezione live è 171. L’altro azzurro in tabellone nel Challenger di Indian Wells era Andrea Arnaboldi: il leone canturino numero 180 ATP è stato eliminato al primo turno da Jurgen Zopp.

Kyle Edmund
Pau, Francia (CH Tour 90, Hard): [4] A. Bublik (Kaz) b. N. Gombos (Svk) 5-7 6-3 6-3
Al Terega Open Pau-Pyrenees il kazako ventunenne Alexander Bublik (qui un suo profilo) conquista il quinto titolo Challenger della carriera (il secondo stagionale dopo Budapest), tutti ottenuti sul veloce. Con questi 90 punti Bublik sale al numero 134 ATP avvicinando così la top 100 già conquistata nel recente passato. Il tennista nato russo poi naturalizzato kazako ha senza dubbio le stimmate del campione un po’ pazzo e destabilizzante, ed è uno di quei tennisti che movimenterà il circuito sia per le prestazioni in campo sia per la personalità che non passa inosservata. Alexander Bublik è alto quasi due metri, è longilineo e può somigliare al nostro Lorenzo Sonego. Il suo coach è il papà Stanislav e sta lavorando molto per diventare migliore in difesa, provando a migliorare le skills dei recuperi. Il russo (perchè russo è in realtà) ha un gioco aggressivo e come dicemmo nei mesi scorsi è senza dubbio pronto a tornare nella top 100 ATP, anche se l’obiettivo può essere spostato anche più in alto. Prima di servizio davvero buona, seconda migliorata, rovescio spettacolare, giocato spesso in lungolinea. Non adattissimo alla terra rossa, più perché ci crede poco lui che per reali caratteristiche. A me piace davvero tanto il cavallo pazzo Bublik, che in Francia ha battuto nell’ordine Barranco Cosano, Choinski e Janvier prima di sbarazzarsi brillantemente della tds numero 1, il francese Barrere (qui un suo profilo) che era davvero in gran forma e si consola col best ranking al numero 120 ATP. In finale poi il kazako ha demolito in rimonta la resistenza dello slovacco Norbert Gombos finalmente visto ad ottimi livelli. Per quanto riguarda gli azzurri sono usciti al secondo turno Stefano Napolitano, Lorenzo Giustino e Simone Bolelli, tutti dotati di un bye perché teste di serie. Andrea Vavassori anche è stato eliminato al secondo turno ma si è portato a casa 5 punti per aver vinto il primo match contro Benjamin Bonzi. Subito fuori Brancaccio e Viola.

Gianluca Mager
Yokohama, Giappone (CH Tour 80, Hard): [11] S. Kwoon (Kor)b [2] O. Otte (Ger) 7-6 6-3
Un super Gianluca Mager mette in archivio un’altra ottima prestazione in Asia, conquistando i quarti di finale che gli valgono 15 punti e 1460 Dollari lordi. Trasferta asiatica davvero soddisfacente per Gianluca che sta finalmente trovando la maturità necessaria per affrontare il circuito professionistico con il piglio giusto. E’ sempre stato un ragazzo con l’atteggiamento professionale, con la voglia di fare questo complicato mestiere, e con le skills tecniche ed atletiche adeguate: gli mancava forse quella parola chiave, consapevolezza, e paradossalmente lo staff giusto, quello che gli calza alla perfezione, fatto adesso da Matteo Civarolo come coach coadiuvato da Marco Bruzzone con Valentine Confalonieri (che l’ha accompagnato nella trasferta giapponese) nel gruppo insieme alla presenza fondamentale di Diego Silva, uno dei migliori preparatori atletici del mondo. L’alchimia che si può creare in un gruppo di lavoro è assolutamente qualcosa di poco prevedibile e prescinde molto spesso dalle qualità dei singoli, o dalle competenze. E’ ovvio che un Nargiso sia un grandissimo Coach, è assolutamente certificato che il team di lavoro a Tirrenia capeggiato da Umberto Rianna sia tra i migliori sul pianeta per traghettare un ragazzo all’interno del circuito PRO, ed è innegabile che questi Coach (con Castrichella anche) abbiano influito positivamente sulla crescita a 360 gradi del ragazzo sanremese. Eppure forse solo adesso Gianluca si sente padrone della propria vita tennistica, è probabilmente maturato sul piano umano, è cresciuto come persona: le esperienze passate, positive però anche a volte deludenti, lo hanno formato e ora sembra pronto a volare. Lui non ama i voli pindarici, non cerca proclami, sa bene che la scalata nella fatidica top 100 ATP (soglia psicologica e economica di ogni tennista) è davvero complicata per tutti e la posizione numero 185 ATP deve essere considerato un grandissimo traguardo raggiunto e va puntellato nel tempo. Fino a maggio non ha praticamente nulla da difendere il ventiquattrenne azzurro per cui l’obiettivo in questi giorni è ricaricare le pile per ripartire di slancio nella stagione dei Challenger italici su terra. Il torneo giapponese è andato al coreano Sonwoo Kwon, tds numero 11 che a sorpresa in finale ha superato il tedesco Oscar Otte tds2. Per il 21enne coreano Kwoon primo titolo in assoluto a livello Challenger e best ranking molto vicino adesso, visto che è numero 170 ATP a due sole lunghezze dal suo record. Per il finalista tedesco Oscar Otte (qui un suo profilo) + 12 in classifica. Nel doppio trionfo tunisino con la coppia Echargui/Mansouri.
Alessandro Zijno