Melania Delai, il tennis nell’anima: “Be Your Own Hero”

Biondissima e bellissima, “Melly” non solo ha il tennis dentro al suo cuore, ma si potrebbe azzardare che lei stessa è “l’anima del tennis”. Vederla giocare, allenarsi, competere, è qualcosa che riconcilia con lo sport, nel senso più genuino del termine. Dotata di una straripante energia naturale e di uno spirito combattivo Melania, classe 2002, a 16 anni è 97 (best ranking 72) al mondo tra le Juniores con 3 titoli ITF e ha già fatto esperienza tra le grandi addirittura vincendo un titolo in doppio con Angelica Moratelli, concittadina e amica, e prendendo il suo primo punto WTA in singolare ad Hammamet. Il suo è un progetto che parte da lontano, con mamma Monica che ne coglie le qualità fin da piccolissima, e poi da under 11 il suo attuale allenatore Alessandro Bertoldero la nota e ne fa la sua pupilla, crescendola sia dal punto di vista tennistico che umano. Nasce così un percorso ragionato, e stiamo solo agli inizi, pieno di scelte consapevoli e coerenti. La mamma Monica è un torrente con una carica pazzesca, una donna molto affascinante, ma che può attirare anche invidie e gelosie da chi non ne sa cogliere gli aspetti positivi. Uno di questi senza dubbio è la mancanza di ipocrisia. In un mondo come quello tennistico, che alla fine soprattutto in Italia, è un paese dove si conoscono tutti, ciò può anche diventare difficile da gestire. Di contro Alessandro Bertoldero è un Coach con grande esperienza, di vita oltre che di campo e poiché è anche il compagno di vita di Monica deve giostrarsi tra le forti emozioni di tre femmine in casa: oltre a Monica e Melly c’è anche la sorella Alessia, che è la prima grande sostenitrice e tifosa della sorella e anche se sono spesso distanti sono molto legate. Il ruolo di Alessandro è determinante e decisivo, non solo per la crescita tecnico tattica di Melania, che vi assicuro è qualcosa di impressionante, ma anche per la consapevolezza delle emozioni e la susseguente gestione della ragazzina trentina.

Ha 16 anni e ormai da tempo si allena come una professionista, ma non c’è traccia di fatica o insofferenza nei suoi occhi. Melania vive davvero per il tennis, e se la vedi giocare diventa impossibile non amare il gioco stesso. La guardi muovere velocemente i piedi, colpire la palla e ciò che desideri è scendere in campo tu stesso, perché capisci quanto il tennis sia divertente e appagante allo stesso tempo. Secondo me questo è il grande vantaggio di Melania rispetto alle altre ragazze. Ovviamente da qui a dire che diventerà una top player ce ne corre, sappiamo tutti quanti siano alti gli ostacoli da superare, ma bando alla scaramanzia io qui mi sbilancio: punto su Melly tutta la vita per una carriera scintillante. E se così non dovesse essere le sarò grato per le emozioni che ha saputo e saprà ancora regalare quando è in campo. E se fosse una cantante sarebbe una che riempie gli stadi per le sue performance dal vivo, prima ancora che per i dischi venduti. La famiglia è attiva su più fronti, c’è anche un sito davvero fatto bene, melaniadelai.it, si sono trovati sponsor che riescono a finanziare una attività costosa e strutturata in modo professionale ai massimi livelli. Tempo fa parlavo con un grandissimo manager statunitense che proponeva un modello simile a questo di Melania per creare un tennista in Europa dove c’è una differente mentalità e diverse opportunità rispetto agli USA, che puntano su College e Università.
Melly ha un gioco e un carattere così affascinanti che persino il pluripremiato fotografo dei campioni Ray Giubilo ne è diventato prima un tifoso e poi anche un grande amico. Avvicinatosi a Melania per curiosità si è innamorato dell’impegno, dell’energia, e della costanza di questa ragazza tanto da seguirla anche in allenamento e alcune delle foto più belle di Melania Delai sono firmate proprio da Ray Giubilo, seguendola anche nei tornei degli Slam.


Il FUTURO.
Da 4 settimane Melania Delai si allena a Barcellona, dove varie volte a bordo campo c’è Flavia Pennetta, respirando l’aria degli Slam grazie alla campionessa brindisina. Farà 25 settimane in Spagna, dove si sta trovando davvero bene. A volte respirare aria di altri ambienti può essere di grande aiuto per trovare sensazioni nuove e positive: “l’intensità è altissima, si respira una atmosfera di grande armonia e passione allo stesso tempo, in Spagna ci stiamo trovando meravigliosamente bene. Non mi spaventa assolutamente nulla, anzi ho sempre più energie e voglia di migliorarmi. Qui si lavora con grande entusiasmo, colpisco migliaia di palle e quello che desidero raggiungere è la capacità di scegliere la soluzione migliore per ogni pallina che mi arriva, quindi enorme attenzione e concentrazione. Ogni giorno mi spingo fino ai miei limiti, solo così si può salire di livello. Lavoreremo con Salva Navarro, sempre con il mio supercoach Alessandro Bertoldero e daremo il massimo.”


