Jaume Munar, mi manda Nadal

Jaume Munar: spagnolo, 21 anni, 80 ATP
Sviluppo Potenziale: (50% del potenziale, predestinato, margini di miglioramento incredibili)

Vicinissimo al best ranking dell’inizio di ottobre 2018, al numero 79 ATP, Jaume Munar si preannuncia come una delle possibili grandi sorprese del 2019, sebbene io credo che avrà bisogno di un altro anno di adattamento al circuito di altissimo livello. Ex numero 3 delle classifiche Junior è già pronto per giocare alla pari con i più forti, ma pecca in continuità, retaggio della sua giovane età, e forse può davvero dire la sua solo su terra battuta per la prossima stagione. Prevedo poi dal 2020 in poi un successo dopo l’altro.
La Scheda
Alto poco più di un metro e 80cm con un peso forma di circa 80 chili, Munar è un destrimane con rovescio a due mani molto aggressivo fin dal primo colpo, dotato di un diritto devastante e anche di un servizio molto efficace e fastidioso. Il rovescio non è ancora un fattore ma è uno dei tennisti con meno unforced rapportati al numero di vincenti che esegue. E’ un costruttore di gioco infaticabile e affrontarlo non è mai semplice per nessuno proprio perché regala ben poco ma allo stesso tempo sa spingere la palla alla grande, come nelle migliori tradizioni maiorchine, visto che viene dalla stessa isola di Rafa Nadal e si allena alla sua Accademia. I margini di miglioramento ci sono su ogni fondamentale e questo non può che accrescere le speranze su di lui.
Le Dichiarazioni.
“Non ditemi che la vita da tennista è dura. Siamo fortunati a poter vivere questa vita. Rafa cerca sempre di aiutarmi. Lui è di Maiorca come me ed è un amico, perché cerca sempre di tirare fuori la mia versione migliore. Mi dice spesso che la cosa più importante è dare tutto, lavorare e lottare per essere presente nei grandi palcoscenici. Ricevere questi consigli da uno dei migliori della storia è speciale. La miglior qualità di Nadal è la sua semplicità come persona e come giocatore di tennis. Il suo percorso ci insegna ogni giorno che da giocatori non dobbiamo dare a una vittoria più importanza di quanta ne abbia, né abbatterci troppo per una sconfitta. La mentalità è ciò che gli permette di continuare a migliorarsi giorno dopo giorno, e avere sempre fame di vittorie. Mi è sempre stato molto vicino, e negli ultimi tempi il nostro rapporto si è stretto ancora di più. Per me, come per ogni giocatore spagnolo, Nadal deve essere un punto di riferimento, anche per il suo modo di affrontare tutte le situazioni. È un giocatore veramente incredibile, e merita il rispetto di chiunque. Non ho mai badato troppo ai risultati dei miei coetanei, nemmeno a quelli più importanti. Io penso solo a impegnarmi ogni giorno per arrivare il più in alto possibile, senza fretta o inutili aspettative. L’aspetto più importante è credere in me stesso, con l’obiettivo di andare molto lontano. E lavorare duramente: altrimenti per quanto forte tu possa essere certi risultati non li raggiungerai mai”.


La Storia
Jaume Munar è nato sull’Isola di Maiorca, nelle Baleari, precisamente a Santinyi, un piccolo comune a sud dell’isola. La famiglia Nadal, che ha edificato molti palazzi e villette nell’isola, lavorando nelle costruzioni, conosce bene il comune di Santinyi perché qui si estrae la famosa pietra locale, usatissima per la sua porosità e la sua bellezza e quindi è proprio da queste parti che i Nadal bazzicavano per edificare ville esclusive. Ma Rafa conosce Jaume, più piccolo di lui di una decina di anni, essendo nato il 5 maggio 1997, perché il giovane si fa valere nell’isola come tennista. Pian piano scala le classifiche nazionali e per tutta la Spagna è “il nipotino di Rafa”. Diventa numero 3 al mondo come Junior e dal 2016 a oggi ha scalato 300 posizioni nel ranking ATP vincendo 7 Futures e 3 Challenger. Nel 2018, la sua migliore stagione ha vinto l’importante torneo di Prostejov e anche Caltanissetta, qualificandosi al Roland Garros eliminato poi al secondo turno da Djokovic e facendo secondo turno anche a Flushing Meadow. Prima della fine della stagione ha una cambiale importante, dovendo difendere la finale del Challenger di Rio de Janeiro dello scorso anno. Da Febbraio ad Aprile 2019 dovrà provare a mettere fieno in cascina, altrimenti il rischio di un calo in classifica diventa più alto. Come detto tennista di sicurissimo avvenire, forse però dal 2020. Il suo coach Bartolomeu Salva Vidal, presso l’accademia nadaliana, vuole che il suo pupillo metta i piedi dentro al campo e diventi ancora più aggressivo.
Alessandro Zijno