Kamil Majchrzak e il potere dei sogni

Kamil Majchrzak, polacco, 23 anni, 156 ATP (best ranking)
Sviluppo Potenziale: 70% (serve solo esperienza, poi la top 100 sarà sua)
Mi è sempre piaciuto molto Kamil Majchrzak, lo vidi la prima volta al Garden, nel Challenger primaverile che precede Il Master 1000, poi a Mestre qualche settimana dopo. Mi era sembrato tecnicamente migliorabile su ogni aspetto, senza grossi colpi a parte una risposta ottima, fisicamente buonino ma c’era di meglio in giro, insomma un bel tennista con chance però limitate di emergere tra i grandissimi. Era il 2017 e veniva da una buona carriera Junior, aveva vinto già nei Futures e in Italia si era parlato di lui per una partita contro Cecchinato che aveva inguaiato il tennista italiano, poi DEFINITIVAMENTE ASSOLTO MESI DOPO. Poi qualche tempo dopo l’ho rivisto dal vivo, forse a Como, e già mi aveva impressionato per la serenità con cui affrontava le gare, sempre solido anche se poi perdeva. Negli ultimi due anni è cresciuto a dismisura, sembra più mobile, più reattivo, la risposta è tuttora il suo colpo migliore ma anche gli altri fondamentali stanno migliorando. Per me top 100 sicuro, forse entro la fine del 2019, ma certamente più in là. Appare leggerino come palla per ambire a chissacchè, ma capatina nei 50 è sua senza dubbio in carriera.
La Scheda
Kamil Majchrzak è alto 183 cm e pesa circa 76 chili, ha preso qualcosa di massa magra negli ultimi tempi, anche per provare a mettere più peso sulla palla. Tutti i preparatori atletici affermano che non è certo un aumento di peso in automatico a poter permettere ad un tennista di tirare più forte; oltre al discorso tecnico del trasferimento del peso del corpo c’è un aspetto di tipo di muscoli messi su, che dipendono spesso dal dna dell’atleta. Detto ciò per semplicità, bisogna dire che la palla del polacco sembra partire meglio, più potente. La precisione c’è sempre stata, visto che riesce a giocare lungo, non accorciare, e anche quando è in difficoltà a ribaltare l’inerzia dello scambio. Servizio buono ma non eccezionale, forte e pericoloso da entrambi i lati, a me piace di più sul rovescio. E’ molto diverso da quello che sembrava in Polonia un nuovo fenomeno, cioè Jerzy Janowicz, meno potente, meno scintillante anche come presenza agonistica nel match, anche con minore sensibilità di mano, però più continuo sia dentro che fuori dal campo. Certo Janowicz, va detto, è stato perseguitato dalla sfortuna con numerosi infortuni. Quindi difesa sul modello Djokovic, buoni fondamentali, piedi eccezionali (anche se con un Marco Panichi nel motore ad esempio potrebbe fare anche meglio soprattutto sulle frenate/scivolate), il futuro di questo ragazzo è assicurato. E la sua storia lo merita.
Le Dichiarazioni
“Sono nato in una famiglia di tennisti, sia mio padre che mia madre insegnano tennis e io ho imparato fin da piccolo. I miei hanno una piccola scuola tennis, che con il tempo è andata sempre meglio e si è ampliata. Con mio papà il rapporto è sempre stato buonissimo ed è stato lui ad insegnarmi il potere dei sogni. Se puoi immaginare qualcosa, puoi ottenerla. Il mio punto di forza è la capacità di essere vario e sapermi adattare, sia dentro che fuori dal campo. Ora sono al mio best ranking e voglio però giocare senza assilli. In passato avevo paura di non potercela fare, perché noi come famiglia non siamo ricchi, e da Junior non guadagni proprio nulla. Però adesso con questa rivoluzione del Transition Tour i Challenger sono tutti con ospitalità e posso programmare meglio le mie stagioni. E’ più facile girare, e i prize money cominciano ad essere sufficienti. Per cui quest’anno voglio solo mantenere la mia classifica, per l’ingresso in top 100 c’è ancora tempo. Giocherò partita per partita, punto per punto. Il mio torneo preferito è lo Slam australiano ma se ne vinco un altro va bene lo stesso, eheheheh. (e ride ndr).”
La Storia
Kamil Majchrzak nasce a Piotrkow Trybunalski il 13 gennaio 1996, dove i suoi genitori gestiscono una piccola Academy di tennis. Vedono che il loro figliolo ha talento e lo mandano verso i 12 anni a Sopot per migliorarsi. E il piccolo Kamil, che fisicamente non sembrava una eccellenza, comincia a crescere, sia dal punto di vista atletico che tecnico. Vince i tornei anche con ragazzi più grandi e si mette in evidenza a livello internazionale: nel 2013 finale ai campionati europei e vittoria dell’Eddie Herr. Nel 2014 il polacco disputa una stagione di grande continuità che lo porta, nel mese di agosto, al best ranking di n.7 al mondo under 18 grazie al capolavoro di Nanjing. La città cinese ospita i Giochi Olimpici Giovanili e Majchrzak mette in fila Polmans, Harris, Lee e soprattutto, tra semifinale e finale, Rublev e Luz, conquistando la medaglia d’oro. Da quel momento si dedica all’attività professionistica, vince sei titoli Futures e raggiungendo anche una finale (Mohammedia 2015) e due semifinali (Mohammedia e Siviglia 2016) a livello challenger. Al Rot-Weiss Tennis Club di Berlino, a metà settembre 2016, Majchrzak dimostra la propria crescita anche in Coppa Davis: schierato da capitan Szymanik in singolare, in Germania, sul punteggio di 2-1 per i tedeschi, si prende il lusso di battere Florian Mayer per 6-2 4-6 6-2 6-3 disputando un match ai limiti della perfezione. La Polonia perde la sfida 3-2, ma il giovane Kamil dimostra di essere diventato grande. Nel 2017 vince altri due Futures che portano ad 8 i titoli a livello professionistico. La stagione appena conclusa non lo ha visto alzare trofei, e la prima cambiale è la semifinale in Cina che scade in Aprile. Il 2019 è cominciato bene con qualificazione agli Aus Open e poi semifinale al Challenger di Burnie. Ho la netta sensazione che potrà far molto bene in questo inizio di stagione.
Alessandro Zijno