Alessandro Bertoldero è sempre con Melania e le sue parole sono molto sagge: “Se parliamo di giocatrici italiane decisamente Schiavone e Pennetta perché potrebbero trasmettere molto a Melania; per esempio oggi Flavia era a bordo campo e ogni suo intervento è molto stimolante per Melania. Una giocatrice non italiana che stimiamo è la Konta perché ha una buona attitudine al lavoro, ha degli appoggi fantastici e mi piace anche come atteggiamento. Per quanto riguarda i coach gli allenatori spagnoli che stanno seguendo Melania sono tutti molto preparati e sanno davvero lavorare bene in campo, anche Riccardo Piatti…non ho nessun modello imparo un po’ da tutti e mi piace confrontarmi; sono tanti gli allenatori bravi.”


Alessandro aggiunge: la scelta di venire qui non è determinata dalla voglia di abbandonare l’Italia, ma è una scelta ponderata e costruttiva per Melania. Con la FIT non ci sono stati screzi e non ci sono risentimenti, noi cerchiamo di seguire la nostra strada per il bene di Melania, crediamo in questo progetto e abbiamo degli step da seguire, tecnici, tattici e di crescita emotiva e umana. Melania è ancora una ragazzina e deve migliorare su tutti gli aspetti. Con la Federazioni abbiamo rapporti normalissimi, anzi proprio qualche settimana fa ci hanno invitato a parlare di Melania al nuovo responsabile di settore. Noi proviamo solo a fare il bene della nostra ragazza.”


IL COACH
L’allenatore di Melania è da moltissimi anni ormai Alessandro Bertoldero, Tecnico Nazionale e tra l’altro allenatore di Maria Elena Camerin (best ranking numero 41 WTA). Nel 2012 ha preso sotto la sua ala protettrice Melania, innamorandosi del suo tennis e anche della sua mamma, visto che è il compagno di Monica. Ex giocatore di pallavolo in A2, ha sempre respirato sport nella sua vita. Viste le doti di coordinazione straordinarie di Melania, Coach Bertoldero ha sempre cercato di tenere alta l’intensità dell’allenamento, affinchè queste caratteristiche venissero sviluppate aggiungendo anche pian piano il miglioramento della tecnica in senso stretto. La motivazione forte di Melania fa il resto. Poi da coach moderno ha cominciato ad inserire altre figure professionali al suo fianco, in modo da diventare colui che supervisiona il lavoro e potendosi dedicare alla cura anche del più piccolo dettaglio. Del resto le avversarie (o competitor come si direbbe adesso) sono sempre più agguerrite, il tennis femminile negli ultimi 10 anni è diventato sempre più internazionale, e sempre più pieno di atlete a 360 gradi, con capacità di performance atletiche pazzesche. C’è sempre meno spazio per chi alza solo i pallonetti o per chi non è al 100% sul piano atletico o mentale. Oggigiorno per entrare in top 200, che è la soglia minima per ambire a guadagnare direttamente soldi con l’attività professionale WTA, devi tirare tutto a mille, e rallentare o variare solo in determinate circostanze, nei tempi e nei modi che rechino vantaggio. Il solo remare è finito da tempo, e questo lo sa bene Alessandro che prova a mettere la benzina giusta in una macchina davvero affascinante come Melly. La scelta Barcellona e di grandi coach va proprio in questa direzione. Di Alessandro Bertoldero mi piace molto la sua capacità di modulare la “tensione” sia in senso agonistico classico, cioè durante le performance, sia fuori dal campo, gestendo da equilibrista le occasioni di contrasto che ci sono in ogni gruppo di lavoro e sapendo anche lavorare su eventuali sbalzi emotivi dei componenti del team. Insomma è un po’ un metronomo che detta a tutti i tempi e i ritmi di lavoro e gestisce le pause.

Ma che giocatrice è Melania Delai? Tecnicamente è abbastanza completa, sa spingere da entrambi i lati anche se il rovescio appare più naturale a mio parere. Ciò che personalmente adoro è il foot working su cui onestamente il team ha compiuto un capolavoro, Melly arriva sulla palla con un senso del ritmo e con una leggerezza incredibile, mantenendo però gli appoggi correttamente così da poter impattare la palla nella posizione più congrua per l’obiettivo del colpo. E riesce a far sembrare tutto questo davvero naturale, quasi non facesse fatica. Probabilmente il servizio dovrà diventare più incisivo, magari lavorando sempre di più su variazioni e precisione. Il bagaglio tecnico, come dice anche il Coach Bertoldero, è sempre in continua implementazione. Scrivo questo pezzo affascinato dal lavoro di un team all’avanguardia, ma che allo stesso tempo unisce un approccio altamente tecnologico e scientifico al lavoro quotidiano da artigiani della racchetta. A mio modesto parere questa è la strada giusta e sono anche curioso di capire in che modo Melly riuscirà a stupirci ancora con qualcosa di nuovo. Perché è questo che lei riesce incredibilmente a fare, meravigliare chi la segue. Se questo basterà a vincere tante partite da arrivare in alto in classifica nessuno può dirlo, ma tutti possiamo affermare che questo percorso affascina me come osservatore quanto il team stesso come protagonisti.

Melania Delai: “solo chi sogna impara a volare”. La giovane trentina ha un tatuaggio sul braccio, che si è fatta prima di partire per l’esperienza spagnola: “Be Your Own Hero”, “Sii l’eroe di te stesso.”, questo dice tutto.

Alessandro Zijno